Capitolo 18

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Miriam's pov
Non è possibile. Le invio almeno 30-40 messaggi al giorno. Non mi risponde mai,non la vedo mai in giro.
Menomale che ci sono quei due idioti. Almeno mi tengono compagnia e mi fanno ridere.
(Ah nel caso non lo sapeste io e Ben stiamo insieme.. Ieri sera me lo chiesto ed era tutto rosso dovevate vederlo. Come era carinoo *^*)
Federico è una persona particolare. Però lo si nota da chilometri che gli è successo qualcosa. Non è più come prima, sembra turbato. Spesso è pensieroso e va agli scogli o al parco, come se aspettasse qualcuno. Quando torna ha una faccia ancora più turbata. Come se qual qualcuno non fosse mai arrivato. E non è un caso che Jas non si presenta e lui sta male. Deve essere successo qualcosa.
Però me lo deve dire lei.
Decido così di andare a casa sua. Sono le 10:52, o è sveglia o la sveglio io.
Trovo la sua casa e busso. Mi apre la madre che mi fa accomodare, poi mi lascia davanti la porta della camera di Jas.
Busso.
Nessuno mi risponde.
Ribusso.
Sento un "Non entrare mà"
Mi scoccio ed entrò comunque.
La vedo li, capelli scompigliati appena uscita dalla doccia.
Rimane in silenzio poi fa un respiro.

Jasmine's pov
"Ehi.."
"Ciao.." Mi risponde.
"Io..scusami ma non.."
"Mi hai fatto preoccupare. Sai quanto siamo stati male?"
"Stati..?"
"Si. Io ben e quel coglione di Federico che da quando non ti si vede in giro sta tutto pensieroso. Che cazzo ti prende? Ora voglio delle spiegazioni cazzo. Mi sono scocciata. Quando a te serviva qualcosa sono sempre corsa da te e tu mi ricambi andandotene, senza una ragione apparente e senza farti viva. Anche se fosse successo qualcosa tra te e Fede cosa cazzo centro io? Se in questi giorni avevo bisogno di te? Io avevo bisogno di te. Fortunatamente erano cazzate ma i immagini se era qualcosa di serio?"
Rimane in silenzio 2 secondi e a me le lacrime stanno scendendo a gogo.
"Non sto dicendo che sono arrabbiata con te. Non sto dicendo che non siamo più amiche o che non ti perdonerò. Gli errori si fanno.. Però voglio una spiegazione. Me la devi."
E via con la prima lacrima.
Mi siedo sul letto e le rispondo con un nodo alla gola.
"Quando quella volta sono andata a fare una passeggiata con Federico, era tutto sorridente, si avvicinava a me, scherzava e mi guardava le labbra come se non ci fosse nient'altro. È come se si fosse trattenuto. Poi qualche giorno fa.. Sono andata al parco e l'ho incontrato. Lui beh... Mi ha cacciata via. Non esplicitamente ma lo ha fatto intendere. Io.. Io "
Dico con le lacrime che partono dagli occhi e mi finiscono al mento.
"Io non lo so.. Io ci speravo quasi. Sono stata un idiota a sperarci, idiota a credere che quello che era il mio sogno poteva realizzarsi. Quando QUELLA sera mi ha trattata in quel modo.. Io non ho capito più niente. Non credo che tu possa capire. E non prendertela ma.. Davvero non credo tu sappia cosa significa essere cacciata,respinta dalla persona per cui avresti fatto i salti mortali. La persona che hai sostenuto tutto questo tempo. Io sono pensante lo ammetto. Ma questo non l'ho retto.. E mi dispiace.."
Ormai le guance sono bagnate fradice.
"E mi dispiace perché tu non centri un cazzo ma io non sono riuscita a giostrare tutto. Perché io nonostante i miei 18 anni appena compiuti"
Dico facendo scendere le lacrime  smettendo di parlare per un po' pensando al fatto che oggi è il mio compleanno.
"Nonostante questo io non ho resistito. Non ti chiedo di perdonarmi perché non lo merito. Insomma.. Hai dato fiducia alla prima persona che hai incontrato nel campo, mi sei stata vicino nonostante il mio modo di essere. Come posso io permettermi di  chiederti di perdonarmi dopo ciò? Non posso. Semplice."
Non finisco di dire queste parole che me la ritrovo tra le mie braccia. O io mi trovo nelle sue. Non lo so.. So solo che le lacrime non smisero mai di scendere.

"Non so come ci si sente hai ragione. Mi dispiace ma sta volta non posso capirti. "

Mi risponde.
Si stacca da me e abbassa lo sguardo.
La guardo e noto un sorriso. Sta per dirmi qualcosa.

"Comunque.." Inizia.
Mi asciugo le lacrime.
"Io e ben stiamo insieme"
Cosa faccio io? Urlo. URLO. Semplicemente urlo. Come se non ci fosse un domani.

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