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Pov. Normani

Fermai la macchina davanti casa di Ally, sapevo che ci sarebbe stata anche Dinah quindi avevo colto l'occasione per parlare con loro. Bussai la porta e poco dopo la ragazza bionda venì ad aprirmi -oh... ciao Normani. Cosa ci fai qui?- intanto era arrivata anche Dinah e mi guardava con lo stesso sguardo sorpreso dell'amica. -ciao, io volevo parlarvi. Vi ruberò solo 5 minuti giuro.- le due ragazze si guardarono prima di farmi entrare. Ci mettemmo in salotto e le guardai -allora, so che non amate molto l'argomento ma.. volevo parlarvi di Lauren- Ally deglutì e Dinah mi guardò seria, quest'ultima fu la prima a parlare -perche dovremmo parlare di lei?- -perchè è cambiata Dinah, lo hai visto anche tu. E tutto questo é iniziato da quando è arrivata quella ragazza.- finalmente catturai anche l'attenzione di Ally -che vuol dire che é cambiata?- chiese velocemente -è una settimana che non si droga. E ieri è successa una cosa stranissima, ero entrata in casa sua e lei stava disegnando- entrambe le ragazze sgranarono gli occhi -e la cosa che mi ha sorpreso- continuai -è che stava disegnando Camila. Non so cosa sia successo, quindi pensavo che voi poteste aiutarmi a capire- Dinah aveva un piccolo sorriso e Ally aveva abbassato di nuovo lo sguardo. -ieri..- disse Ally,senza alzare lo sguardo - avevamo un appuntamento con Camila al parco ma quando siamo arrivate l'abbiamo trovata a terra con il viso sporco di sangue. Era abbracciata a Lauren e non so perchè ho pensato che fosse stata lei. Alla fine Mila ci ha spiegato che era stato Austin e..- Dinah la interruppe -dovevi vedere come si guardavano mentre ci allontanavamo! Erano dolcissime!- disse e io risi. Ora avevo capito -bene, quindi Camila è il motivo del cambiamento di Lauren. Se vogliamo che torni quella di prima, dobbiamo fare in modo che non si allontanino.- -perche vorresti far tornare Lauren come prima?- mi chiese Ally. Bella domanda. -beh.... lei è triste e so che prima non era cosi.- entrambe mi sorrisero.

Le tre ragazze iniziarono ad escogitare piani per tenere insieme le due ragazze, ma non sapevano che non ce ne sarebbe stato bisogno.

Pov. Camila

Mi alzai e il mio sguardo si posò sul disegno di Lauren. Un sorriso mi uscì spontaneo, lo stesso della sera prima. Quando scesi per fare colazione trovai un bigliettino sotto la porta di ingresso, lo aprii curiosa:

Secret n°2, Conrey Street 39
Rimasi per un po' a guardare il bigliettino, memorizzando la via, per poi correre velocemente di sopra a vestirmi. Optai per un paio di skinny jeans chiari e una maglietta bianca, misi le mie amate converse bianche e uscii di casa. Ci impiegai quasi mezz'ora ad arrivare,non avendo la macchina. Quando raggiunsi il civico indicato dal biglietto mi accigliai, forse mi ero sbagliata. Ricontrollai la via,ma era quella giusta. Rimasi ferma davanti alla saracinesca mezza alzata, indecisa su cosa fare, alla fine la sollevai rivelando un garage. Era pieno di attrezzi da meccanico sparsi in giro, su un attaccapanni all'entrata era appesa una giacca di pelle nera. Una macchina nera era al centro della stanza, sollevata, e da sotto spuntavano un paio di gambe coperte da un jeans nero e delle vans nere. Sentendomi entrare la ragazza uscì da sotto la macchina, rivelando due fantastici occhi verdi. Lauren mi sorrise e potei giurare di aver visto un accenno di timidezza in quel sorriso -Ehi Camila..- -ehm.. ciao- non sapevo esattamente cosa dire, lo stesso valeva per Lauren. La più grande si schiarì la gola -allora.. questo è il mio garage.. e questa è la mia macchina- fissai l'auto nera e mi avvicinai leggermente,con Lauren che fissava ogni mia mossa. -non è quella con cui vieni a scuola- osservai e lei annuì -questa è quella che avevo prima, poi si è rotta e ho deciso di aggiustarla da sola- -quindi, il secondo segreto è che ti piacciono le macchine?- lei rise alzandosi da terra e lavandosi le mani -più o meno. Mi piace lavorarci su, pensare di riuscire a farle tornare come prima- sorrisi a quelle parole e mi avvicinai a lei -grazie per il disegno.. come hai fatto a farlo senza che io ti vedessi?- la ragazza si morse il labbro. Si vedeva che non si aspettava quella domanda -mh.. ho una buona memoria..- rispose evasiva -comunque sono felice che ti piaccia-. Iniziai a girare per il garage osservandone ogni minimo dettaglio, ogni volta che mi giravo notavo lo sguardo di Lauren posato su di me. Ogni tanto mi facevo spiegare a cosa servissero determinati oggetti e lei me lo spiegava.

Dopo un ora guardai l'orologio -mh.. sono le 11 - Lauren la guardò mordendosi di nuovo il labbro. Dio quel gesto era cosi bello... -senti..- disse Lauren, era nervosa -non so..ti va un gelato?- chiese esitante. All'inizio rimasi sorpresa ma un sorriso mi spuntò automaticamente sul volto -certo!!- dissi lei alzò un sopracciglio al mio tono leggermente troppo eccitato -io.. ehm.. amo il gelato- provai a giustificare la mia eccitazione. In realtà non sapevo nemmeno io il perchè di tutto quell'entusiasmo.
-okay,e gelato sia-disse lei ridendo e prendendo la sua giacca. Uscì dal garage e abbassò la saracinesca non appena uscii anche io.
Mi portò in una gelateria enorme e rimasi affascinata da tutti quei gusti -che gusto prendi tu?- le chiesi curiosa -uh.. nocciola- -ehi anche io amo questo gusto-le sorrisi e lei ricambiò -quindi, due gelati con nocciola e panna- dissi alla signora dietro al bancone -Ah, ecco un altro segreto su di me... odio la panna- scoppiai a ridere. La signora ci fece i gelati, presi i soldi ma Lauren fu più veloce di me e pagò -ehi! Dovevo farlo io!- -no non dovevi- disse lei ovvia.
Ci sedemmo e iniziammo a mangiare, ad un certo punto la sentì ridere e la guardai interrogativa -che c'è da ridere?- lei mi guardò, provando a trattenere le risate -hai la panna più sul viso che sul gelato- arrossii violentemente, stavo per pulirmi quando lei mi bloccò la mano. Mi prese il tovagliolo e lo avvicinò al mio viso, levando lentamente la panna. Aveva lo sguardo fisso su di me e ogni tanto fissava la mie labbra. -ecco..- disse appena ebbe finito. -grazie- sussurrai ancora rossa.

Non so cosa fosse, ma quando stavo con quella ragazza avevo una strana sensazione, come se il mio corpo fosse a mille. Su una cosa però ero sicura, non avevo alcuna intenzione di perdere quella sensazione

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