Capitolo 22

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Pochi giorni dopo arrivò il giorno della partenza per Brighton. Entrambi i ragazzi avevano pensato molto a quella giornata ma nessuno dei due si era fatto sentire dall'altro, non si erano più visti dalla notte passata insieme.
Le due famiglie in quei giorni si erano messe d'accordo per partire in treno, si sarebbero risparmiati qualche ora di viaggio.
In treno si ritrovarono tutti con venti minuti di anticipo.
Ann e Nate si sedettero uno difronte all'altra mentre i genitori avevano scelto quattro posti col tavolino in mezzo un po' più distanti.
Nate indossava un maglione grigio e dei jeans mentre Ann una felpa e dei leggins.
Anche da lontano sembrano fatti per stare insieme, ogni tanto scappava un'occhiata, sembrano volersi semplicemente amare ma c'era qualcosa che non li faceva avvicinare.
"Annie.." ruppe il ghiaccio lui.
Lei in risposta lo guardò e lui continuò.
"Annie ti sei pentita del bacio dell'altra notte?" erano uno di fronte all'altra dalla parte del finestrino ed entrambi avevano persone di fianco.
"No..solo non capisco perché non ti sei fatto più sentire."
"Ho avuto paura.."
"Paura di cosa Nathan? Io non mangio nessuno!" iniziava ad alterarsi.
"Ann avevo paura che tu te ne andassi." la guardava negli occhi come se volesse leggerle l'anima.
"Ti ho promesso che sarei restata e resterò." disse con tono serio.
"Avresti potuto scrivermi anche tu.." disse seccato lui.
"Nathan per favore.." rispose scocciata.
"Suvvia ragazzi si vede lontano un chilometro che vi amate! Non struggetevi per delle sciocchezze, vivete il vostro amore e accettate i vostri sentimenti" disse ai ragazzi una signora anziana con i capelli bianchi e un sorrisino sulle labbra.
"Noi non ci amiamo" le rispose Ann sorridendole "deve aver interpretato male signora."
La signora si mise a ridere "Ragazzi miei, sono stata giovane anche io e si vede nei vostri occhi che vi amate. Credetemi: se imparerete a lasciarvi amare l'uno dall'altra vi chiederete come avete fatto a stare lontani per tutto questo tempo." sorrise e poi salutò i ragazzi e scese dal treno senza dare modo a loro di risponderle.
"Che strana signora.." disse Ann.
Nathan invece la fissava negli occhi riflettendo su quelle parole. Ann sapeva cosa provava per lui ma di certo non lo avrebbe ammesso per essere rifiutata; sapeva già come stavano le cose e le accettava.
"Nathan?"
"Si?"
"Mi stai ascoltando?" lo sguardo del ragazzo era perso tra gli alberi e le case che passavano fuori dal finestrino, ma non guardava niente di quel giorno, si era perso nei ricordi di quattro anni fa.
"No scusa, dimmi."
"A cosa stai pensando? Stai male?"
"No sto bene Annie. Ascolta..mi dispiace per non essermi più fatto vivo dopo quel bacio ma devi sapere che non me ne sono affatto pentito. Anzi, lo rifarei se tornassi indietro." riferì alla ragazza fissandola negli occhi, lei era rimasta come paralizzata da quelle parole.
"Nate..io.." la frase venne interrotta da una voce meccanica che diceva 'prossima fermata Brighton. Prossima fermata Brighton.' "è la nostra giusto?"
"Si Annie, prendi le tue cose e raggiungiamo l'uscita."
Scesero qualche minuto dopo dal treno e presero due taxi per raggiungere l'abitazione.
La casa era grande e non molto lontana dalla spiaggia. Anche se era inverno non c'era molto freddo e la vista era mozzafiato.
"Fate come se fosse casa vostra!" disse la madre di Nate prima di mostrare ai genitori di Ann la loro stanza.
"Ann, cara, la tua stanza è qui e in fondo al corridoio e questa è quella di Nathan. Se hai bisogno di qualcosa chiedi pure a lui." il suo modo di fare era sempre così dolce.
"La ringrazio tanto signora." disse Ann.
Entrò nella sua stanza ed era bellissima, un grande letto in mezzo alla stanza, una scrivania di legno e un armadio ed era tutto molto curato anche se era un sottotetto.
Ann iniziò a sistemare le sue cose ma qualcuno bussò alla sua porta e lei lo fece entrare: era Nathan.
"Nate! Che bella sorpresa." disse lei abbracciandolo, non si aspettava di vederlo così presto ed era contenta.
"Annie volevo sapere cosa stavi per dirmi prima, non hai finito la frase." non aveva nessuna intenzione di andarsene e questo si capì benissimo quando lui si sedette sul letto aspettando una risposta.
"Ehm..io non me lo ricordo più.." mentì lei imbarazzata. Si avvicinò al letto e continuò "ma dimmi un po', sei figlio di Obama?" rise.
"Dici per la casa?" rise anche lui.
"La mia in confronto sembra il tuo ripostiglio"
"Era dei miei nonni, loro hanno sempre lavorato molto e con i soldi che mettevano da parte hanno ristrutturato la casa. Ci tenevano molto a questo posto e hanno fatto del loro meglio per ottenere questo risultato."
"È davvero bellissima Nate"
"Non quanto te." disse lui guardandola negli occhi.

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