24. Rivelazioni

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Marin non riusciva a dormire. Si ricordò delle stelle che aveva ammirato dalla sua stanza la notte prima, al castello.
Si alzò e andò a stendersi sull'erbetta, vicino alla cascata, con il naso all'insù.
Sentiva freddo, ma non gli importava, anzi nemmeno lo sentiva davanti a uno spettacolo del genere : le stelle erano grandi e vicinissime, poteva quasi toccarle.

Era avvolta sia dal freddo che da quest'atmosfera magica, quando la voce di Pegasus ruppe il silenzio -Belle vero?-
Marin si spaventò, pensava di essere sola. Non l'aveva sentito arrivare. Era seduto accanto a lei.

 Era seduto accanto a lei

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- Eh si... Da qua, sono stupende-
-Non solo loro- rispose Pegasus guardando Marin.
-Naah smettila- disse Marin con un sorriso di imbarazzo, poi continuò -Non so se ci riuscirò a diventare una stella. Ma ci voglio provare. Sai dopo aver affrontato delle tigri.... -Marin non finí la frase.

- È per caso riferito al tuo sogno di diventare un'amazzone di alti livelli?- chiese lui.
-E tu come fai a saperlo?-
- Guarda che la tua passione e i tuoi sogni, qui a Zurisya li conosciamo tutti-
Marin rise.

- Si comunque, ma per adesso non so nemmeno se arriverò in gara-
-Perché?- chiese lui.
-Sai... Luxy che si comporta così, io che mi demoralizzò e l'istruttore che non sa piú cosa fare... Non è proprio un bel periodo- Marin abbassò gli occhi e le scappò una lacrima pensando alla situazione che aveva lasciato sulla Terra. Se ne era del tutto dimenticata.

Ad un tratto, Pegasus afferrò la testa di Marin e se la porto a pochi centimetri dalla sua e le disse - Ricorda che, una stella prima di splendere... Ha bisogno di bruciare. Quindi NON mollare il tuo sogno!-
Marin rimase con la faccia tra le sue mani calde. Lo guardava negli occhi e ne rimase ipnotizzata : erano grandi, dolci e rassicuranti.

Poi, dopo un attimo, la lasciò andare e le disse - Guarda,ti sei congelata, vieni qui!- Marin si avvicinò a lui che l'accolse tra le sue braccia forti.

Rimasero così per qualche minuto, abbracciati, riscaldandosi a vicenda e guardando le stelle.

Poi fu di nuovo Pegasus a rompere il silenzio - Sai, tempo fa c'era un elfo chiamato Lory. Era il mio migliore amico-Marin tese le orecchie per ascoltarlo meglio -Poi un bel giorno, mi disse che non valevo niente, solo perché l'avevo sconfitto in una gara di motocross, e dopo un litigio, in cui mi disse tutte le cose brutte che pensava di me, se ne tornò arrabbiato a casa-

-Cosa?!Cosa?!Cosa?!...Fai motocross?- chiese stupita Marin, interrompendo il racconto.
-Si, da piccola mi hai immaginato così, dopo che tuo padre ti aveva fatto un giro sullo scooter- sorrise, era evidente che gli piaceva quello sport come a Marin piaceva l'equitazione.
- Ahah...va be' continua- ridacchiò Marin.

- Ero desolato. Non pensavo che il mio migliore amico pensasse tutte quelle cose negative sul mio conto.
Poi arrivò il terremoto e il giorno dopo mi arrivò la notizia che Lory si era unito alle creature di Strenger. Caddí nello sconforto. Menumale che a salvarmi dalla depressione ci fu Alec, che mi accettò cosi come sono e mi presento gli altri. Lui è il mio VERO amico-

A Marin si riaprì la voragine che ormai non sentiva da un po'. Ascoltando quella storia così simile alla sua, i ricordi riaffiorarono.
Pegasus sentì la sua tensione e la strinse ancora più forte.

Lui continuò -Appena riprese le forze grazie ad Alec, vidi i danni provocati dal terremoto, e pensai di venire a vedere cosa stavi passando. All'inizio era solo voglia di vendetta per poter trovare un modo per distruggere Lory e la sua nuova compagnia che minaccia Zurisya. Ma poi... Ho visto che stavi passando le stesse cose che avevo passato io , ma più intensamente. Così ho deciso di aiutarti per davvero, perché so come ci si sente- concluse con un tono triste, guardando davanti sè.

-Ma ora siamo qui. Insieme. E come dice il vecchio Dominique "l'unione fa la forza"- disse Marin.
-Giusto- rispose lui facendo un sorriso sghembo.

-Grazie- aggiunse Marin.
-Di cosa?- chiese lui.
- Di avermi salvata come Alec ha fatto con te- rispose lei.
-Sono contento- ringraziò lui guardando le stelle sorridendo.

Restarono a guardare le stelle, abbracciati.
Marin seguiva il respiro calmo di lui. Si sentiva a suo agio. Protetta.

" Una stella prima di splendere... Ha bisogno di bruciare" si ripeteva questa frase in modo da non dimenticarsela.

- Pegasus- lo chiamò.
-Dimmi- rispose lui.
-Quando portiamo a termine questa missione... Mi fai un giro in moto?- chiese con un sorriso speranzoso.
- Va bene- rispose ridendo lui.

-Forse è meglio andare a dormire. Non credi ?- chiese Pegasus.
-Si, andiamo- disse lei.

Sciolsero l'abbraccio e raggiunsero gli altri ,che dormivano all'inizio del bosco molto, molto profondamente.
Si stesero uno accanto all'altra, come quando mangiarono, e si misero uno contro le spalle dell'altra.
Così si addormentarono tranquilli.

Mentre dormivano un'ombra passò sopra le loro teste. Un'ombra abbastanza grande. Tenebrosa.
Nessuno se ne accorse, perché stavano tutti sotto gli alberi, al riparo dai chiari raggi della luna, ma Fuego, che si era addormentato con la testa esposta alla sua luce, venne svegliato dal passaggio improvviso luce-ombra e viceversa.
I draghi erano molto sensibili anche mentre dormivano.
Alzò la testa verso il cielo, ma non vide niente. Pensò quindi, che era passato davanti alla luna, un semplice uccello notturno e ritornò a dormire.

In realtà, non era un semplice uccello di passaggio.

~spazio scrittrice~
Grazie tante di continuare a leggere la mia storia, siete in molti!
Cosa succederà ai nostri amici, secondo voi?
Come sempre se vi va lasciate un vostro parere nei commenti oppure una piccola stellina.
Grazie ancora!! 😘😊

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