Dimora

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"Signora, queffe lafagne fono veramente fantaffiche!" esordisce Simone con la bocca piena di pasta.

"Ma ingoia prima di parlare!" rido.

"Da quando vi date del tu voi due?" chiede mia madre dopo la fine della mia risata.

Simone ed io ci guardiamo.

Ma no guarda mamma. Io sono completamente pazza di Simone e lui, come sai, mi ha invitato a prendere un gelato e tu mi hai chiesto quanti anni avesse. Ecco ne ha 23. Va beh sta di fatto che io l'ho visto con una troia e poi ho conosciuto Thomas e lui si è incazzato quasi come se fosse geloso ed eccoci qui.

"Be' in fondo sua figlia è poco più piccola di me e quindi non mi sembra il caso che mi dia del lei. E poi qui siamo a casa vostra" risponde Simone non staccandomi gli occhi di dosso.

"Sì, solo 6 anni di differenza, bazzecole" sussurro guardando il mio piatto.

"Cosa hai detto tesoro?" chiede mia madre avvicinandosi con il busto al tavolo.

"Oh, che le lasagne sono veramente buone" le sorrido. Intanto quell'altro se la ride sotto i baffi.

"Sai Simone sei davvero un bel ragazzo" quasi urla mia madre dopo alcuni minuti di silenzio.

"Si ma', ma prenditi una camomilla" dico alzando la voce, ironica.

"Tratta bene tua madre Gin!" Simone mi lancia un occhiata, e non capisco se è serio ma poi si mi sorride e mi rassereno.

"Un altro no" dico alzando le mani al cielo.

"Un altro?" ripete Simone inclinando leggermente la testa verso di me.

"Ah si lascia stare. Sta parlando di Michele, la rimproverava sempre quando mi trattava... diciamo male" racconta.

La guardo male. Perché deve sempre spettegolare sulla mia vita?

"Possiamo non parlare di lui?" dico abbassando lo sguardo, triste. Sono ancora arrabbiata con me stessa per quello che gli ho fatto e anche perché adesso se la fa con la troia.

"Ma vi sentite ancora? Non ti ho più visto con nessun ragazzo, a parte Simone e non penso proprio che..." continua ma io la blocco, infuriata.

"Ma cosa ti interessa! Ci siamo lasciati da un pezzo, è finita! Adesso esce già con una, e io mi sento ancora male per come l'ho trattato. L'ho lasciato per un ragazzo che neanche ricambia, capisci?"

Oh, no. L'ho detto davvero? Adesso mi tartasserà di domande. E poi il ragazzo in questione è Simone. Che le dico? E poi è successo tutto davanti a lui. Madonna che vergogna.

Non aspetto neanche che mia madre reagisca e mi alzo dalla sedia per fiondarmi in camera mia. Sento lo sguardo di Simone su di me mentro salgo di corsa le scale.
Entro in camera, sbatto la porta con violenza e mi accasciò con la schiena su di essa, esasperata.

Dopo circa un minuto sento dei passi salire le scale e fermarsi davanti alla mia porta.

Poi qualcuno bussa.

Ttattengo il respiro e non rispondo.
So che è lui, ma non voglio vederlo. Mi chiederebbe delle spiegazioni per il mio comportamento, mi chiederebbe del ragazzo di cui ho parlato, del mio ex, e io non posso certo dirgli che sono innamorata di lui.

"Apri per favore" chiede in un sussurro.

Non rispondo.

Lo sento sospirare.

Mi alzo lentamente e mi risiedo con lo sguardo puntato sulla porta. Non è chiusa a chiave, ma lui non cerca comunque di aprirla.

Ascolto ogni suo movimento.
Sento il rumore di una penna sulla carta. Dopo qualche istante un piccolo pezzo di carta passa sotto la mia porta.
Lo leggo.

"Mi dispiace aver chiesto chi fosse "l'altro". Mi dispiace averti fatto litigare con tua madre.  Mi dispiace che tu soffra per il tuo ex, non perché lo ami ma perché gli vuoi bene. E mi dispiace anche di non sapere per chi l'hai lasciato. Sappi che se vuoi parlarne io sono qui, proprio dietro la porta e anche se non vuoi parlarne ci sono.
Simone"

Mi alzo lentamente per non fare rumore e ascolto nuovamente.

Sento il respiro pesante di Simone da dietro la porta.
La apro.
Lo trovo appoggiato allo stipite della porta, con lo sguardo basso. Appena sente la porta aprirsi, mi guarda.

"Mi dispiace" sussurra, senza muoversi di mezzo millimetro.

"Puoi abbracciarmi?" gli chiedo. Ma io non volevo dirlo!

Si avvicina a me e mi stringe. Appoggio la testa nell'incavo tra la sua testa e il suo collo e inspirò profondamente. Possibile che sia sempre così profumato?
Non so per quanto tempo rimaniamo così, forse minuti, ma poi veniamo disturbati dalla suoneria del mio cellulare.

"Rispondi pure" mi invita Simone lasciando la presa.

Noooo. Uffa, stavo così bene.

Entriamo entrambi in camera e Simone chiude la porta e si va a sedere sul mio letto.

Guardo il display: Thomas.
Lo fisso per qualche secondo. Che faccio?

"Non rispondi?" mi chiede Simone risvegliandomi.

"Ehm...non lo so" gli dico sempre fissando lo schermo.

"Perché no?". Si alza e viene verso di me. Non mi accorgo neanche che anche lui si è messo a fissare il cellulare e lo sento innervosirsi.

"Ti ha fatto qualcosa perché tu non vuoi rispondergli?" chiede calmo.
Non rispondo. Aspetto ancora e il telefono smette di squillare, così colgo l'occasione per spegnerlo.
Poi mi butto sul letto a pancia in giù, ignorando completamente la presenza di Simone.

"Vuoi parlarne?"
Apro gli occhi e lo trovo seduto per terra a pochi centimetri da me.
Non rispondo ancora. Sono troppo impegnata a osservarlo.

"Si può sapere a cosa pensi?" mi chiede ancora, ma per niente scocciato.

"Niente" mento.

"Si certo, credibile!" mi prende in giro lui.

Quanto vorrei potergli dire quello che provo per lui, ma non posso. Se lui non ricambiasse, non riuscirei proprio ad accettarlo.

"Posso farti una domanda?" gli chiedo ad un certo punto. Non è per cambiare argomento, o forse si, ma devo sapere una cosa, assolutamente.

Annuisce.

"Di chi ti sei innamorato?" gli chiedo di nuovo serio guardandolo negli occhi.

Simone si irrigidisce e abbassa lo sguardo. Poi fa per alzarsi.
"Forse è meglio che io me ne vada adesso"
Mi alzo anch'io.

"No!". Simone rimane stupito e mi fissa. Anch'io sono stupita da me stessa e non so più cosa dire.

"Che c'è?"

"Perché non vuoi dirmi chi è lei?" mi avvicino.

"E tu perché non vuoi dirmi chi è lui?" mi domande a sua volta, avvicinandosi anche lui.

Abbasso lo sguardo e scrollò la testa.

"È Thomas?". Alzo la testa di scatto. Thomas? Chi è Tho...ahh..quel Thomas..aspetta, cosa?!

Lo guardo interrogativa.

"L'ho incontrato prima di venire qua. Tranquilla abbiamo solo parlato" mi rassicura vedendo la mia faccia preoccupata "Ha detto che vi siete baciati...è così?" mi chiede avvicinandosi ancora, forse pure troppo.

"Si". Aggiungo subito altro perché vedo il suo sguardo deluso "Inizialmente, ma se devo dire la verità non è stato speciale. Non mi piace, mi sa. Anzi per niente. Alla fine gli ho pure detto una bugia perché non volevo che mi riaccompagnasse a casa" sostengo il suo sguardo.

Lo vedo più sereno, ma so che vuole sapere di più.

"Quindi chi è?" chiede curioso.

"Non posso dirtelo dannazione!" mi porto le mani sulla faccia.

"Perché no?". Sento le sue mani sulle mie, le afferra delicamente e il suo viso è vicinissimo al mio. Osservo per qualche istante le labbra che vorrei baciare, gli occhi che vorrei guardare ore e ore ogni giorno, il suo viso che vorrei accarezzare sempre.
E poi, senza neanche rendermene conto, confesso.

"Perché sei tu"

Troppo bello per durareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora