6. The real intensive glances

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"Di geografia non so molto, non leggo le cartine, non uso navigatori. Conosco solo la geografia degli sguardi. Quelli non cambieranno mai. Quelli oltre latitudini, longitudini, spazi, tempo. Non cambierà mai la geografia di certi sguardi. Basta guardarsi un po' negli occhi, nemmeno troppo a lungo e i posti li sai, li ricordi a memoria. Ti entrano dentro e poi rimangono lì, senza bisogno di chissà quali spiegazioni."

– Massimo Bisotti.

Dalya's pov

Con lo sguardo fisso su di me, come al solito, prendeva ad analizzarmi da capo a piedi perforandomi dentro. Non amavo quando Zayn mi guardava profondamente, mi conosceva talmente bene da saper riconoscere le mie paure, le mie ansie e le mie preoccupazioni.

Faccio fatica a guardare la scena davanti ai miei occhi a causa delle mie braccia angolate appositamente a pararmi da lui.
Dove siamo arrivati? Ho paura di Zayn? Ho paura che possa alzarmi le mani? Ho paura di una delle persone che ha dato una svolta alla mia misera vita? Be' la risposta viene da sè ed odio ammettere che è così: ho paura che possa toccarmi, anche solo alzando di qualche centimetro la mano. Il vecchio Zayn non mi avrebbe mai sfiorato nemmeno con un dito, ma io non conosco più questo ragazzo che ho davanti agli occhi. So solamente che il vecchio Zayn è andato, non c'è più, è morto... E con esso pure la mia fiducia verso le persone.

Fa un passo avanti alzando la testa  e incastrandola nuovamente con i miei occhi, il suo sguardo mi invoglia a non distrarmi e fissarmi su un qualcosa intorno a me.
Lui se ne sta lì, senza battere un ciglio e senza distogliere quell'incessante vista opprimente.

"Scusami.." Le sue labbra si spronano ad aprirsi e ciò che rimbomba con la sua calda voce mi fa rimanere di stucco.

"... Scusami se sono così. Scusami se da cinque anni a questa parte non ho avuto la forza di andare avanti senza te. Scusami se in questo mostro che hai davanti c'è solo quel fottuto e costante sentimento verso i tuoi confronti."

La situazione si era fatta più irruenta e dalla tensione creatasi Zayn non si spinse oltre pensando di fare una mossa falsa.
Continuo a guardarlo priva di sentimento, mantiene lo sguardo sulle sue nocche rosse a causa delle temperature molto basse.

"Io non ho smesso di amarti in questi fottuti cinque anni, ci sono persone che non si smettono di amare semplicemente perché ciò che le unisce è più forte di ciò che le divide. Nonostante ciò che è successo fra di noi io sono pienamente convinto che tu hai fatto bene a non perdonarmi da una parte. Sono stato  un coglione. Ti ho tradito, te. La mia piccola Daly, che ne è stato di noi..? Dopo cinque anni non ti sono passato nella testa nemmeno casualmente? Se solo mi dessi un'ulteriore possibilità: io sarei capace di darti tutto l'amore che neppure io ho mai avuto. Tu non lo sai, non puoi capire che il mio compito è quello di difenderti da tutto, anche da me.. Che ti amo come non mai... Non doveva essere l'età più bella della nostra vita questa?"

Dopo una lunga confessione, noto i suoi occhi farsi lucidi e le sue guance cominciare a risplendere: piccole gocce si estendono lungo i suoi zigomi.
Non ho mai visto Zayn così vulnerabile, per carità l'ho visto piangere ma mai aprirsi così tanto a me. Non ho mai visto nei suoi occhi il rimorso, la paura, la solitudine, ma sopratutto un desiderio. Un desiderio di conquista.

Mentre afferra i capelli fra le mani iniziando a singhiozzare mi fermo un attimo scrutando la situazione. Lo osservo attentamente,non riesco a riconoscerlo, odio doverlo ripetere e quindi affermando sempre più ciò che è ovvio agli occhi di tutti ma lui non è più Zayn.
L'aspetto trasandato ed il suo io insicuro. Zayn è sempre stata una persona menefreghista, confidente con le persone ma mai, dico mai insicuro.
Vorrei  dargli una possibilità ma non mi sento di farlo. Non è facile restare a guardare una persona pensando al male che ti ha provocato in passato. Un male talmente lacerante da farti mancare il respiro. Un male talmente profondo da non poter curare nemmeno con la più potente delle cure. Sono andata avanti con la mia vita e non intendo tornare indietro.

"Zayn."
Chiamo il suo nome giocherellando con la  manica della mia maglietta tirandola nervosamente verso il basso.
Devo dire assolutamente le cose come stanno. Non voglio mai più avere a che fare con lui, ció che rimane di noi è solo il passato.
Il suo sguardo viene indirizzato verso di me e, prima di parlare non posso fare a meno di osservare le sue palpebre contornate da lunghe ciglia sbattere ed aprirsi ripetutamente.

"Non posso..."
"Non posso restare qui, così con te e fare finta di nulla. Non sarebbe coerente nei miei confronti e nemmeno nei tuoi. Sarei io l'ipocrita ed illuderei te... Proprio come tu hai fatto con me. Se proprio vuoi difendermi da tutto stammi lontano, sei tu il mio ostacolo, se tu sei con me io non riesco ad andare avanti. Non è facile dire tutto ciò e non è nemmeno facile restare a guardare senza dire niente. Anche io sono un umana e ho dei sentimenti. E poi..." Continuo facendo una piccola pausa.

La neve continua a cadere da sopra il tetto infrangendosi sul vetro della finestra, il cui rumore è talmente improvviso da farmi sobbalzare.

"L'amore è questo Zayn: l'amore dovresti essere tu che mi fai male e io che ti amerei lo stesso. Ma non è così, io non ti amo. Non più. E sono contenta di questo, sono contenta di essere andata avanti ed esserci riuscita senza te che eri il mio punto di riferimento. Sono contenta di aver trovato una persona che mi vuole bene, sul serio. Il nostro non è un amore incomprensibile, è impossibile. Adesso sto insieme ad un ragazzo e non voglio che tu ti intrometta nella nostra storia. Voglio averti il più lontano possibile da me." Con fare amareggiato mi volto verso sinistra, stavolta definitivamente convinta nel non reindirizzare più gli occhi verso il suo lato.
I suoi occhi scrutano la mia immagine sovrastante, si alza lentamente e mi guarda per qualche minuto intensamente. I suoi occhi non sono più nemmeno di quel marrone che tanto amavo, sono neri come la pece. Assumeva spesso questa espressione quando era arrabbiato ma c'è da ammettere che adesso, personalmente, mi fa davvero paura.
Continua a guardarmi intensamente ma io non riesco a resistere al suo sguardo. Abbasso istintivamente il mio, mi sento impotente di fronte ai suoi occhi così profondi in cui è sempre facile  perdersi.
Ogni qualvolta mi guardasse ero ad un punto vicinissimo dall'arrendermi, ma io non dovevo ricadere nello stesso errore.
Il suo sguardo è più penetrante di qualsiasi altra cosa. Più penetrante di un coltello nello stomaco, di una pallottola in testa, di una siringa nelle vene. Se mi perdo nei suoi occhi, sarei capace di non vedere più niente, di non vedere l'odio che provo verso i suoi confronti. Sarei capace di vedere solo lui. I suoi occhi sono come un deserto, immensi. Ti perdi, ma non hai paura, provi piacere. Sì, perché il suo sguardo ti provoca un piacere assurdo, inspiegabile, ma vero. Hai l'impressione che il tempo si fermi, e non ti importa più niente. Sei in paradiso, ti senti drogata, come in ectasy. Il suo sguardo provoca tutto questo. Non ti senti più invisibile, per pochi secondi ti senti viva, reale ed esistente. E nessuno ti capisce, nessuno comprende l'effetto che fa su di te. Nessuno capisce che solo carezzandosi lentamente con lo sguardo ti farebbe ricadere su suoi piedi, come se il passato fosse solo un tempo remoto ormai lungo da ricordare. Ti farebbe dimenticare tutto anche il dolore provato. Così tieni tutto dentro, perché quella sensazione non può essere raccontata, è un bene troppo prezioso.

Fa una smorfia e indossando la sua giacca di pelle si alza dal mio letto.

"Vuoi che vada via dalla tua vita?" Mi domanda avvicinandosi, i nostri fiati si rincorrono fino ad essere ad una minima distanza.

"Si." Abbasso il capo, non volendo altro che averlo lontano dalla mia vita.

"Dimmelo guardandomi negli occhi ed io scomparirò per sempre." Le sue labbra riescono quasi a sfiorare le mie ma io mi mantengo sempre arretrata a lui perciò innervosita dal suo gesto puerile mi sposto molto più indietro.

"Voglio che vai via. Anzi non aspetto altro." Sorrido falsamente sbattendo il mio piede nervosamente sulla moquette rossa del pavimento.

"D'accordo..." Si avvicina nuovamente fermando il mio gesto di scostamento. Porta la sua mano in alto appoggiandola sulle mie labbra, le accarezza ed il modo in cui i suoi polpastrelli sfiorano esse mi fa venire la pelle d'oca e tutto il mio corpo comincia a riempirsi di innumerevoli brividi.

"Addio.. Ragazzina." Accentua l'ultima parola andando via verso la porta principale e lasciandomi lì con mille ricordi in testa.

Kiss me, you fool 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora