15. Words never said

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Chapter 15

La mia voce era tremolante ed io, cercando di rimanere impassibile, mettevo tutta me stessa per non far uscire la mia voce a tratti. Ero senza parole, semplicemente triste. Dentro di me mi sentivo strana, come arrabbiata col mondo e non trovavo un perché. Pensavo di essere ancora in tempo per ricominciare a ridere, pensavo di essere ancora in tempo per scrollarmi tutto e vivere. Senza un dolore così prematuro, erano passati cinque anni, un lungo periodo che sembrava davvero poco.

'Buongiorno! Qui parla la London Accademy School, sua sorella ha avuto un piccolo incidente e quindi mi chiedevo se qualcuno potesse venire a prenderla.' Cerco di mantenere la voce calma e, innalzando e abbassando il mio petto ci riesco. Un po' tentenna sul rispondere ma dopo quel fiato che sembra spezzarsi proferisce.

'Dalya' Il mio nome ne esce lungo e quasi del tutto spezzato. Non so cosa dire, se abboccare a quell'amo o meno.

'La aspettiamo! Arrivederci.' Taglio corto, non prestando minimo interesse a quella risposta. Qualcosa mi diceva di cedere ma il mio inconscio non m'avrebbe permesso di sbagliare nuovamente.
Sono scossa ed inevitabilmente nella mia mente frulla tutta la situazione, la sua risposta, quel nome prolungato in una maniera straziante e inaspettata.

Porto il mio cellulare al petto voltandomi da Ariel, la piccola mi sorride tenuemente; le sorrido anche io di rimando anche se in modo per lo più tentennante.


Le lancette dell'orologio facevano compagnia alla mia momentanea instabilità mentale. Era ora di pranzo e ancora Krystal non era venuta, non sapevo cosa fare con Ariel ma dovevo andare da Zayn.

"Alessandra!" Una delle mie colleghe passate di lì intorno, si avvicina sentendosi chiamata.Mi mostra un sorriso lasciando emergere le sue evidenti fossette e poi, sorride alla bambina alle mie spalle.

"Ho bisogno di un favore."

"Dimmi tutto, Dalya." Poggia il suo cellulare nella tasca posteriore dei pantaloni portando una caramella alle sue labbra e concentrandosi su di me.

"Devo andare da Zayn, oggi inizia la riabilitazione."

"Ee?"

"Vedi" Le afferro il braccio portandola da Ariel intenta a giocare con le ciocche dei suoi capelli.

"Lei è Ariel, sta aspettando qualcuno che la venga a prendere ed io non posso farle compagnia perché devo staccare prima. Non è che mi faresti il favore di stare con lei e di comunicare la lieve frattura?" Domando sorridendole dolcemente e sperando vivamente in una sua approvazione. Alessandra alterna lo sguardo fra me e la bambina e con un sorriso annuisce.

"Grazie." Le mimo questa parola mandandole un bacio, afferrando la mia borsa

"Ciao Ariel! Rimettiti piccola." e uscendo via dal lavoro.
-

Una sfilza di macchine erano in coda e non si prostravano a muoversi né in avanti né indietro. Mi maledicevo mentalmente per aver perso tempo dal fioraio, adesso ero bloccata nel traffico e posso confermare che non c'era cosa più brutta. Sentire quei rumorosi clacson provenienti da corsie diverse, e guardare dal finestrino le facce arrabbiate dei conducenti non contribuiva a rendere il tutto migliore.

"E muoviti, Cazzo!" Premo con tutta la forza il clacson in modo da invogliare la macchina davanti a me a muoversi, fortunatamente questa sembra ascoltarmi  e man mano la lunga fila di macchine sembra sciogliersi.
Constato che fra cinque minuti sono arrivata all'ospedale e, perciò senza perdere altro tempo aumento la velocità fin quando ai miei occhi non si estende completamente il  Lenox Hill Hospital.

Kiss me, you fool 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora