1. I'm a killer

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L'area pungente, il freddo lacerante si mischiano con la mia confusione mentale. Grandi auto sfrecciano intorno al grande edificio, il neon delle luci arriva dritto ai miei occhi e ciò mi provoca un fastidioso giramento di testa.
Chiudo gli occhi giusto per avere un po' di concentrazione, ma poi uno sparo me li fa riaprire all'istante. Abbasso lo sguardo e vedo le mie mani di un colore rosso fuoco, un qualcosa che assomiglia a del sangue, guardo i tanti corpi stesi a terra e noto con mio stupore che lo sparo è venuto dalla pistola stretta fra le mani di Alexander.
Mi alzo in piedi prontamente e continuo a guardare le mie mani insanguinate, faccio qualche passo avanti e ai miei piedi si estende un corpo inerte.
Mi abbasso all'altezza del cadavere, accanto al corpo noto un coltello seguito da un martello, entrambi dello stesso colore delle mie mani: rosso.
Guardando il viso del cadavere noto che si tratta dell'imprenditore Andrew Matthews. Solo in quel momento i pensieri riaffiorano riprendendo nitidezza. La nostra discussione, i nostri ragionamenti finiti male, attrezzi appesi lungo il corrimano delle scale. Le immagini in cui infilo il coltello nell'addome di Matthews dando varie coltellate. Il martello con cui picchiettio le sue ginocchia stroncandole nel vero senso della parola.

D'un tratto, preso di panico, faccio dei passi indietro fino a trovarmi contro Alexander.
Sono un assassino, che cosa ho fatto? Piccole goccioline solcano la mia fronte e faccio fatica quasi a respirare.

"Amico, che ti prende?" 

Domanda non capendo la reazione del mio comportamento, mentre pulisce un cacciavite ricoperto completamente di sangue.

"Alex,tu non capisci cosa ho fatto." Afferro il biondo per le spalle scuotendole nervosamente.

"Sono un assassino." Continuo e scuoto la testa andando nuovamente nel panico, le mie mani sono sudate e le mia voce sembra spezzarsi.

"Oh amico! È stato solo un piccolo omicidio. Su se ti può consolare guarda il centinaio di corpi per terra." Ridacchia in modo spietato.

"Sono stato io."

"Ho ucciso il più ricco degli imprenditori di Los Angeles Alex, ti rendi conto? Mi sbattono in galera non appena troveranno il corpo."

"Non è detto che lo debbano trovare."

Si scosta dalla mia presa schioccandomi un'occhiolino.

"Bruciamolo Malik." Incrocia la lingua fra i denti ridacchiando in modo per lo più snervante. Sono davvero tentato sul da farsi.

"Ricorda che una falsa pista è la chiave per un'illusione efficace." Sogghigna afferrando le sue armi  da tortura e tirandomi per le spalle seguendo gli altri ragazzi del gruppo.
Cammino lungo un tunnel e aneddoti riaffiorano nella mia mente.
Ho sempre provato il desiderio di infliggere dolore agli altri e di subirlo io stesso. Il desiderio di infliggere dolore, che è tutto ció che esiste di più nobile.

Saliamo nella vecchia Lamborghini di Richard e facciamo il giro del parcheggio largo cercando di non dare  nell'occhio.
Sono seduto con lo sguardo costante sulle mie mani, mentre le adagio sui miei pantaloni sporcandoli.

"Ragazzi, prossimo omicidio?" Chiede Noah con lo sguardo sul volante mentre farfuglia qualcosa di incomprensibile. All'inizio pensavo che fosse una battuta, ma poi guardando le circostanze capii che qua si faceva sul serio.
Non so cosa mi sia preso, ma oltre la paura delle conseguenze sentii in me un senso di piacere.
OUccidere rende liberi, uccidere rende vivi.

"New York city. Dobbiamo sparire per un po' di tempo da Londra." Sogghigna Alexander aspirando il suo spinello e porgendolo a me.

"Malik, sei dei nostri?" Domanda infine alzando un sopracciglio e voltandosi verso di me mentre un avido sorriso compare nel suo volto.

"Certo che sì!" Afferro lo spinello e lo porto fra le mie labbra. In quel momento un radioso sorriso si estende sul mio viso.

Dalya's  pov

Cosa può esserci peggio di una giornata piovosa a Manhattan? Quel momento in cui devi andare a lavoro ed il cielo diventa di un grigio cupo. New York, woah! Chi lo avrebbe mai detto. Non sapevo ancora dove mi avrebbe  portato ma non vedevo l'ora di scoprilo, ero sicura dell'inizio della mia storia d'amore con Manhattan.
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                                                  26 ottobre 2016

Il venerdì mattina è il giorno che preferisco di più della settimana, peccato che oggi mi ritrovo ad incamminarmi sotto la pioggia verso la New York Accademy per tenere le mie solite lezioni. Come sempre a piedi, senza uno straccio di auto.
È nato tutto dalla lettera spedita cinque anni fa, i mesi alla fine sono diventati anni ed oggi sono diventata una delle ballerine che mostrano ai ragazzi le tecniche per rafforzare l'abilità di ballo. Il mio sogno sembra essersi quasi realizzato, di certo non sarò una delle ballerine più brave di sempre ma sono già qualcuno a lavorare in una delle accademie più importanti del mondo.
Sono passati cinque anni da quando la mia vita è cambiata radicalmente, cinque anni da quando ho lasciato la 'London Accademy School of Music and Drammatic art', cinque anni dalla rottura dei miei contatti con i miei migliori amici.
Cinque anni da quando la mia vita sembra aver preso una piega migliore.
Cinque anni da quando ho preso una delle decisioni più difficili e laceranti della mia vita: abortire.
Non riuscivo ad andare avanti sola ed ero troppo orgogliosa per tornare indietro e cercare di dimenticare tutto. Non ho ancora superato ciò che ho fatto e, credo che non lo supererò mai.
Arrivata di fronte  l'edificio,  chiudo l'ombrello incamminandomi dentro l'ascensore per arrivare al piano molto prima.

"Buongiorno Cara" Entro in ufficio facendomi spazio fra i vari  colleghi e avvicinandomi ai miei tre amici: Rory, Lorelay e Lawrence.

"Giorno ragazzi!" Saluto i tre mentre mi avvicino a Rory.

"Boobs to Boobs, baby." Mi saluta come al nostro solito. Mi stanzio sul divanetto e aspetto che la macchinetta faccia il suo dovere:  prepararmi un thè abbastanza caldo.

"Daly, oggi vieni a quella festa di cui ti ho parlato?"

Prende parola il biondo, Lawrence, ebbene si sto insieme ad un ragazzo, nonchè il mio migliore amico. Il migliore che potessi mai desiderare, oltre ad essere di una bellezza esteriore, il suo 'io' interiore non è assolutamente da meno.

"Non so, dopo lavoro devo fare alcune commissioni importanti riguardo il fatto di cercare di rintracciare Louis. Mi manca davvero tanto e non so che fine abbia fatto."

Sorseggio il mio thè e dopo aver ricevuto un sorriso rassicurante da parte di Lawrence, la campanella inizia a suonare segno dell'inizio del mio turno. Mi alzo svogliatamente prendendo il borsone e dirigendomi verso la mia classe pronta a tenere una lezione. Fa strano dire così, fino a qualche anno fa ero al posto di questi ragazzi e invece adesso è tutto diverso. È tutto come ho sempre voluto che fosse.

N/A
Hey everybody! Ecco il sequel di 'Kiss me, you fool.'
Sono molto contenta di aver continuato a scrivere questa storia. Vi avevo detto che molte cose erano cambiate ed ecco... Ognuno per la propria strada.
Vorrei sapere cosa ve ne pare di questo inizio. Magari mi farebbe piacere se lasciaste una stellina e un commento.
Ci vediamo al prossimo aggiornamento.
Tutto l'amore x
Cassy

Kiss me, you fool 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora