Capitolo 20

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Vedo che Miriam aumenta il passo,sempre di più.
Aumenta il passo per andare da Benjamin.
Lui si avvicina.
Si baciano.
Mi sta venendo un vuoto allo stomaco e un nodo alla gola incredibile.
Non che a me piacesse Ben, però in questo momento avrei anche io bisogno di ciò che lui le da: amore.
Io rimango indietro mentre loro si coccolano un po'.
Accenno ad un sorriso nel vedere Ben imbambolato nel guardarla mentre si aggiustava gli orecchini.
Quel accenno di sorriso non era destinato a durare molto.
Sento dei passi avvicinarsi e so di chi sono ma io non voglio parlarci.
Cerco di evitarlo, facendo finta di non aver sentito niente.
Ma ti pare che una volta ogni tanto, quando cerco di scappare, io vado lontano?
No, semplicemente no.
Mi sento chiamare e i passi diventano una specie di corsa.
Faccio ancora finta di niente, nessuno sta parlando con me, nessuno mi sta rincorrendo, LUI non mi sta rincorrendo.
Giuro che volevo morire.
Mi blocca per le spalle e mi gira verso di lui.
Vaffanculo, i suoi occhi..vaffanculo.
Tolgo le sue mani velocemente.
"Non ho voglia,né tempo di parlare con te."
"Non mi interessa,ora chiariamo tutto. E porca puttana guardami negli occhi."
Eh Federico, fosse facile riuscire a guardarti negli occhi senza rimanere imbambolata.
"Chiariamo un altro giorno. Sta sera no, CAZZO ALMENO IL GIORNO DEL MIO COMPLEANNO PUOI LASCIARMI IN PACE O DEVI ROVINARMI ANCHE QUESTO?"
Dico con le lacrime che provo a trattenere. Ovviamente invano.
Rimane in silenzio.
"Scusami,non volevo.. Non dare peso a quello che ho detto non lo pensavo veramente. Però non... Scusami."
Mi giro e cercando di non farmi vedere asciugo le lacrime.
"No."
Il polso.
Prima le spalle e ora il polso.
Federico's pov

"Tu non te ne scappi. Tu ora resti qui e chiariamo. Perché per questa situazione a starci male non sei solo tu."
Gli occhi sono diventati verdissimi, il trucco è colato tutto sulle lentiggini.
Faccio un respiro cercando di non pensare a quanto cazzo sono profondi i suoi occhi.
"Può sembrare che io lo faccia a posta.
Ma credimi se ti dico che prenderei a pugni colui che ha deciso che doveva andare così.
Quella sera al parco ti ho risposto in un modo sgarbato e non avrei dovuto, non credere che io sia stupido tanto da non capire gli errori che faccio. Non dovevo risponderti così, ma non ho potuto fare altrimenti. Ho provato ad essere il più normale possibile ma non sono riuscito a fare di meglio. Non chiedermi il perché.."
Ho gli occhi lucidissimi è un nodo alla gola.
Ha lo sguardo abbassato.
"Ti prego.." Dico avvicinandomi un poco.
"Sono solo cazzate. Io.."
Risponde.
Mi scendono le lacrime.
Giro e faccio come se volessi andarmene..
Ma non posso rimanerla li.
Cazzo faccio?
Va bene,glielo dico.
Mi rigiro e inizio quasi ad urlare.
"VUOI SAPERE COSA AVEVO QUELLA CAZZO DI SERA?"
Appoggiata con schiena al muro,scivola finendo per sedersi a terra. Testa tra le mani e un singhiozzo dovuto dal pianto.
"Sto male."
Mi stanno scendendo le lacrime. "Ebbene sì, casa Jasmine. Sto male."
Alza lo sguardo e sgrana gli occhi pieni di lacrime.
"Non so quello che ho. Ma di certo non sto bene. Prima che tu venissi ho vomitato quella sera, avevo la testa che stava scoppiando e un dolore al fegato, per questo ero piegato. Non riuscivo a parlare, già è stato tanto che ti ho risposto. Non riuscivo a muovermi, non potevi fermarti."
Si tappa la bocca con la mano.
Mi siedo a terra di fianco a lei e le asciugo le lacrime.
"Ti prego.. scusami."
La prendo e la abbraccio.
Continua a piangere mentre si nasconde nell'incavo del mio collo e a me continuano a scendere delle lacrime nel vederla così.

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