Quando una speranza viene persa, forse ti perdi un po' anche tu. Pareva star succedendo questo al ragazzo, ma perdersi un'altra volta o perdere qualcos'altro era un lusso che proprio lui non poteva concedersi.
Restargli amico, come poteva? Era tutto ciò che si domandò durante l'intera successiva ora.Pensieri rimbalzavano da una parete all'altra della mente di Harry, chiedendosi se ci sarebbe riuscito davvero. Che poi alla fine, cosa gli restava ormai? Forse restava delusione, dell'illusione andata a male. Ma non ci sarebbe stato più male del dovuto, o almeno non l'avrebbe mostrato. Sarebbe rimasto a proteggerla nonostante i sentimenti non ricambiati, l'avrebbe stretta tra le sue braccia con eguale gentilezza ed amore finché quella corazza, che la ragazza si portava addosso da chissà quanti anni ormai, non si sarebbe rotta dinanzi a tanto affatto, ed Harry, non sarebbe riuscito a nuotare tra le sue parti più dolci e meravigliose. Perciò momentaneamente si consolava soltanto guardando il mare ed un po' il cielo. Vedeva con quale forza le onde lottavano e si scontravano e si sentiva più sereno.
Il viaggio stava proseguendo senza interruzioni e, Max, diceva che mancava ormai poco all'arrivo, questione di poche ore. Perciò Harry attendeva, un attesa accompagnata dal rumore sordo delle onde che si infrangevano contro la bestia su cui si trovavano. Poi però qualcosa accadde. Le sue orecchie udire una voce ed in quel momento la calma solitudine fu spazzata via come cenere al vento.
Era proprio il suo nome quello che aveva udito chiamare, una voce femminile tanto quanto seducente. Pensò di star impazzendo, poiché non vi fosse nessun'altra ragazza su Shezan oltre Cassia, e lui sapeva perfettamente che quella voce non apparteneva alla ragazza incisa sul suo cuore. Decise quindi di non prestare altrettante attenzioni a ciò, cercando di distrarsi e pensare ai suoi capelli rossi, alle sue labbra morbide, a quella ragazza che gli aveva regalato inconsapevolmente una ragione per vivere. Ed Harry l'avrebbe giurato: Se avesse potuto dargli tutto ciò che lei meritava, avrebbe posseduto già l'universo.
«Avvicinati, figliolo.» La udì di nuovo, quella stessa voce, questa volta più convincente, più vicina, più intensa. Non aveva più dubbi: c'era qualcuno. Qualcuno che cercava lui. Perciò si alzò guardandosi furtivo intorno, ma non vi era nulla. Nessuno l'aveva mai chiamato figliolo, nessuno ne aveva avuto la possibilità. Il cuore di Harry andava velocissimo mentre mille pensieri lo invadevano.
«Verso il mare, Harry» lo incitò ancora. Lui senza pensarci si alzò velocemente dall'erba su cui si era seduto per avvicinarsi al confine tra terra e oceano.
«Tua madre ti vuole bene.» Furono quelle parole che permisero ad una lacrima solcare il viso di Harry. Il ragazzo costatò che quella voce proveniva più a ovest da dove si trovava lui, perciò inizio ad accelerare i suoi movimenti.
L'acqua blu e scura, come il cielo di notte, di un mare troppo profondo per essere illuminato dai raggi del sole. Una nuova stranezza nacque nella sua mente quando notò Maximilian un po' più avanti di lui, con le ginocchia al confine tra terra e acqua e i pantaloni inzuppati. Non ebbe tempo di capire cosa mormorasse silenziosamente, che udì nuovamente quella voce, la voce che era ormai familiare alla sua mente.
«Figliolo.» Harry, fu avvolto completamente dal calore di un abbraccio, eppure non vi era nessuno a stringerlo. Quanto desiderava che quella voce fosse di sua madre. Della madre che non aveva mai visto e che aveva solamente sognato tante volte. E non ci fu niente che impedì ad Harry di proferire le parole che successivamente uscirono dalla sua bocca.
«Mamma?» chiamò ancora, con le lacrime agli occhi. Poi alzò il capo per cercarla, e avrebbe giurato di averla vista! Era proprio lì, lì ferma con i suoi occhi verdi ed i suoi lunghi capelli mossi. Era sul ciglio dell'acqua con un sorriso bianco, accecante come il sole a mezzogiorno. Era lì, come l'aveva sempre immaginata. Era lì a qualche metro di distanza, e si trovava a guardarla un po' sbiadita per le lacrime che aveva negli occhi.
Come avrebbe fatto a starle lontana?
La chiamò nuovamente, urlò con quanto fiato avesse in corpo, con tutto l'amore che un figlio conserva per la madre che ha sempre desiderato conoscere. Ma la donna sembrava allontanarsi da lui, ancora con il sorriso sulle labbra ed il corpo immerso. Harry non poté fermare le sue gambe dall'avvicinarsi alla donna. Vedeva sua madre continuare ad immergersi, ma perché non si fermava? Perché non l'aspettava!? Aveva immaginato da tutta una vita quel momento, e finalmente era arrivato. L'unica certezza ormai era che Harry non avrebbe lasciato andare via sua madre senza almeno sfiorare la sua pelle ed assicurarsi che essa fosse viva e reale. Perciò continuò a camminare verso di lei, mentre i piedi gli si bagnavano, e finché le caviglie non furono sommerse.Chi l'avrebbe salvato, adesso? Qualcuno sarebbe corso a portarlo lontano dal pericolo in cui si stava cacciando Harry?
E bene forse qualcuno addirittura c'era. Qualcuno che correva per portarlo via dai guai. Qualcuno che conosceva la sua voce, riconosceva le sue urla e si preoccupava della sua incolumità.
Cassia aveva iniziato a correre da quando gli era parso di udire la voce di Harry chiamare sua madre. Un'altro aveva compiuto la stessa richiesta, e le aveva fatto fermare il cuore, sebbene non fosse sicura a chi appartenesse quella voce. Fu quando incontrò Zayn, riconoscendo la preoccupazione in viso che possedeva anche Cassia, che capì: la voce che aveva seguito l'urlo di Harry apparteneva a Maximilian.
Cassia e Zayn si erano guardati per qualche secondo prima che lui trovasse il coraggio di domandarle se avesse sentito anche lei. La risposta gli fu subito chiara e perciò insieme, frettolosi, andarono verso il mare, poiché da lì gli era parso di aver sentito le voci.
Quando finalmente arrivarono, il cuore di Cassia esplose nel vedere Max dentro l'oceano. Metà del suo corpo era immersa, mentre con sguardo quasi ipnotizzato restava a fissare una figura femminile poco lontana da lui. Lunghi capelli biondi e pelle chiarissima erano le caratteristiche che più spiccavano nonostante la distanza. Ma la parte più brutta per Cassia, arrivò quando, spostando di poco lo sguardo, notò anche qualcun'altro che si stava inoltrando nell'immenso oceano pieno di pericoli. Esso sembrava come incantato, lo sguardo fisso verso un'altra creature che - da quella distanza - pareva assomigliare molto alla ragazza da cui si avvicinava Max.
«Harry!» lo chiamò, senza poter fermare le sue gambe dall'accelerare verso la sua direzione, ma presto una forza estranea le bloccò il braccio. Cassia cercò di sciogliersi dalla presa, ma quando il tentativo fu vano si girò per capire cosa fosse. Fu in quel momento che vide la grande mano di Zayn avvolta sul suo braccio pallido. Adesso che stava osservando come le sue dita si poggiavano leggere sulla sua pelle, quel contatto le parve bruciare.
«Aspetta» disse lui guardandola dritta negli occhi. «Ho capito cosa sta succedendo.» continuò facendo cadere altrove i suoi occhi, mentre Cassia li teneva puntati sul viso dai tratti spigolosi ricoperti dalla barba scura. «Quelle sono le sirene incantatrici. Ti fanno credere di essere le persone che desideri più al mondo, mostrandosi a te nel modo in cui tu immagini quella persona.» Zayn sembrava sicuro delle sue parole, fu per questo che Cassia crebbe immediatamente a ciò che il ragazzo le aveva detto.
Cassia guardò verso Harry: l'acqua aveva ormai superato il suo bacino. «Facciamo qualcosa! Qualunque cosa!» urlò in preda al panico. «Perché loro si e noi no?» domandò freneticamente.
«Dipenderà dal liquido che mio nonno ci ha fatto bere, e da ciò che abbiamo dentro: i nostri poteri» si fermò. «E perché c'è un po' di me in te» soffiò quasi, parole leggere che si posarono in silenzio sopra il suo cuore.
«Cosa significa?» domandò lei a fior di labbra.
«Te lo spiego dopo» rispose lui velocemente, rendendosi conto che Max fosse stato definitivamente inghiottito dal mare. «Prendi la mia mano» le disse, ma non le diede tempo neanche di capire cosa avesse detto che fu lui a stringerle il palmo sul suo e a trascinarla verso l'acqua.
«So che credi di aver paura dell'acqua, ma fidati di me.»Cassia non capì come Zayn facesse a conoscere la sua paura, ma non vi badò affatto poiché, ancor prima di rendersene conto, erano già dentro l'acqua, con le mani ancora strette l'uno all'altra, per salvare chi aveva bisogno di essere salvato.
***
Promessa mantenuta. :)
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento e spero ancor più di sentirci presto!Good luck to everyone.
M.
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Cassia |h.s.|
Fanfiction«Hai posato il piede nella mia cella ed il cemento è divenuto prato.» ©MerciFern2016