Capitolo 11

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Era ormai passato un mese dall'ultima volta che Nathan e Ann si erano parlati.
Lei, ogni volta che passava dall'officina o usciva di casa, sperava di vederlo mentre lui aveva passato un brutto periodo e si era messo a lavorare ancora più duramente rispetto al solito.
La notte, quando non riusciva a dormire, correva e il resto della giornata o aiutava il padre o lavorava in officina facendo turni extra.
Era una fredda serata di novembre, lui stava tornando a casa dal lavo e decise di fermarsi da 'Niko's cars', il negozio di pezzi di ricambio per auto più fornito di tutta Londra.
Passò davanti al parco e vide Ann che aspettava il suo hot dog al chiosco ma c'era qualcosa di strano in lei, sembrava agitata perché continuava a guardarsi attorno.
E così era veramente: i ragazzi della scuola, quelli ai quali aveva deciso di stare lontano, erano sulla panchina a pochi metri da lei, la guardavano di sottecchi e di tanto in tanto fischiavano e Ann si sentiva terribilmente a disagio. Non vedeva l'ora che la signora davanti a lei finisse di scaldare il suo hot dog per potere andare a casa.
Erano un paio di mesi che si era trasferita a Londra e ancora non si era trovata un'amica, le mancava casa sua, Kate e le giornate passate insieme. Prese il cellulare dalla tasca e le mandò un messaggio per sapere come stava. La risposta arrivò subito e Ann sorrise al sapere che anche lei mancasse alla sua amica.
Nathan parcheggiò e si fermò ad osservarla un po' perché in un certo senso le mancava e un po' perché quei ragazzi non gli erano mai andati a genio, soprattutto perché erano noti come poco di buono.
"Ehi bambola!" disse il ragazzo più alto appoggiando una mano sulla spalla di Ann.
"Ciao" si limitò a dire lei, spostandosi.
"Beh, come mai hai tanta fretta? Dove devi andare?" le disse un altro.
"Via da qui. Poi ormai è tardi, torno a casa." rispose bruscamente dopo aver pagato e ringraziato la signora de chiosco.
"Eh no, mi dispiace ma non posso permetterlo mia cara, devi farci compagnia"
Ann si stava spaventando, loro erano in quattro e lei era da sola, non aveva fatto niente a quei ragazzi ma sentiva che c'era qualcosa che non andava.
Uno di loro la prese per un braccio iniziando a dire "Tu ora vieni con noi! Vedrai che ci divertiamo, te lo prometto."
"No io con voi non vengo da nessuna parte! Lasciatemi andare!" urlò lei.
Era stata l'ultima cliente del chiosco quella sera e la signora che lavorava lì non fece caso alla scena e se ne andò appena venne pagata. D'inverno viene buio prima e quella sera il sole era già tramontato.
Le cose si stavano mettendo proprio male e Ann si pentì amaramente di essersi fermata al parco quella sera.
Uno dei ragazzi la strattonò verso se' perché lei continuava a cercare di andarsene e insieme agli altri iniziarono ad avvicinarsi a un auto grigia mentre lei si dimenava per essere lasciata stare.
Nathan vide la scena e non riuscì più a controllarsi, gli si gonfiò una vena sul collo, il suo sguardo divenne truce e si diresse velocemente da Ann.
Lei cercava di scappare da quei bastardi ma loro erano avvantaggiati: erano più alti e numerosi e lei iniziò davvero a temere che sarebbe successo qualcosa di brutto.
"Lasciala andare figlio di puttana!" tuonò Nathan. Le sue mani erano serrate a pugno ed Ann non lo aveva mai visto così ma era davvero sollevata di vederlo lì.

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