Appuntamento

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Sono le due e sono già pronta per l'incontro con Simone.

Vorrei tanto poterlo chiamare appuntamento ma purtroppo mi sa che per lui è solo un'uscita tra amici, per conoscerci.

Ovvio lui per me è ancora un amico, lo conosco da pochissimo ma non nego che mi piacerebbe stare veramente con lui: camminare mano nella mano, sussurrargli parole alle orecchie, poter sentire ogni giorno il suo profumo, guardarlo mentre prova i suoi passi di danza.

Ha una tale grazia quando balla.

Forse sto fantasticando troppo, tutto questo non succederà mai ma a sperarci non succede niente di male, giusto?

L'importante è che non bisogna illudersi.

Squilla il mio cellulare.
Guardo sullo schermo di chi si tratta.

Simone.

Ma come? Sono ancora le 14.30.

"Pronto?" rispondo, anche un po' preoccupata perchè forse vuole annullare tutto.
"Ciao Ginevra? Sei pronta?"
"Ehm...si...ma scusa non dovevi venirmi a prendere alle 15.00?"
"Immaginavo che ti saresti preparata ore prima. Ho una cugina penso poco più grande di te e quando deve uscire ci mette una giornata per prepararsi. Così sono venuto prima...è un problema?"
"Oh, no! Assolutamente! Dammi un paio di minuti e sono giù"
"Ti aspetto"

Chiudo la chiamata con un sorriso da ebete sulla faccia.
Mia madre entra di colpo in camera mia e per poco non mi viene un infarto.

"Madonna mamma, vuoi uccidermi prima del tempo?"
Vedo che mi guarda con il suo solito sguardo malizioso.
"Stavi origliando?" chiedo infastidita.
"Tanto l'avrei scoperto anche da sola quindi meglio portarsi avanti...chi è?"
"È...un ragazzo che ho conosciuto all'accademia"
"È bello?".
Mia madre ha gli occhi sognanti, sembra che ci debba uscire lei.
La guardo con uno sguardo stupito e allo stesso tempo infastidito.
"Ma che domande sono?"
"Ok è bello. Ti conosco. Quando rispondi così vuol dire che è così bello che solo parlarne potrebbe farti svenire"
Sbuffo.
"Ma ti piace?"
"Mamma! È solo un'uscita tra amici. E adesso basta. Mi sta aspettando e ho detto che ci avrei messo poco quindi se mi lasci passare..."
"Ok, ok, ma..quanti anni ha?"
"Ciao mamma vado"
Le do un bacio sulla guancia e mi dileguo.

Faccio le scale praticamente di corsa e per poco non finisco con la faccia sul pavimento.
Risultato: sono tutta sudata.

"Scusami davvero tanto, Simo"

Ti sei presa un po' troppa confidenza.

"Mia madre doveva fare le sue solite domande da..."
"Da madre".
Si mette a ridere. Quando è bello il suo sorriso.
"Andiamo?"
"Si certo andiamo"
_

"Ti va qualcosa da bere o mangiare? Qui fanno tanto di quel ben di dio che non so mai cosa scegliere".
Guarda la vetrina del bar con occhi sognanti, come quando un bambino guarda un gioco che desidera tanto dietro ad un vetro.
"Si si ok"
Rido pensando a quanto sia buffo appoggiato con le mani e la fronte alla vetrina del bar.
Lui se ne accorge e mi guarda con fare interrogativo.
"Niente, entriamo" dico sforzandomi di sembrare seria.
_

"Mi scusi, dov'è il bagno?"
Siamo appena entrati e già sono alla ricerca di uno specchio dover potermi sistemare.
"Devi salire le scale e poi girare a destra".
"Grazie mille".
Il barista mi sorride.
_

"Ho capito che voi ragazze ci mettete tanto, ma cavoli sei stata in bagno dieci minuti!" mi rimprovera Simone divertito quando torno dal bagno.
"Abbiamo i nostri tempi" dico sedendomi al nostro tavolo.
"Ti ho ordinato già qualcosa io..."
"Cosa?" chiedo.
"Lo vedrai". Alza il viso con fare superiore.
La sua mano è sul tavolo e io vorrei troppo stringergliela.
"Allora che classe fai?" mi chiede e subito dopo comincia a bere la sua aranciata.
"Sono in terza liceo"
Per poco non si strozza con il succo.
Comincia a tossire come un disperato e io non so cosa fare; inoltre tutta la gente seduta intorno a noi ci guarda.
Dopo un po' Simone si calma.
"Scusa mi è andata di traverso"
"Stai bene?"
"Si si stai tranquilla"
Per qualche secondo i nostri sguardi si incontrano e poi scoppiamo a ridere.
_

"Grazie per questa uscita. Mi sono divertita molto"
Sono ormai le sei del pomeriggio passate e lui mi sta riaccompagnando a casa.
"Grazie a te. Mi sono sentito bene con te"
Un brivido mi percorre da testa a piedi per questa sua ultima frase.
Che dolce.
"Bene, eccoci arrivati" dico.
Cerco le chiavi nella borsa e dopo un tempo che sembra un'eternità, anche perchè lui mi fissa, riesco a trovarle.
"Trovate!"
Sono molto orgogliosa di me stessa.
Di solito ci metto minuti per trovarle e a volte non le trovo proprio.
Apro la porta principale del mio palazzo e mi volto un attimo per salutarlo.
"Aspetta"
Sto quasi per entrare in casa ma la sua voce mi blocca.
Mi volto verso di lui.
"Tutto qua questo saluto?"
Si avvicina e mi abbraccia.
Si avete capito bene. Il ragazzo a cui penso da settimane adesso mi sta abbracciando e mi accarezza i capelli.
Rimaniamo attaccati per non so quanto tempo e alla fine prima di lasciarmi, Simone mi sussurra all'orecchio, sfiorandomelo con le sue labbra perfette: "Ci vediamo domani. Ti voglio carica"
Infine mi da un bacio sulla guancia.
Si allontana di qualche metro, poi si ferma, si volta e, sorridendomi mi fa un occhiolino.

Troppo bello per durareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora