Capitolo 7

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"Izzy!" Isabelle si girò di scatto, era Jace che la chiamava. "Finalmente ragazzi! Pensavo non arrivaste più.... Ce ne avete messo di tempo!" Disse lei abbracciando Jace. "Si scusa, ci siamo fermati all'istituto per recuperare delle armi...Comunque come fai a sapere che il mondano si trova all'interno dell'Hotel Dumort?" Rispose Jace. Tutti e tre avevano la testa rivolta verso la struttura in riparazione. Era piena notte e l'unica luce presente era quella della luna. "Beh sai, ci so fare con i baristi... Sono riuscita ad estrapolare qualche informazione" disse Izzy spostando lo sguardo dall' hotel a Jace ed infine a Clary. "Alec?" Disse Clary ad alta voce guardando alle spalle dei due. "Cosa? Che diavolo ci fai qui Alec? Ti avevo detto di stare a casa da Magnus!" Urlò Izzy al fratello, puntandogli un dito in pieno petto. "Si beh, Magnus ha detto che la ferita sta guarendo e che potevo togliere le bende. E poi, non se ne è neanche accorto...Ha bevuto dell'alcool. Non tanto da cadere a terra ubriaco, ma quel che basta a farlo addormentare sul divano" gli rispose alzando le spalle. "Maledizione...Giuro che appeno lo rivedo io-" cercò di dire Izzy "Tranquilla, lui non c'entra niente, sono stato io. Non volevo abbandonarvi e lui mi avrebbe impedito di raggiungervi, così l'ho fatto bere più del previsto." La interruppe Alec. "Sei proprio un bastardo!" Disse Jace ridendo e passandosi una mano fra i capelli. "Forza, andiamo a recuperare Il mondano. Non ho voglia di stare in girò tutta la notte." Disse Alec dirigendosi verso l'entrata. "Il suo nome è Simon!" Lo corresse Clary. "Si quello che è. Muovetevi" fece Alec mantenendo la calma. Entrarono tutti e quattro nell'hotel e iniziarono a salire le scale. L'interno dell'hotel era completamente trasandato con dei cavi elettrici che pendevano dal soffitto. Non sapendo dove si trovasse Simon, fecero tutti i piani. Per fortuna erano solamente 5. Si capì immediatamente qual era il piano giusto, perché appena misero piede nel 3, sentirono un bisbiglio provenire da dietro un angolo. Il piano era malmesso come gli altri, l'unica differenza era che questo aveva degli scaffali pieni di polvere e delle immense tavolate ancora apparecchiate anch'esse piene di polvere e ragnatele. I quattro si diressero verso quel bisbiglio. Saliti gli ultimi gradini si abbassarono per non essere visti, e fecero a Clary, la runa del silenzio. Nonostante questo cercarono di fare meno rumore possibile. Jace era davanti a Clary con la spada angelica sguainata, alla sua destra c'era Isabelle con la frusta in mano e alla sinistra Alec con l'arco tirato e la freccia incoccata. Proseguirono in questa posizione fino a quando non svoltarono dietro una parete. Lì Clary urlò e corse verso un ragazzo sdraiato su un divano. Il ragazzo aveva i capelli ricci appiccicati alla fronte per il sudore, faccia e braccia sanguinante e un viso privo di colore. Jace capì dopo qualche secondo che, il misterioso ragazzo, era Simon. "Cosa ci fate qui, Nephilim?" Chiese una foce senza fonte precisa. "Siamo venuti a riprenderci il ragazzo" Rispose Jace. "Non potete entrare nella nostra proprietà, state infrangendo gli accordi..." Continuò la voce. "Non siamo noi quelli che hanno infranto gli accordi, bensì voi. Avete rapito un mondano!" Rispose Alec. "Si chiama Simon!" Si lamentò Clary tenendo la testa dell'amico. "Shh!" Disse Alec. "Non l'abbiamo rapito, è stato lui a consegnarsi a noi. È lui che è entrato nel nostro bar, di conseguenza nel nostro territorio." Finalmente il portatore della voce si fece avanti. "Raphael Santiago..." Sussurrò Jace. "Si, è il mio nome. Ma non deve interessarti...." Gli disse Raphael. "Ti prego, voglio solo portare via Simon! Non vedi che sta male?!" Gli urlò contro Clary. "Ragazzina, non avrai nulla se continui a gridare. Tranquilla, sta bene.... Ci siamo solo un po' divertiti." Rispose lui ridendo "Ma devi essere fiera di lui! Si, ha anche provato a ribellarsi, sai? Quello che ha sulla faccia non è tutto sangue suo, mi ha spaccato una bottiglia di vetro sulla testa e.... " continuò. "Si beh, non ci interessa la storia della tua vita. Ora, se non ti spiace, togliamo il disturbo. Adiós amigos!" Così dicendo, Jace corse da Clary e prese Simon sotto il braccio dopodiché iniziarono a correre. Alec iniziò a scoccare frecce mentre Izzy lanciava colpi letali con la frusta argentata. I vampiri gli assalirono, ma riuscirono a tenerli a bada anche se per un breve periodo di tempo. Clary e Jace trascinarono letteralmente Simon giù per le scale mentre Clary ripeteva continuamente 'scusa' all'amico ad ogni rampa, Izzy e Alec intanto gli coprivano le spalle. Finalmente arrivarono all'ingresso dell'hotel e uscirono. A sorprenderli era l'alba. I vampiri, per fortuna, non potevano stare al sole quindi ripresero fiato sedendosi sul marciapiede rotto. Alec, si teneva la mano sulla spalla cercando di nascondere il dolore. L'unica che si accorse delle pene che stava passando, fu sua sorella. Nel frattempo Simon aveva ripreso conoscenza. "Simon! Simon, stai bene?" Chiese Clary mettendo una mano su, viso dell'amico. "Clary! Clary grazie a dio.... Come avete fatto a trovarmi?"chiese Simon toccando ripetutamente i capelli rosso fuoco dell'amica. "Ho dovuto malmenare un barista..." Gli rispose Izzy senza guardarlo. "Oh..... Ecco, in realtà non so come rispondere.... Beh, grazie" disse Simon imbarazzato dalla situazione che si era creata. "Forza, torniamo all'istituto." Disse Isabelle alzandosi da terra e chiamando un taxi. "Izzy, non per fare il pignolo ma... Lo sai che siamo in cinque, vero?" Disse Jace. "Infatti questo taxi è per voi, io e Alec prenderemo il prossimo. Ci vediamo la." Così dicendo, Izzy sbatté la porta del taxi e lo guardò partire.

"Ah! Sta attenta...." Disse Alec. Erano sui sedili posteriori di un taxi e Isabelle stava controllando la ferita del fratello. Aveva riniziato a sanguinare. "Scusa.... Ma perché sei venuto? Dovevi stare a casa a riposare!" Si lamentò Izzy. "Non sopporto l"idea che sei andata da sola a cercare il mondano..." Rispose Alec "non ero da sola, c'erano anche gli altri." Continuò Izzy "sì certo, una mezza mondana che non sa neanche cos'é una runa, e Jace che le sbava dietro.... " puntualizzò Alec. "Smettila dai" disse Izzy scendendo dal taxi. Guardò suo fratello imitarla e sbuffare roteando gli occhi "dirai mai a Jace cosa sei veramente? Non dico di doverti dichiarare, ma almeno dire quello che sei e quello che provi! Alec, è il tuo parabatai... Con lui non dovresti avere segreti" continuò Isabelle salendo sulle scale dell'istituto e aprendo il portone. "Non lo so Izzy...È proprio perché è il mio parabatai che non voglio dire niente! I sentimenti che provo sono illegali" rispose Alec salendo sull'ascensore e premendo un bottone. "Beh ma potresti dirgli almeno che non sei etero e che nonostante questo sei pur sempre uno Shadowhunter!" continuò Isabelle. "Non lo so, magari più avanti quando tutto questo sarà finito, potrei..." Ma Alec non riuscì a finire la frase perché l'ascensore si aprì e la voce gli morì in gola. Jace stava baciando Clary e si staccò dalle sue labbra solo quando sentì il tintinnio delle porte dell'ascensore. Izzy si girò verso Alec imbarazzata e gli disse "Alec, mi dispiace io non sapevo che..." "Cosa? Che Jace fosse etero? Andiamo Isabelle, l'abbiamo appena detto. Non dirò mai a Jace quello che sono realmente, perché non gli interessa e a quanto pare è troppo impegnato a fare la pulizia dei denti alla rossa." Rispose seccato Alec, tornando dentro l'ascensore e schiacciando nuovamente un altro pulsante. "Ora scusa, ma devo fare un giro." Così dicendo le porte si chiusero.

"Un posto un po' più appartato non potevate trovarvelo voi due?!" Chiese Izzy con fare ironico, guardando Jace con le mani nella zona lombare di Clary. "Che gli è preso ad Alec?" Chiese Jace apparentemente preoccupato. "Sicuramente il fatto che tu non l'abbia neanche ringraziato per tutto quello che ha fatto non è stato d'aiuto. Jace, Alec si è anche fatto male alla spalla di recente e per un arciere la spalla è importante! È venuto ad aiutarci a cercare Simon, che neanche gli va a genio!" Disse Isabelle esasperata "Ora, se non vi spiace, vado a controllare come sta Simon. A quanto pare, qui nessuno si preoccupa per i propri amici" concluse dispiaciuta dalla situazione creatasi, e sparendo in una stanza buia.

"Clary?" Chiese Simon. Era sdraiato su un letto ed era circondato dal buio. L'unica luce che c'era, era quella della luna che penetrava dalla finestra. Ai piedi del letto c'era anche una bacinella piena d'acqua ed uno strofinaccio. "No, sono Isabelle. Come ti senti?" Gli chiese Izzy sedendosi sul bordo del letto, prendendo lo strofinaccio bagnato e appoggiandoglielo sulla fronte. "Stanco.... Molto stanco. Mi fa male la testa, ho la bocca che sa di ferro e mi pulsano le orecchie. Hai presente quando ascolti con lo stetoscopio il cuore di qualcuno?" Disse Simon appoggiando la testa al cuscino e chiudendo gli occhi. "Si beh.... Ora non ci pensare, sta fermo e basta. Ti tolgo il sangue che hai addosso." Rispose Izzy passando lo straccio sul viso del ragazzo. Mentre ripuliva il sangue, notava che non c'era nessuna ferita da cui provenisse. "È... Strano" sussurrò Izzy "cosa è strano?" Chiese subito Simon senza aprire gli occhi. "È che...." Cercò di spiegare Izzy, ma Simon si era addormentato. Isabelle sorrise e si alzò per dirigersi alla porta. Una volta raggiunta, si girò per guardare Simon dormire. Era come se non stesse respirando, ma pensò che fosse solo un gioco di luci e ombre della notte. Così aprì la porta e sparì nel buio.

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Spazio autrice
Ciao! Ok, in questo capitolo non è presente Magnus ma, tranquilli, nel prossimo capitolo non mancherà. Comunque vi devo avvisare in anticipo che ci saranno a breve dei passi importanti per alcuni personaggi della storia e che ci sarà da divertirsi se siete fan della Malec ;)
Ovviamente lasciate un voto e commentate! Si accettano consigli e critiche.
Spero che vi sia piaciuto e.... Cercherò di pubblicare in un arco di non più di sette giorni

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