18. Destiny or...?

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Chapter 18

Chiudi gli occhi.
Rilassati.
Apri la tua mente e liberala.

Non facevo altro che ripetermi queste frasi nella mente. Non farlo, non farlo, non farlo. Mi sentivo finalmente a casa. Se c'è una cosa che adoro fare è rilassarmi e fermare le lancette  di quel fastidiosissimo orologio.
Non so il perché di ciò ma, mi piacerebbe poter fermare il tempo. Pensandoci, a chi non piacerebbere avere questo come suo alleato anziché come suo rivale?

Se potessi vorrei dimenticare tutto quello che so. Vorrei che la mia mente fosse libera dai disordini con cui, ora come ora, cerco di andare avanti. Vorrei sentirmi in serenità più che con il mondo circostante, con me stessa.

.....Vorrei, vorrei, vorrei....

Forse vorrei un po' troppo dalla vita e questo troppo è proprio quel qualcosa che non potrò mai avere.
Sono sempre stata una ragazza semplice, una ragazza che ha sofferto e che si è rialzata sola, senza l'aiuto di nessuno.
A volte rifletto sulla vita, faccio lunghi e turbolenti pensieri che ne danno vita ad altri altrettanto burrascosi e così di seguito; sembra formarsi un gorgo senza capo né piedi, senza una via d'uscita.
Non mi lamento, sono felice. Ho di nuovo quel rapporto, che credevo ormai sepolto sotto terra, con Zayn e mi basta solamente sapere di avere una persona come lui al mio di fianco per apprezzare quel pochino in più la vita.

Mi piace passeggiare fra le strade fredde e desolate e pensare, pensare alla mia vita, ai passi fatti, alle delusioni, e a tutte le sorprese.
Devo ammetterlo la vita è una sorpresa: tutto ciò che avviene è imprescindibile. Un qualcosa che credevi fosse morto, da un giorno all'altro può rinascere e senza alcun dubbio cresce in modo più stabile e più scultorio di prima.

Mi era costata molta fatica alzarmi da quel divano, non volevo. Ma dovevo. Prima il dovere e poi il piacere, così si dice no?
Sarei stata tutta la giornata in quella posizione, quanto avrei voluto ancora una volta fermare quelle maledette lancette che minuto dopo minuto vanno avanti facendo passare inesorabilmente l'istante.
Buffo e alquanto inconsueto da dire: ma il tempo non è mai stato uno dei miei più grandi amici.

Mi ero, come detto prima,  alzata sfarzosamente dopo aver visto uno dei film discussi poco tempo prima. Mi ero talmente assopita che mi sentivo fluttuare nell'aria. Non sentivo nessun tipo di emozione, la stanchezza si era impossessata di me. Pur non volendo e rimpiangendo moltissimo questo mio atto, mi misi in marcia, come si suol dire.

Zayn? Zayn era a casa, con un ennesimo film, una sigaretta fra le sue rosee labbra ed una birra. Quel suo vigore ponderato era sempre presente nella sua persona, adoravo peró che, di tanto in tanto smorzava quella sua serietà con un sorriso malizioso che lo rendeva affascinante.

Le strade di New York, se pur non troppo desolate, erano estremamente fredde. Alla mia vista si estendeva un classico paesaggio invernale. I rami degli alberi del tutto spogli, coperti solo da neve, mentre piccoli fiocchi d'essa cadevano imperterriti adagiandosi su quella carreggiata  che man mano, mantenendosi pur sempre gelida, si colorava di quel bianco immacolato.

La mia mente camminava, le mie gambe pure ma dov'ero diretta io non lo sapevo con precisone.
Conoscevo ormai  alla perfezione New York ma non ero mai stata nel posto in cui mi dirigevo: un'agenzia di viaggio.
O perlomeno, non c'ero mai stata fino a quel momento.
Seguendo quelle indicazioni che il mio GPS mi dava ero finalmente a qualche chilometro da quella che doveva essere l'agenzia più vicina:  Travel with us.

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