Capitolo 8

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Stefano: Giuro! Guarda che gli piaci, si vede un casino!

Ormai era una settimana che Stefano, il mio migliore amico, continuava a ripertemelo. Il mio migliore amico, faceva sempre un po' effetto pensarlo. Alla fine quel secondo giorno di scuola quando entrò, insieme a quell'essere, in classe con i suoi capelli blu elettrico e quei tre piercing in faccia l'avevo catalogato subito come una persona da evitare. Ma poi cominciammo a parlare, e giuro che avevo trovato una persona di cui potevo fidarmi al cento per cento. Lui aveva quella straordinaria capacità di capire in un lampo le persone, gli leggeva dentro e in un secondo sapeva cosa pensavano riguardo a tutto.

Lela: Ma va cosa dici, ma se stiamo sempre a litigare!
Stefano: L'amore non è bello se non è litigarello!
Lela: Sai quante persone dovrebbero essere innamorate di me allora?
Stefano: Dai a parte gli scherzi. Si vede che gli piaci, ti rompe le scatole solo quando stai con gli altri...tipo con Faggio o Just o Bonzo. Poi ti chiama sempre, ogni due frasi c'è il tuo nome. Anche con noi è sempre: Lela qua, e sapete che Lela là, e Lela Lela Lela...praticamente pensa sempre e solo a te!
Lela: Maddai scemo! Sarà una tua impressione, io non noto niente di più del gusto di infastidire una persona.
*Stefano si girò dall'altra parte, si incamminò verso l'uscita della classe e mentre lo faceva mi disse*
Stefano: Che poi è inutile che continui a dire che lo odi, perché anche a te piace lui...ora basta solo che uno dei due metta da parte l'orgoglio e si dichiari.

Non feci ora a rispondere, o forse non sapevo cosa rispondergli. Però cominciai a pensare...a pensare molto.

Come arrivai a casa da scuola la mia serie di pensieri non era neanc'ora finita, quindi presi le mie adorate cuffiette, le collegai al mio telefono e attaccai un po' di musica che mi aiutasse a ragionare.

Pensai a quello che Stefano mi aveva detto. Che io piacevo a Lucky, e Lucky piaceva a me. Ma come poteva piacere a me Lela quel Smith, quel ragazzo insopportabile, esasperante, ritardato, scemo, idiota fino al midollo, irrispettoso e sbruffone. Come poteva?! Ci misi un attimo a capirlo...avevo il cuore che batteva all'impazzata, un caldo incredibile e stavo sorridendo come una bambina davanti ad una gelateria. A me piaceva quel Lucky Blue Smith.

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Strani quei dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora