<< Ha solo bisogno... di tempo... >>
Quella frase non era mai stata pronunciata in maniera così insicura. Perchè, ormai, non ci credeva più neanche lui. Non ci credeva più nessuno.
Alcune ferite non possono essere curate solo dal tempo, alcune ferite sono come lesioni infette che continuano a sanguinare, ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo, continuano a fare male e loro ne erano consapevoli. Ma cosa avrebbero potuto fare?
Da quando Beast Boy era tornato a casa, dopo aver sostenuto di aver ri-incontrato Terra, non era più lo stesso ragazzo allegro e spensierato di sempre.
<< Ha detto di essere cambiata, di non ricordare nulla. >> Aveva spiegato, sintetico, ovviamente demoralizzato. << Sembra che... con Terra abbia chiuso... >> Era di fronte a tutti, in quel momento, aveva provato a non dimostrare tutto quel dolore che gli scuoteva il corpo, si era probabilmente ripromesso di passare oltre come una persona matura, quale tutti si aspettavano che fosse. Ma a chi voleva darla a bere? Nonostante i suoi poteri, nonostante fosse un eroe, restava pur sempre un ragazzino.
<< Andrò avanti... >> Aveva anche cercato di tranquillizzare i compagni, con un sorriso talmente falso da non riuscire neanche a nascondere le lacrime. << Starò bene. >> Aveva continuato a mentire. Era anche sfuggito all'abbraccio di Starfire, alle mani di Cyborg, come un cane ferito, spaventato all'idea che anche solo una carezza avrebbe potuto fargli provare altro dolore.
<< Ma non ora... >> Con la voce rotta, si era passato un braccio sul viso, cercando di asciugare le lacrime. << Ora fa troppo male... >>
Starfire e Cyborg si erano fermati, lo guardavano tristi, cercavano di dirgli qualche parola di conforto che lui neanche sentiva. Poco più distanti c'erano Robin e Raven. Loro ascoltavano in silenzio, senza sapere cosa dire. Entrambi non erano mai stati bravi con le parole e sicuramente sapevano che un pò di tempo da solo avrebbe potuto solo fargli bene.
Dopo quella spiegazione era semplicemente scappato verso la sua camera ed erano cominciati i silenzi, le assenze, i guaiti ululati durante la notte, chiuso per giorni nella stanza di Terra.
Quella stanza, tutti gli altri, la volevano radere al suolo.
Quella stanza riportava alla mente troppi ricordi, troppi sbagli, troppi tradimenti e, sicuramente per Beast Boy, troppi dolori.
Avevano provato in tutti i modi a stanare il loro compagno da quella camera, con le buone e con le cattive. Aveva cominciato a non riprendere più la sua forma umana, a comportarsi come un semplice animale, qualunque la scelta fosse, e da tale gli altri avevano cominciato a trattarlo.
Avevano cercato di attirarlo fuori col cibo, Cyborg, in un momento di disperazione, aveva addirittura deciso di usare una trappola. Sicuramente perfetta per il B.B. cane, un pò meno per il T-Rex.
La disperazione e lo stress, alla fine, li aveva portati a cedere, a far finta di credere a quel "ha solo bisogno di tempo" che Robin continuava a ripetere, ma persino lui sapeva che in quel caso il tempo avrebbe solo peggiorato la situazione.
Continuavano tutti a cercare silenziosamente un modo per risolvere la situazione, per risollevare il morale al loro compagno, e far tornare tutto come prima, ma non era affatto facile, l'intera situazione non aveva solo distrutto Beast Boy, ma l'intero team.
Starfire era stata la più felice, assieme a B.B. di sapere che Terra era tornata, che era di nuovo viva, ed anche lei si era vista abbandonata, dimenticata, da quella che credeva un' amica. Nello stesso momento aveva perso Terra e B.B.
Eppure lei, tra tutti, era l'unica a poter trovare un briciolo di speranza, di credere che tutto si sarebbe risolto, di sorridere. Doveva farlo per i suoi amici, perchè gli altri non ci riuscivano.
Cyborg, dal canto suo, non sembrava voler sentire storie. A lui non importava se Terra aveva davvero dimenticato tutto o era solo una farsa. Lui era quel tipo di persona senza mezzi termini, o qualcosa gli andava bene, o la odiava. A lui non interessava se Terra aveva salvato la città, se si era pentita, se ora era una ragazza normale. Aveva distrutto il cuore del suo migliore amico troppe volte e per quanto Beast Boy potesse ancora perdonarla, se mai lui l'avesse incontrata un' altra volta si sarebbe assicurato che fosse l'ultima.
Robin, al contrario, non poteva biasimare le scelte di Terra, lui era un tipo ragionevole e non poteva farle una colpa se aveva deciso, consciamente o meno, di rifarsi una vita dimenticando i suoi poteri e tutto il resto. Lui voleva solo che il suo compagno se ne facesse una ragione e andasse avanti, per quanto doloroso potesse essere.
Raven, invece, semplicemente aveva deciso di ignorare la questione Terra. Per lei ormai non esisteva più. Come Cyborg non perdonava il tradimento e, sebbene come Robin non potesse biasimare Terra per aver scelto una nuova vita, semplicemente non sopportava che Beast Boy e Starfire continuassero a soffrire così tanto per la sua perdita.
Erano passati troppi giorni, per i suoi gusti, da quando B.B. si era rinchiuso in quella camera e non era più uscito, troppi giorni scanditi da ululati e guaiti strazianti.
Quel suono era diventato insopportabile, per tutti, ma soprattutto per lei. Un pianto umano l'avrebbe rattristata, forse, ma dopo un pò le avrebbe solo dato fastidio. Quel lamento, invece, ricordava un grido di dolore, sembrava star patendo le pene dell'inferno e sentirlo tutte le volte, passando di fronte a quella camera, appesantiva il cuore, faceva male, tanto male.
Quella sera aveva deciso che avrebbe messo un punto a quella situazione, o almeno ci avrebbe provato. Avrebbe rischiato di farsi mangiare da un T-Rex, forse, avrebbe rischiato di farsi smembrare da una tigre, non le interessava.
Doveva provarci, dopotutto, lui avrebbe fatto lo stesso per lei, giusto?
Per un attimo rimase ferma a fissare la porta della camera di fronte a sè. Era ovviamente chiusa, non aveva neanche bisogno di provare ad aprirla, nè a bussare, nessuno avrebbe risposto. Oltre questa si levava un suono sommesso, un basso uggiolio ritmico, come i singhiozzi di un bambino.
Dopo tutto quel tempo aveva ancora la forza di piangere?
Oltrepassò la parete della stanza senza troppi complimenti, usando la sua magia nera, ritrovandosi in un ambiente buio, illuminato solo dalle lontane luci della città che si vedeva oltre le grandi finestre che costituivano una delle pareti della stanza.
Si guardò attorno, assolutamente non disturbata dall'oscurità, alla ricerca del cane che adesso aveva smesso di guaire.
Lo trovò acciambellato sul grosso letto, il muso poggiato tristemente sulle zampe, le orecchie basse, la coda tra le gambe. Non era un' esperta di cani, ma era chiaro che fosse un comportamento piuttosto depresso.
Si avvicinò silenziosamente, osservando il cucciolone rimanere con gli occhi chiusi, ignorarla stancamente, quindi decise di sedersi accanto a lui sul materasso duro come la pietra, come piaceva a Terra.
Non aveva preparato nessun discorso, non era brava con le parole, soprattutto se doveva consolare qualcuno, si ritrovava ad essere troppo realista e se c'era qualcosa di deprimente, ma veritiero da dire, si ritrovava a dirlo ad ogni modo.
Ma con i cani non c'è bisogno di parlare, giusto?
Portò semplicemente una mano sulla testa dell' animale, sfiorandolo delicatamente.
Lo sentì tremare, serrare gli occhi e stringersi di più in sè stesso, ma la maga non si scoraggiò, lasciò scorrere le dita tra le sue orecchie e sul collo, fino alle spalle, tornando poi a posare la mano sulla testa per ripetere il movimento.
Il cane riaprì gli occhi, ma non la guardò. Ricominciò a uggiolare sommessamente, mentre lei, imperterrita, continuava ad accarezzarlo. Sentì il suo corpo venir scosso dai guaiti, fino a quando, finalmente, non si mosse.
Portò lentamente il muso contro la sua gamba, nascondendolo sotto un lembo del suo mantello. Lo vide chiudere gli occhi e lasciarsi andare ad un lamento più alto e sofferente degli altri.
Raven continuava a guardarlo, tenendo la mano sulle sue spalle. Non cercò di spostarlo, nè si mosse in alcun modo. Aspettò semplicemente che decidesse lui quando staccarsi.
<< Siamo tutti preoccupati. >> Provò a dire, la sua voce atona come al solito.
Il cane non mosse un muscolo, ancora nascosto sotto il suo mantello.
<< So che fa male, ma non puoi rimanere rinchiuso qui dentro per sempre. >> Tentò di nuovo. Le sue mani accarezzavano ancora il pelo ispido dell'animale.
Lei, dopotutto, sapeva davvero cosa stava provando, non aveva bisogno di empatia per capirlo. Una volta anche lei si era ritrovata ingannata e abbandonata, anche lei si era rintanata nella propria stanza. Raven, certo, era diversa da Beast Boy, aveva sicuramente sofferto, aveva provato rabbia e tristezza, ma si era subito rialzata, si era subito ripresa, non poteva permettersi di abbandonarsi a quelle emozioni troppo pericolose, non solo per lei, ma anche per i suoi amici.
<< Anche io ho provato la stessa tristezza e lo stesso dolore quando Malchior si è rivelato essere... beh, quello che era. >> Si ritrovò a dire, ma davanti a lui non c'era alcun imbarazzo ad ammettere quella debolezza, non solo perchè la stava provando direttamente sulla sua pelle in quel momento, ma anche perchè, tempo addietro, dopo aver rispedito Malchior all'inferno da cui proveniva, Beast Boy era stato il primo a venire in suo soccorso, a cercare di consolarla e risollevarle il morale, senza battute stupide, senza rimproveri, da semplice perfetto amico. Glie lo doveva, in un certo senso.
Finalmente il cane si sollevò sulle zampe anteriori, appesantito dalla stanchezza e dal dolore. Riprese finalmente la sua forma umana, ritrovandosi seduto affianco a lei, le ginocchia sul materasso, il viso basso, interessato a fissare le coperte perchè, dopotutto, poteva essere triste e depresso, poteva avere il DNA di un cane, poteva ululare tutta la notte tutto il suo dolore, ma farsi vedere in lacrime, in quello stato? Era un duro colpo alla sua autostima di uomo in fase di sviluppo.
Portò immediatamente le mani al viso, strofinando con forza gli occhi arrossati e segnati da profonde occhiaie. << Tu sei più forte di me. >> Fu la prima frase che gli sentì pronunciare dopo diversi giorni. La sua voce era bassa e roca, ancora rotta dalla tristezza.
La mano di Raven tornò sulla sua testa, tra i capelli ispidi e più spettinati del solito.
<< Può darsi. >> Concordò atona come al solito, senza smettere, però, di accarezzare i suoi capelli. << Ma dopo il combattimento con Malchior, sei arrivato tu... >> La sua voce si addolcì leggermente. Non era solita mostrare sorrisi e neanche in quel momento il suo viso esprimeva alcuna emozione, ma il tono della sua voce era abbastanza per dimostrare la gratitudine che provava ancora nei suoi confronti. << Tu sei subito venuto a dirmi che ti dispiaceva che mi avesse spezzato il cuore. Che non ero sola... che non lo sono mai stata... e mai lo sarò... >>
Lo vide finalmente alzare gli occhi rossi su di lei. Rimase in silenzio a fissarla per tanto tempo, a fissare i suoi occhi viola di solito illeggibili, come a cercare di capire quale fosse la fregatura in ciò che gli stava dicendo.
Sapeva bene che Beast Boy era un ragazzo infantile. Dolce, simpatico, con tanto bisogno di dare e ricevere amore, ma anche molto infantile.
Per quanto ne sapeva lei, certo poteva ricordare quello che le aveva detto, sicuramente lo pensava ancora, sicuramente sapeva anche lui di non essere solo, di avere tanti amici, sapeva che tutti loro erano dispiaciuti per quello che era successo, ma non era abbastanza.
Lui rivoleva solo Terra.
Era come un cane abbandonato.
Come poteva fargli capire che il padrone che aveva tanto amato, che stava ancora sperando, nel profondo del suo cuore, cambiasse idea e ritornasse indietro da lui, non sarebbe più tornato?
Lo sguardo di Raven si rattristò, rendendosi conto che non avrebbe potuto fare molto per aiutare il suo amico. Forse lui era molto più complicato di quanto avesse immaginato, forse lei semplicemente non avrebbe potuto consolarlo perchè non ne era capace.
Lasciò scivolare la mano sulla sua guancia, promettendosi che quello era l'ultimo tentativo, che poi l'avrebbe lasciato in pace.
Finalmente, però, fu lui a muoversi. Decise di non aprire bocca, solo gettò le braccia al collo della ragazza e la strinse forte a sè, affondando il viso nel suo collo e nei capelli corti.
Lei, di solito, non glie lo avrebbe permesso, quei contatti fisici non erano di suo gradimento e la facevano sentire strana, in imbarazzo, ma, anche quello, glie lo doveva. Dopotutto non era forse quello che aveva fatto anche lei, dopo la sconfitta di Malchior?
Strinse debolmente le braccia attorno al suo corpo, posando le mani sulla sua schiena, ricominciando ad accarezzarlo.
<< Grazie Rae... >> Lo sentì sussurrare, con ancora la voce roca e dolorante.
Quel ringraziamento la stupì, la fece sentire strana. Non credeva di aver fatto un granchè, per aiutarlo, non gli aveva detto chissà quali frasi consolatorie e in lui ancora riusciva a sentire tutto quel dolore e quella tristezza che lo avevano attanagliato fino a quel momento, ma sentiva anche quella gratitudine era reale, che c'era tanto affetto e riconoscenza in quell'abbraccio.
Sospirò, stringendo un pò di più a sè Beast Boy.
Forse era vero, quel ragazzo era come un povero cane. Si era ritrovato abbandonato dalla persona che più aveva amato al mondo ed era anche probabile che, in fondo al cuore, non avrebbe mai smesso di amare quella persona, non avrebbe mai smesso di sperare che tornasse un giorno da lui, ma allo stesso tempo, proprio come un cagnolino abbandonato, avrebbe imparato a donare quello stesso amore innocente, incondizionato e puro a chiunque avesse avuto il cuore di prendersi cura di lui.
A patto di ripagarlo con altrettanto affetto e la promessa che, quella volta, non sarebbe mai più stato abbandonato.
Forse lei non era la persona giusta per lui, forse, prima o poi, sarebbe arrivato qualcuno che si sarebbe potuto prende cura di lui e che lo avrebbe reso felice. In quel momento, però, di una cosa era certa, fino a quando non sarebbe arrivato quel momento, Beast Boy poteva sicuramente contare sui suoi amici, poteva contare su di lei. Perchè lei non lo avrebbe mai abbandonato.Questa è tristissima😢
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ONE-SHOT SHIP TEEN TITANS
FanfictionCiao a tutti..vi starete chiedendo perchè ho creato questo libro. È per le ONE-SHOT. Per chi non lo sapesse,è la storia di una coppia(o altro) in un solo capitolo. Infatti One(uno)shot (corto) In questo libro farò delle piccole one-shot sulla bbrae...