7-Lividi.

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Era la terza volta che si trovava tremante all'interno della roccia fredda di quella caverna e questa volta nessuna guardia l'aveva lasciata da sola dopo averla accompagnata, ma vi era Harry accanto a lei e quasi si sentì più al sicuro.

L'ultima volta che avevano parlato, qualche giorno prima, Cassia si era infuriata a tal punto che se il ragazzo fosse rimasta davanti a lei avrebbe incendiato la sua faccia anziché la sua stessa mano.

«Quindi non hai niente da mostrarmi?» chiese Demetra.
Cassia mostrò per la terza volte le fiamme che lentamente si ramavano sul suo braccio e poi si fermavano.

«Questo è tutto ciò che ho imparato.» spiegò la ragazza.

«E pensi che sia abbastanza?» Urlò. La sua voce alta causò a Cassia un brivido lungo tutta la schiena. La giovane cercava di rimanere impassibile, celando qualsiasi timore. «Questo è quello che so fare io!» Urlò ancora Demetra.

Una folata di vento colpì il corpo di Cassia in pieno. La ragazza per via dell'impatto, si sentì stordita, e le mancò per qualche secondo il fiato.

Non ebbe tempo di voltarsi verso Harry, che impassibile restava accanto a lei, senza proferire parola, senza muovere un muscolo. Un'altra folata di vento la colpì, sta volta più forte. I suoi piedi non toccarono più il pavimento e quando, per non cadere, si aggrappò ad Harry stringendo la sua camicia di seta bianca, lui la spinse via.

Cassia crollò a terra, sbattendo il fianco con tanta violenza che anche Harry, udendo il rumore delle ossa contro la roccia, si voltò a guardarla.

Nel suo sguardo,Cassia, non riconosceva alcun rimpianto. Vi trovava solo disprezzo, uno sguardo color smeraldo che le accapponò la pelle. Sembrava una persona diversa dal gentil'uomo che giorni prima le dedicava poesie e regalava cesti di frutta fresca.

Non ebbe tempo di alzarsi dal pavimento. Tutto andò velocissimo, quando sentì che il peso del suo corpo non fu più sorretto da alcuna superficie. La roccia che sosteneva il suo fragile corpo si divise in due e come una calamita, Cassia venne attirata in quella voragine di fuoco e lava. È finita, pensò.

Poi un urlo spezzò il silenzio. Rimase sorpresa quando realizzò che non era dalla sua gola che, quel grido, provenisse. Harry aveva il viso colorato da una sfumatura accesa di rosso.

«Basta!» Urlò il ragazzo «Demetria, lasciala andare!»

Fu allora che Cassia sembrò bloccarsi nell'aria, la lava a qualche metro da lei che ribolliva. Si trovava ad un passo dalla morte. In quel momento avrebbe di gran lunga preferito fare un bagno nella lava rovente.

«Un mese» aggiunse. «Dammi un dannatissimo mese e sarò capace di accontentarti.» Harry passò la sua mano destra tra i suoi ricci capelli, frustrato. Cassia lo guardava restando ancora in bilico tra la terra e l'inferno.

Quando Cassia fu poggiata nuovamente sul pavimento, non riusciva a credere che Harry, semplice schiavo come si definiva, fosse riuscito a cambiare l'idea ad una Dea della grande potenza come Demetra.

Harry si voltò ed andò via. Non aspettò neanche che Cassia si rialzasse, non verificò neanche se fosse in grado di farlo. La ragazza avrebbe dovuto camminare da sola, senza l'aiuto di nessuno e così, alla fine, fece.

Cassia seguì la scia di quel ragazzo misterioso ed a piccoli passi percorse la strada di ritorno, mentre Harry la seminava del tutto.

Lo ritrovò seduto sulla pelliccia che ormai da settimane le fungeva da letto. Aveva le mani fra i capelli ed i gomito poggiati sulle ginocchia piegate.

Cassia si gettò sul pavimento vicino al ragazzo, stremata e dolorante.

«Sapevo non avresti letto il libro!» Harry la aggredì. Come se alla ragazza non erano bastate tutte le violenze subite quel giorno. Così Cassia non rispose, subendo la parte del colpevole e della vittima.

Cassia |h.s.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora