Capitolo 16

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Quella stessa sera, nel centro di Idris, mentre Sebastian percorreva la strada per tornare a casa, Clary si trovava in compagnia di Luke. Era ormai passato parecchio da quando i due non passavano in po' di tempo insieme, cosa che invece era solita accadere prima di tutta questa storia. "Mi fa piacere passare del tempo da solo con te, Clary". Mentre passeggiavano Luke guardava in alto sovrapensiero e prendeva dei respiri profondi per fare un tuffo nel passato, prima che Clary venisse a conoscienza del mondo invisibile. "Si, anche io! Con tutto quello che è successo, nessuno dei due ha avuto il tempo di prendersi una pausa. Pensavo che con la morte di Valentine saremmo finalmente riusciti a svegliare mia madre, ma con l'assassinio di Ragnor e la presenza di questo seguace sembra che le cose non siano assolutamente migliorate" rispose Clary sconsolata. "Non ti preoccupare, il male non può durare per sempre.... Jocelyn si sveglierà, tu tornerai a scuola ed io tornerò al mio lavoro. Tutto come prima. Si, torneremo alla normalità. Te lo prometto" la rassicurò lui. E ci riuscì! Clary non vedeva Luke come suo padre infatti non l'ha mai chiamato così, ma sapeva nel profondo che lui la vedeva come sua figlia; Luke non era suo padre, ma sapeva comportarsi come tale.
"Guarda un po' chi c'è lì! il piccolo Lightwood" esclamò Luke indicando un punto in fondo alla strada; Clary aguzzò la vista e vide che in effetti aveva ragione, stavano venendo incontro a loro Maryse e Max, anche se quest'ultimo sembrava più intento a leggere un fumetto che a prestare attenzione alla strada, infatti sarebbe inciampato in un marciapiede se la madre non l'avesse spostato per tempo. "Clary! Grazie all'angelo.... ho un incontro urgente con alcuni fratelli Silenti ma credo che per Max sia giunto il momento di tornare a casa. In più non può assistere alle riunioni con i Fratelli" spiegò la donna cercando di apparire cordiale. "Lo potresti accompagnare a casa? Non mi va che giri da solo, in più abitate nello stesso edificio" concluse lei una volta giunta dinanzi a loro e strappando di mano il fumetto che Max aveva per buttarlo nel cestino più vicino. "Non sono un bambino, ci posso tornare anche da solo" sussurrò Max abbassando la testa. Era risaputo che la famiglia Lightwood fosse molto eligia all'educazione dei giovani Shadowhunters ed è per qesto che quando Max, ribadì si guadagnò un'occhiata ammonitrice da parte della madre. "Certo nessun problema!" esclamò la rossa, quasi impietosita dalla scena. "Se volete vi posso accompagnare. Per arrivare al mio alloggio, devo percorre la stessa strada" propose Luke. Sebbene Maryse non fosse pienamente d'accordo che il figlio venisse accompagnato da un licantropo, con irritazione acconsentì. Quando la donna fu abbastanza lontana, Clary si avvicinò al cestino, prese il fumetto in mano, lo ripulì e lo diede al piccolo Lightwood che le sorrise. Durante il percorso Clary cercò di fare conversazione sul fumetto che Max stava leggendo "Non è Vuolferin ma Wolverine! È un grosso signore che ha degli artigli di adamantio che luccicano e che gli escono tra le nocche e che..." stava esclamando Max, ma non finì la frase perché la sua attenzione fu attirata da un movimento sinistro apparso in un piccolo viale tra una casa e l'altra, come se un ombra avesse deciso di prendere vita e girovagare nelle tenebre.  "Cosa c'è che non va?" Chiese Clary notando che Max si era fermato. Il ragazzino assottigliò lo sguardo per distinguere la figura tra le ombre, ma non ci riuscì. "Niente, mi.... mi è sembrato di vedere qualcosa..." rispose il piccolo shadowhunter sospetto. "Magari era solo un gatto. Mi stavi parlando di questo Wolferin giusto?" Lo rassicurò Clary dandogli una leggera spinta dietro la schiena. Max sentendo l'ennesima pronuncia errata del suo eroe, si mise la mano sulla fronte e, scuotendo la testa, si mise a ridere.

Le sue risate eccheggiarono tra le vie deserte in mezzo alle case, e raggiunsero le orecchie di un vampiro poco distante da li che, affamato, girovagava da quelle parti. Il figlio della notte, decise di andare a caccia della sua futura preda umana con alcol nel sangue per ravvivare la serata da lui definita "morta". Nel tentativo di cercare qualche povero ubriaco da uccidere, sentì un lieve fruscio provenire da dietro di lui. Essendo i vampiri esseri molto agili e veloci, si girò di scatto per affrontare il presunto pericolo piazzatosi davanti a lui ma... mai fece errore più grande, poiché appena diede le spalle all'oscurità l'ultima cosa che sentì fu un brivido freddo all'altezza del cuore, poi solo buio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 03, 2017 ⏰

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