World so Cold

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Si irrigidisce sotto al mio tocco, ma non accenna né a girarsi né ad andare avati, rimane soltanto immobile.

Gli stringo il polso con fare disperato non voglio che se ne vada, voglio che rimanga qui, qui con me.
Mi sento così sola, abbandonata da tutti e in più sono spaventata e confusa, non so se riesco ad andare avanti così.

"Rimani con me" sussurro con le labbra sulla sua schiena.

Vorrei solo poster rimanere così per sempre, non ne capisco il motivo il suo profumo mi calma.

Un sospiro esce dalle sue labbra mentre dai miei occhi iniziano a cadere delle lacrime salate.

Non so perché sto piangendo, ma so che abbracciarlo mi fa stare meglio, infatti lo stringo più forte che posso.
Ho bisogno di aggrapparmi a qualcuno e in questo caso c'è solo lui e la cosa non mi dispiace.

"Ma che fai? "chiede disorientato.

Inizio a singhiozzare rumorosamente contro il suo corpo, lo sento farsi teso, più teso di quanto già non fosse.

"Ti prego non andartene, non voglio restare sola".

Mi prende una mano e quando penso che voglia girarsi per guardarmi, mi allontana malamente.

Esce dalla stanza mi lascia qui da sola.

Che cos'ho di sbagliato?
Perché quando finalmente riesco a mostrare il mio lato fragile la gente mi deve distruggere?
Perché non pozzo essere normale?

Il dolore che sento in questo momento  non é affatto causato dalle ferite che ho sul corpo, è solo e soltanto dolore emotivo.

Infondo non mi aspettavo granché, però lasciarmi così senza neanche una parola è crudele.
Vorrei solo scappare da quest'inverno, scappare per non farci mai più ritorno.
Sono stanca di affrontare tutti a testa alta senza mai mollare, senza mai mostrare la vera me stessa e in aggiunta alla mia vita di merda é ritornato Sam.

Ci sono persone che vogliono vivere a tutti i costi, ma purtroppo vivendo ogni fottuto giorno così non riesco più ad apprezzare ciò che mi circonda, ovunque io guardi c'è sempre solo sofferenza.

Io non credo nel destino né in Dio o in qualsiasi altra entità, io credo in ciò che vedo e sfortunatamente vedo solo un mondo corrotto, dove regna l'odio e dove l'amore è soltanfo una mera illusione.

La testa mi gira, non riesco più a reggermi, cado a terra sulle gionacchia avvertendo dei dolori lancinanti, credo che il mio corpo sia arrivato al suo limite.
La vista mi si appanna e tutto intorno a me perde colore.

***

Mi sveglio di soprassalto in un letto che non è il mio.
Il bianco pallido regna e l'odore pungente dell'igenizzante mi confermano che sono in un letto d'ospedale.

Giro lo sguardo e vedo Zack che riposa vicino al mio letto.

"Ti sei svegliata" sussurra risvegliandosi.

Annuisco debolmente e lui si avvicina a me e mi abbraccia, rimango a dir poco sconcertata era da tanto tempo, da troppo direi, che non ricevevo un abbraccio da mio fratello.
Mi accarezza la testa e si scusa con me addirittura piangendo.
Per la prima volta dopo anni credo di sentirmi davvero pronta a perdonarlo.
Piango insime a lui sentendo finalmente di aver ritrovato un fratello.

L'ultima volta che sono stata qui è stata quando ho tentato il suicidio...
Quella volta quando mi sono svegliata mi sono scagliata contro  Zack insultandolo e urlandogli contro, da quel giorno per molto tempo ha evitato il mio sguardo e si è allontanato ancora di più da me.

Si side sul letto accanto a me e mi stringe tra le sue braccia.
Parliamo per un po', anche se so che cosa vuole chiedermi e ne capisco anche il motivo, ma nonostante ciò cerco in ogni modo di evitare l'argomento.

"Che ci facevi in infermeria da sola e piena di lividi?"chiede ponendo fine ai miei mille giri di parole.

Il silenzio é la mia risposta giro lo sguardo da l'altra parte per non guardare i suoi occhi scuri, non voglio mentirgli, ma non voglio neanche dirgli la verità.

"Alissa rispondi cazzo!" alza la voce.

"Mi hai fatto preoccupare da morire".

"Perché sono qui?"

"Come perché?
La scuola mi ha chiamato dicendomi che avevano chiamato un ambulanza  visto che ti avevano trovato in infermeria completamente priva di sensi e conciata così" dice indicandomi. 

Abbasso lo sguardo sulla sua maglietta nera rimango a fissarlo senza proferire parola; mi vergogno troppo per dirgli chi é stato e cosa mi ha fatto...

"Alissa parlami" mi supplica.

"Anche se ne parliamo, cosa puoi fare tu?
La scuola pensi abbia preso dei provvedimenti riguardo a tutto il casino che è successo?
Poi ti vergogni di me e fai bene anch'io mi vergogno di me stessa, ma questa sono, quindi io so cosa mi aspetta e so che non finirà se lo dirò a qualcuno. L'ho già fatto e guarda cos'è successo"sputo seccata

"Alissa ti chiedo ancora scusa per tutto ciò che è sucesso, ma se tu non mi aiuti io..."

"Arg zitto" lo interrompo

Mi giro dandogli le spalle, ma lui imperterrito cerca di tirarmi fuori qualche parola.

Dopo un po' si arrende e si sistema nel letto affianco a me, mi abbraccia e mi stringe a se, così facendo la mia rabbia sfuma e mi sento molto più rilassata.
Di solito ci metto ore prima di addormentarmi, ma adesso mi sento incredibilmente stanca, forse sarà colpa delle medicine o non so, ma riesco a prendere sonno.

Anche se l'unico mio pensiero è rivolto a Tom, non riesco ancora a credere che io mi sia umiliata in quel modo e che nonostante ciò lui mi abbia abbandonaro lì.
La cosa che mi turba di più, però è che io desideravo ardentemente  che lui rimanesse con me.

INNAMORATA DEL BULLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora