21.Sfide

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-Dovrete entrare in quest'area controllata- iniziò a spigare lo Stregone -Troverete due sentieri : uno che vi porterà in una direzione sbagliata ,facendovi girare in tondo, superando sfide inutilmente.Quindi rimarrete intrappolati.
L'altro sentiero invece, quello giusto, vi condurrà verso l'uscita ,ma attenzione : sarà sbarrato da tre mura con una porta ognuna, distanziate tra di loro di circa 1 km.
Per aprire queste porte, dovrete superare tre sfide, scritte sul muro accanto a ogni porta-

Detto questo il cancello si aprì cigolante. Pegasus prese Marin per mano.
- Ah ricordate : l'unione fa la forza!- disse loro Dominique prima di entrare.

La nostra compagnia entrò dentro l'area.
Camminarono per poco e poi si trovarono davanti a un bivio formato da un sentiero giallo e uno colorato con vari colori.

-Bhe, io sceglierei quello giallo. Sai... Barca gialla sentiero giallo- disse Fuego.
-No troppo semplice, per me è quello colorato- disse Pegasus corrugando la fronte.
-Io sono d'accordo con Fuego- disse Rosy.
-Secondo me...- intervenne Krusmi.
Così iniziò una discussione.

"L'unione fa la forza, l'unione fa la forza" era le uniche parole che riusciva a pensare Marin: quelle dello stregone. Cosa voleva dire?

-Ma certo!- esclamò ad un tratto - Guardate il sentiero colorato!-
Tutti lo osservarono.
-Bhe cosa c'è ?- chiese cauta Rosy.
-Rosso,Arancione,Giallo, Viola e Nero : sono i nostri colori!- spiegò Marin indicando la strada - Fuego racchiude nel suo mantello il rosso di Pegasus , l'arancione di Krusmi e mio giallo; poi abbiamo il nero del mantello di Rosy e il viola di Alec- concluse.

-L'unione fa la forza- disse Krusmi ripetendo le parole dello stregone - e noi siamo una squadra... Ha ragione Marin ! Prendiamo quel sentiero!-

Cominciarono a percorrerlo quando Marin disse - Ragazzi e se ho sbagliato? Se fosse solo una coincidenza?-
-No ,è giusto, guarda lí: ecco il primo muro con la prima porta- disse Pegasus indicando una porta nera su un muro viola - Devi impare a credere un po' di più in te stessa- continuò cingendole un braccio sulla spalla.

Si avvicinarono al muro e alla porta; appena furono abbastanza vicini da toccarli comparve una scritta bianca sulla parete, che lessero ad alta voce:

"Per aprire questa porta, dovrete dare in pasto alle sei piante carnivore, una preda. Ogni partecipante dovrà cacciare un solo animale e darlo in pasto a una sola pianta."

-Perfetto! Un gioco da ragazzi! - disse Alec.

Comparirono sei enormi piante alle loro spalle, fornite di dentacci tanglienti e tanta, tanta fame.
A Marin salirono i brividi, ma non per la vista delle piante : non sapeva usare bene l'arco.

Presa dallo sconforto, si sedette con le spalle al muro. Poi i movimenti strani tra il fogliame della foresta, ebbero inizio.

Non sapeva usare le armi come i suoi amici: così restò a guardare.
Una scimmia si avventò contro Rosy, ma lei la infilzò col suo corno e la diede in pasto a una delle piante che la divorò in un secondo e prese le sembianze di una piantina normale. Lo stesso pranzo ci fu per la "piantina" di Fuego e Krusmi che usarono artigli e il coltello. Alec catturò un coniglio, mentre Pegasus un tasso, lanciando i loro coltelli.

Tutte le piante erano sazie a parte quella di Marin.
Pegasus la vide lí seduta e andò a parlarle - Marin alzati da lí-
-No- ribattè lei.
-Perché no?-
-Perché non riuscirò mai a cacciare come fate voi!-
-Almeno provaci! Se non ci provi hai già perso!- la invogliò Pegasus.

L'aiutò a rialzarsi. Le fece prendere l'arco e le lo fece caricare con una freccia in funzione "bersaglio lontano".

Dopo di ciò le fece puntare uno scoiattolo.
-Ma...- cercò di replicare Marin.
-Shh- la zittí lui.

Pegasus si mise dietro a lei e appoggiò la sua guancia contro quella di Marin; col le sue mani grandi, avvolse quelle piccole di lei e guidò tutti i suoi movimenti.
Poi le sussurò - Pensa "Io ci ce la farò a catturare quello scoiattolo"-
Lei se lo ripetè in testa.

Pegasus la fece mettere in posizione e prendere la mira. Quando fu il momento di scoccare la freccia però, lo scoiattolo scappò.
Lui lasciò completamente Marin senza guidarla piú. Lei ,senza accorgersene ,senguí i movimenti della preda, tenendo ben salda la freccia. Fu abbastanza sicura, e poi... La fraccia trafisse il corpicino dello scoiattolo. Corse a raccoglierlo e lo diede in pasto alla sua pianta.

La porta si aprì.

Marin ,felicissima di esserci riuscita al primo colpo senza accorgersi che le mani di Pegasus non guidavano piú le sue, gli salto al collo e lo abbracciò, ringraziandolo.
- Non devi ringraziarmi... Hai solo creduto in te stessa!- disse stringendola a sè.

Rosy sussurò ad Alec - Hai visto quanto si vogliono bene quei due?-
-Eh si, Pegasus ci tiene davvero- rispose Alec. Sembravano due comari.

Superarono la porta e trovarono la seconda : questa volta Gialla sul muro rosso.

Si avvicinarono al muro e apparve una scritta nera che lessero ,anche questa, ad alta voce:

"Per aprire la seconda porta, gli esseri a due gambe dovranno scalare quella parete e raccogliere quattro pietre preziose. Una volta scesi metterete le pietre nel cesto accanto alla porta"

-OK, Marin possiamo farcela!- la incoraggiò Pegasus.

Dietro di loro comparve una parete rocciosa che sembrava molto difficile da scalare.

Pegasus, Marin,Alec e Krusmi lasciarono le armi a Fuego e a Rosy.

Cominciarono la scalata su una parete alta circa 7-8 metri... Senza imbracature di sicurezza.

Marin cominciò a salire ripetendosi "Posso farcela... Basta non guardare giù".
-Brava Marin!- esclamò al suo fianco Pegasus, sembrava rispondesse ai pensieri di Marin
-Puoi farcela!-
-Dai ragazza !- la incitò Krusmi
Alec si era rilevato il più agile, infatti era già in cima ed esclamò - Krusmi avrei bisogno del tuo aiuto-

Dopo circa 15 minuti arrivarono in cima: la parete era larga circa 5 metri e piena di pietre piccolissime... Impossibile trovarne una preziosa!

Con l'aiuto dello gnomo studioso, i nostri amici riuscirono a trovare, in mezzo a una marea di pietre minuscole, quattro cristalli ricoperti da circa tre strati di terra.

Ricominciarono a scendere molto cautamente. Era facile perdere l'equilibrio e per di piú non avevano niente a cui aggrapparsi in caso di caduta.

Finalmente con i piedi a terra Marin sussurrò a lei stessa - Ce l'ho fatta... Proprio io-
Pegasus le diede una pacca sulla spalla mentre Fuego e Rosy le fecero i complimenti.

Misero i quattro cristalli nel cestino e anche la seconda porta si aprì.

Marin fu l'ultima ad attraversarla.
Ma quando la superò sentì un nitrito di paura e delle grida.
Pegasus gridò il suo nome....

MarinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora