Umiliata

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"Su con quelle braccia! Vanessa, va bene tutto, ma almeno vai a tempo!"

Ed eccomi ancora qua, alla mia solita lezione settimanale di danza.

Simone oggi mi sembra un po' più agitato, chissà che cosa è successo.
A fine lezione andrò a parlargli.

"Ok tutti fuori adesso, Vanessa tu resta qua, devo parlarti" urla quando la musica di interrompe.

"Simone"
Lui alza lo sguardo su di me e io continuo: "Posso...parlarti un attimo"
Non so perchè esito. Non è per il fatto che mi piace, ma mi sta guardando malissimo.

"No scusa Ginevra. Esci perfavore. E ricordati che sono il tuo insegnante, non il tuo migliore amico"

Perchè fa così? Cos'è cambiato da ieri? Era solo un'uscita per poi umiliarmi il giorno dopo? Sí, mi sento umiliata.

Lo guardo alquanto disgustata e così esco dalla sala sbattendo la porta.

Torno indietro e appoggio l'orecchio alla porta.
Adesso ti metti pure ad origliare??
"Stai tranquilla, sono andati tutti a casa; nessuno ci disturberà"

Apro lentamente la porta, quel tanto che mi basta per poter vedere qualcosa all'interno.

Il mondo mi crolla addosso.

Simone e Vanessa si stanno baciando. Rimango pietrificata davanti a quella visione. Non riesco né a intervenire né ad andarmene. È come se i miei piedi fossero incollati al pavimento. Non mi accorgo neanche che ho cominciato a piangere.

Ad un certo punto inciampo, non so neanche come. Un genio come sempre.

Be' sta di fatto che Simone se ne accorge e si stacca dalla ragazza.

"Ginevra..."

Penso sia arrabbiato, ma dalla voce e dallo sguardo puntato su di me sembra solo...imbarazzato?

Posso fare soltanto una cosa: prendo le mie cose e comincio a correre.

Esco dalla porta principale dell'accademia, dove sulle scale sono ancora radunati dei ragazzi e delle ragazze del mio corso.

Qualcuno mi chiama per cercare di capire cosa sia successo ma io continuo a correre. Voglio solo arrivare il prima possibile a casa.

Corro a testa bassa, altro istinto da genio, e vado a sbattere contro una persona.

Mi sento cadere all'indietro ma una mano mi afferra prima che io possa ritrovarmi distesa sul pavimento, e mi ritrovo a pochi cm dal viso di qualcuno. Non riesco a capire chi sia, forse non lo conosco, ma capisco solo che è un ragazzo.

Lo abbraccio. Non mi interessa cosa penserà quest'ultimo, ma so solo che voglio solo un po' di conforto.

Inizialmente lo sento esitare e penso di aver perso le speranze, ma poi ricambia l'abbraccio stringendomi forte a se.

Ha un buonissimo profumo.

Dopo qualche minuto ci stacchiamo. Ormai le mie lacrime sono svanite e sul mio viso è spuntato un sorriso.

Anche lui mi sorride.

Non so il suo nome ma so di averlo già visto da qualche parte.
È molto bello. È castano, occhi azzurri e quando sorride gli si formano due fossette ai lati delle bocca.

"Sono Thomas, non so se ti ricordi di me. Vado nella tua stessa scuola. Sono in quarta"

"Ah si ho capito. Io sono.."

"Ginevra...lo so". Sorride imbarazzato e abbassa lo sguardo. È diventato rosso. Che carino.

"E come fai a saperlo?". Incrocio le braccia al petto in segno di sfida.

Lui si passa una mano tra i capelli e comincia a massaggiarsi il collo. Vuol dire che è nervoso, lo so bene. Poi alza lo sguardo su di me.

"Mi piaci da quando hai messo piede per la prima volta nella scuola"

Troppo bello per durareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora