Tornai sopra, dirigendomi verso la mia stanza. Era disordinata, come sempre. Ancora i letti erano da fare, ed erano le quattro del pomeriggio. Fantastico. Mi diressi in cucina, svogliatamente e trovai mia madre seduta al tavolo a giocherellare con il cellulare. Attorno a lei due bottiglie di birra svuotate.
"Mamma... hai bevuto di nuovo?"
"E? Sai che mi piace la birra" preferii non rispondere a questo commento e aprí il frigo per prendere un po' d'acqua fresca. Ne avevo bisogno."Sally..." disse poi lei. Io mi voltai lentamente. Ormai mi chiamava di rado, mi stupí nel sentirle pronunciare il mio nome. "So di non essere una mamma perfetta. So di avere troppi problemi. So che avrei dovuto starti più vicino. So che sono oppressiva, insopportabile e soprattutto ingiusta. Ti chiedo scusa, amore mio. Dopo quello che è successo... non lo so, non ho più avuto il coraggio di continuare a vivere. Ti ho trascurato, e me ne pento immensamente. Io...ti voglio bene Sally" quelle parole fecero breccia nel mio cuore. Mia mamma non mi parlava cosí da circa due anni a questa parte, sentirle dire tutte quelle cose ebbe su di me un effetto devastante. Avrei voluto sorridere e piangere contemporaneamente. Avrei voluto risponderle "anche io" per poi dirle "ora ti sei ricordata di avere una figlia?!". Avrei voluto abbracciarla. Invece rimasi immobile, a bocca aperta a guardarla.
Lei scostó cautamente la sedia e mi si avvicinó. Mi guardó per un attimo negli occhi, poi mi sussurró "Scusami". Ció che successe dopo fu naturale. Mi strinse tra le braccia e io ricambiai la stretta, abbandonando orgoglio, rancore e riserve. Risentire l'abbraccio di mia madre fu qualcosa di unico. Finalmente mi sentivo in pace, quella pace tanto agognata che sembrava un miraggio. Finalmente mi sentivo un po' meno sola, con i miei problemi e le mie stranezze. Finalmente, eravamo tornate ad essere mamma e figlia. Quando ci staccammo le sorrisi "anche io ti voglio tanto bene mamma".
Era una donna fantastica, ma debole. Amava alla follia mio padre e quando accadde ció che accadde... crolló. Semplicemente questo. Non riuscì a reggere il peso di tutto quel dolore e inizió a fumare, a bere... cambió in negativo. Io ero perfettamente consapevole di ció che le stava accadendo, io ero molto simile a lei. Ma non riuscii mai a dirle niente. Tutto per uno stupido orgoglio. La lasciai cadere in rovina, senza aiutarla a rialzarsi, senza mostrami presente. Lasciandola a sé stessa. Improvvisamente gli occhi mi si riempirono di lacrime mentre guardavo la donna che mi aveva messo al mondo, che più amavo, trasformata dal dolore, anche per causa mia."Hey... che succede?" Mi chiese lei, mentre il sorriso le morí sulle labbra.
"È colpa mia. Scusami" ricominciai a piangere. Odiavo sentirmi così. " dovevo starti più vicino anche io, non ti ho mai cercato... non ti ho impedito di rovinarti la vita. Solo per questo stupido maledettissimo orgoglio."
"Ma cosa dici... sarei stata io quella a doverti stare vicino... ma non c'ero. Non ci sono stata. Ti ho fatto passare due anni di inferno, non ho mai avuto il coraggio di dirti ciò che ti ho detto oggi... mi spaventavo della tua reazione... ti ho lasciato a te stessa, ti ho rovinato io la vita."
"No mamma. La nostra vita l'ha rovinata il destino." Le dissi con una punta di rabbia mischiata ad amarezza. Seguí un attimo infinito di silenzio, lei mi guardó sospirando. Non sapevamo più cosa dire. Un altro abbraccio segnó quello che poteva essere un nuovo inizio o un'altra fine. Avevamo bisogno di una pausa, tutte e due. O meglio. Avevamo bisogno di felicitá.

STAI LEGGENDO
Shattered
Storie d'amoreSegnata da delusioni, amarezze e un'infanzia difficile, Sally decide all'etá di 17 anni di averne abbastanza. Vuole cambiare vita. Ricominciare da zero. Riprendere a vivere. Ed è così che, quasi senza pensare, prende il primo volo per il Canada, un...