Urla

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Sono passate ben due settimane e in questo lasso di tempo sono successe davvero tante cose: Simone non si è fatto più vivo, all'Accademia è arrivato un supplente per gli studenti che hanno lui come insegnante, compresa me, e io non l'ho più visto in città; Thomas ed io stiamo insieme, mi fa sentire così bene. Lo amo? No, ma è speciale. Non potrò mai amare nessuno come ho amato lui e si lo amo ancora, più di prima anche se se n'è andato. Perché sto con Thomas? Il nostro rapporto non è proprio da fidanzati, è un po' il rapporto che c'era con Mike...ah, Mike. Volete sapere cosa che è successo? Si è lasciato con la troia, ha capito che lo voleva solo per scopare e adesso io e lui siamo migliori amici. Gli ho raccontato tutto riguardo Simone, Thomas. Insomma, la mia situazione. Andrea? Si è fidanzata anche lei con un ragazzo che è proprio il suo opposto: lei tute e capelli spettinati, lui gel sui capelli e vestiti sempre stirati. Ma come si dice, l'amore è cieco. Adesso vi starete chiedendo: ma cosa diamine è successo quella sera a casa mia? Ve lo spiego subito tornando un po' indietro...

Flashback

"Perché sei tu"

Simone mi guarda e per un attimo mi sembra che i suoi occhi si illuminino, ma poi tornano come prima, seri.

"Scusa, ora devo andare" cerca di dileguarsi così e si dirige verso la porta di camera mia senza degnarmi di uno sguardo.

"Si può sapere chi cazzo è quella?" gli urlo con le lacrime agli occhi. So che mia madre potrebbe sentirmi, ma non mi interessa.

Mi fissa, il suo sguardo è pieno di sofferenza per me. Lo so. Ma per cosa?

"Non posso dirtelo, ti farebbe troppo male" sospira.

Sostengo il suo sguardo e non mi accorgo neanche che sto piangendo finché una lacrima salata raggiunge le mie labbra.
Poi, prima di uscire mi dice una cosa che ascolto ma che, sono sicura, non prenderò mai in considerazione

"Ti prego, cerca di dimenticarmi. Fallo per te. Tu ed io non centriamo niente l'una con l'altra". Mi guarda un'ultima volta ed esce dalla stanza, lasciandomi da sola.
Rimango per qualche istante ferma, cercando di elaborare tutto quello che è successo, ma non ha ragione lui, lo so.

Mi affaccio alla finestra e vedo che esce da casa mia e si incammina.

"Sei solo un vigliacco" gli urlo con la voce strozzata.
"Mi fai schifo!"
Detto ciò, chiudo la finestra e mi butto sul letto piangendo, fino a quando non mi addormentò.

Mia madre ha capito tutto ed è riuscita a rincuorarmi in qualche modo e ho apprezzato molto il suo gesto. Le voglio un mondo di bene.
_

"Oggi vai a danza?" mi chiede Mike che mi sta accompagnando a casa in macchina.

"Si" rispondo sospirando. Oggi c'è la lezione collettiva, e sarà l'ennesima senza Simone. Ma dove si sarà cacciato? Spero solo che stia bene.

"Simone è tornato?"

"Non ancora. Sono in pensiero" ammetto.

"Stai tranquilla secondo me sta bene. Forse ha voluto solo staccare un po' dalla città...non so" cerca di rincuorarmi e mi sorride.
Mi limito ad annuire.
_

"Il cappuccino è per lei giusto, signorina?". Alzo la testa e vedo un sorridente Giacomo con in mano una tazza di cappuccino fumante.

"Si si, è per me" gli sorrido.
Mi porge la tazza e poi si siede di fronte a me. Giacomo è il barista del bar in cui sono venuta con Simone e ormai siamo diventati grandi amici.

"Come stai?" mi chiede pensieroso.

"Il solito. Tu?" chiedo a mia volta.

Non mi risponde e fa un'altra domanda.

"Notizie di Simone?"

"Te lo volevo chiedere io. Il telefono è sempre spento. Ho paura per lui" lo guardo negli occhi. Giacomo è sempre riuscito a capire tutto quello che provavo solamente guardandomi; è così che ha capito che mi piace Simone.

Mi accarezza una mano e poi si alza per continuare il suo lavoro.

Prendo il telefono e scorro nella home di instagram per vedere se c'è qualcosa di interessante. Cerco il profilo di Simone.
Ha caricato una nuova foto! È di oggi!
La descrizione dice: "Finalmente di nuovo a Milano dopo essere tornato a Napoli per trovare i miei e festeggiare il mio compleanno"
Allora è per questo che se n'è andato. Adesso sono più serena.
Continuo a guardare il telefono, poi quella voce, la sua.

"Ciao" mi saluta Simone.

"Ciao" ricambio.

"Posso sedermi qui con te?" chiede imbarazzato.

"Si certo". Quanto volevo che lo dicesse.

Si siede e poi ci guardiamo negli occhi per qualche istante. Riesco così ad osservarlo di nuovo meglio: ha gli occhi rossi, forse colpa del sole, infatti è molto abbronzato e le spalle sono arrossate.

Mi sorride e io faccio lo stesso.
"Mi spiace non averti chiamata per farti sapere qualcosa ma il mio telefono ha deciso di lasciarmi così da un giorno all'altro" dice divertito.

"Che stronzo!" esclamo provocando una delle sue bellissime risate.

"Allora come va la vita?" mi chiede osservandomi mentre bevo il mio cappuccino.

"Tutto bene. Io e Mike, il mio ex, siamo diventati migliori amici e Andrea si è fidanzata con uno tutto perfettino". Faccio finta di sistemarmi un papillon immaginario e lui sorride.

"E tu? Ho chiesto a te come va, non agli altri". È molto curioso, lo era già prima ma adesso lo sembra ancora di più.
Lo guardo, triste. Come fa a non capire che mi è mancato e che in questo momento vorrei solo poterlo abbracciare? Dirgli che lo amo ancora e più di prima e che non sono riuscita a dimenticarlo?

I nostri occhi non smettono un attimo di osservarsi. I miei color verde-castano incastrati ai suoi, azzurri come il cielo.

"Thomas?"
Trasalisco sentendo questo nome.
"Oh no niente. Va tutto bene" faccio un sorriso finto, e lui lo capisce.
Si avvicina con il busto al tavolo e allunga una mano sulla superficie liscia, cercando la mia.
"Ti ha fatto qualcosa?" chiede preoccupato. Aspetta... Cosa? Come fa a chiedermi una cosa del genere dopo che io gli ho confessato i miei sentimenti. Ha per caso presa una botta in testa? No perché se non è così ci posso pensare io! E poi perché adesso è così premuroso? Così carino con me?

"Non ti interessa" dico arrabbiata abbassando lo sguardo.
"Sei arrabbiata con me?"
Lo guardo di nuovo.
"No, non sono arrabbiata. Sono solamente triste e delusa. Grazie"
Abbassa lo sguardo.
Poi torna a guardarmi.

"Sai? Avevi ragione tu"
È? Di cosa sta parlando?
Lo guardo interrogativa.
"Sono solo un vigliacco che non sa affrontare le situazioni" sorride stanco.
Lo sta dicendo sul serio? Rimango stupita.
"Perdonami. Tu sei stata così sincera con me e io sono stato un completo stronzo. Ti ho lasciata lì da sola e non ti ho detto niente se non quello di dimenticarmi". Capisco che non è veramente un vigliacco perché tutte le cose che mi ha detto in questo momento le ha dette senza smettere di guardarmi negli occhi.
"Ora capisco che forse hai seguito il mio consiglio e sono felice per te"
"Quale consiglio?" chiedo spaesata.
"Quello di dimenticarmi no? Ora stai con Thomas, se tu sei felice io sono felice con te". Non è sincero, c'è un velo di tristezza nella sua voce.

Ma sei pazzo?! Tu non hai proprio capito un cazzo!, urlo dentro di me, ma poco dopo capisco di averlo detto ad alta voce perché tutti i clienti si girano a guardarmi, sorpresi. Anche Simone mi guarda.

"Io ti amo, cazzo. Sei proprio ottuso se non lo capisci. Grazie davvero Simone" urlo ancora con le lacrime agli occhi. Ecco, l'ho detto di nuovo. Mi alzo e mi incammino velocemente verso l'uscita del locale.

"Scusami Jack" chiedo perdono a Giacomo guardandolo e uscendo dal bar. Poi inizio a correre e penso di non poter essere più sfortunata finchè non inizia a piovere a dirotto. E intanto sento la sua voce lontana che mi chiama e si avvicina sempre di più.

Troppo bello per durareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora