17-Il Buio.

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Cassia e Maximilian, con quanta più accuratezza avessero in corpo, erano riusciti ad arrivare al terzo piano, dove l'uomo che le faceva da guida dentro quelle odiate mura, aveva spiegato a Cassia che lì avrebbero trovato altre celle. Altre prigioni per chi addosso doveva portare semplice vergogna per atti poco consoni compiuti durante la loro miserabile vita.

Per la prima volta, forse, capì cosa era davvero quel posto: Una prigione, ma non solo per lei, ma bensì per chi lo meritasse e, sfortunatamente, anche per chiunque lavorasse per Demetra. Nonostante ciò aveva già capito da tempo di quanto odio fosse pregno l'abbraccio gelido che era avvolto attorno a chiunque la lodasse ed anche a chi non lo facesse affatto.

Maximilian aveva prestato molta attenzione, evitando i corridoi più controllati in quell'ora del giorno e percorrendo i pavimenti che avevano visto essere percorsi da poche scarpe consumate. L'uomo sembrava avesse studiato a memoria ogni particolare, ed ogni più piccolo passo. Perciò Cassia si sentì più sicura alla consapevolezza che aveva avuto modo di trovare: Max non voleva perdere. Perciò si sentì più speranzosa perché forse ce l'avrebbero fatta, insieme.

Tutti gli sforzi che l'uomo dal volto violato aveva fatto, forse avrebbe avuto dei riconoscimenti, finalmente. Avrebbe liberato Zayn a qualunque costo poiché quel ragazzo che possedeva il suo stesso sangue, era tutto ciò che gli rimanesse. Non l'avrebbe mai abbandonato, perché lui lo sapeva: Se si fossero trovati in situazioni opposte, il cugino non avrebbe esitato un secondo nel salvargli la vita pur di rischiare la sua. Era una promessa che si erano fatti. Una promessa sancita anni prima, quando si vivevano giorni felici trascorsi volando tra un albero ed un altro; Perché due fratelli si prendono sempre cura uno dell'altro, ed anche se essi non lo fossero davvero era così che si consideravano: Un'anima in un corpo; due elementi diversi uniti dalla forza di due uomini e dall'amore di due fratelli. Terra e Aria: due elementi che uniti avrebbero potuto trovare la loro completezza e scatenare le tempeste più devastanti e i disastri più memorabili. Così un giorno avevano provato ciò che nessuno aveva mai pensato: Unirsi per davvero. Ciò che avevano scoperto li aveva lasciati stupiti più di quanto credessero poiché un elemento nel suo stesso complesso era già potente, perciò l'unione di due elementi cosa avrebbero potuto creare?
Avevano giurato che nessuno dei due avrebbe rivelato ciò che avevano scoperto, ma la promessa più grande era stata sancita da Zayn quando aveva detto: «Insieme il mondo, divisi tempesta» perché se davvero li avessero separati entrambi sapevano che sarebbe scoppiata la tempesta più inaudita finché non si sarebbero ritrovati nuovamente, sempre.

Cassia e Max si fermarono davanti la porta di legno scura, una pesante porta che delimitava il corridoio dall'inizio della prigione della Nuova Zelanda. Max, grazie alle sue esperienze da guardia infiltrata, sapeva dove le guardie si sarebbero poste per la sorveglianza e di certo, dietro quel pesante legno scuro, dovevano essercene due o tre.

Mentre l'uomo camminò più avanti per raggiungere l'entrata secondaria, che solitamente si trovava priva di sorveglianza al mattino, spiegò a Cassia perché sarebbero entrati da lì.

Max non sapeva con certezza il perché stesse aiutando la ragazza a liberare quel ragazzo che aveva sempre disprezzato poiché nel mondo corrotto che tutti vivevano lui era uno dei tasselli più vicini al centro dell'organismo di cui era costituito il male: Demetra. Non era mai riuscito a scoprire come Harry, un servo con nessun elemento nel sangue e perciò un umano con nessuna specialità, fosse riuscito ad avvicinarsi tanto alla Dea priva di cuore. Tutti conoscevano Harry come il preferito: Un tipo schivo e solitario con una penna in mano e un pugno di pagine bianche. Max l'aveva incontrato un paio di volte tra i corridoi nei mesi da infiltrato, mai una volta gli aveva rivolto la parola.

I due si fermarono davanti una porta decisamente più piccola rispetto a quella che avevano superato, che contrariamente alla precedente sembrava essere in ferro. Cassia vide una maniglie ma Max non sembrò prestare attenzione a ciò, bensì si concentro su una chiusura manuale che poteva bloccava la porta, nella parte inferiore, solo dall'esterno. Max l'aprì lentamente, facendo attenzione a eventuali sfregamenti del metallo che avrebbero potuto creare rumori, insospettendo così le guardie. Così la metà inferiore della porta si aprì mentre quella superiore rimase chiusa.

Cassia |h.s.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora