CAPITOLO 5

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CARRY

Mi sveglio percependo qualcosa di pesante addosso al mio corpo. Sento caldo ed ho la sensazione di soffocare. Anche se con qualche difficolta, riesco a girarmi e noto che la causa di ciò, è il possente corpo di Evan. Il suo braccio circonda la mia vita e le nostre gambe sono intrecciate. Non sarebbe difficile abituarsi ad avere ogni giorno un risveglio del genere. So che non sarà possibile, e dopo l'esperienza appena vissuta, è ancora più difficile da accettare. E' già mattina, e probabilmente Evan si sveglierà tra poco, perciò mi do il tempo di osservarlo mentre dorme. Sembra così tranquillo, sereno...le lunghe ciglia sfiorano le guancie facendolo sembrare un bambino. Mi avvicino lentamente per sfiorargli le labbra con un bacio. Dopodichè decido di uscire dal letto e andare in bagno ma, non ho ancora messo un piede fuori, che vengo afferrata e attratta tra le braccia dell'uomo nudo nel mio letto. "Non ancora Pasticcino, non ancora..facciamolo durare ancora un po' " dice, soffiandomi un bacio sui capelli. Sinceramente non mi aspettavo che si comportasse in questo modo. Ero sicura che al risveglio le cose sarebbero state imbarazzanti e che lui dopo essersi rivestito, se ne andasse da casa mia. In qualche modo il suo comportamento mi scalda il cuore e mi fa pensare che stia provando le mie stesse emozioni. Mi rigiro fra le sue braccia fino a ritrovarci faccia a faccia. Ci guardiamo per un momento e, come se fosse la cosa più naturale del mondo, ci baciamo. E' un bacio diverso dagli altri, più tranquillo...ma che esprime ciò che sentiamo meglio di mille parole. Si stende di schiena e mi fa mettere a cavalcioni sulle sue gambe. Insomma, le sue intenzioni sono chiare..vuole ripetere il round, e sicuramente non sarò io a tirarmi indietro. Il momento di fuoco viene interrotto dalla suoneria del cellulare di Evan. Cerchiamo di ignorarla, ma il telefono continua a suonare con un'insistenza snervante. Interrompiamo il bacio e appoggio la fronte alla sua. "Dovresti rispondere" gli dico. Dopo un momento mi stacco e mi dirigo in bagno.

EVAN

Dopo che vedo Carry sparire in bagno, mi alzo per recuperare il cellulare dalla tasca dei pantaloni che, ieri sera, sono volati a terra. Dentro di me sto sbraitando come un pazzo. Avere Carry tra le mie braccia, amarla..è stato un sogno. Mi sono sentito l'uomo più felice e più fortunato del mondo. Il telefono riprende a squillare e finalmente dopo averlo recuperato rispondo. "Pronto.." dico in tono aspro. "Ma buongiorno raggio di sole, vedo che ti sei svegliato con un diavolo per amico" ribatte Matthew. "Non sono assolutamente in vena per la tua ironia da quattro soldi, quindi dimmi cosa vuoi e facciamola finita" e mentre parlo, il mio sguardo cade sulle lenzuola stropicciate e macchiate di rosso che testimoniano che ci siamo amati e che Carry mi ha donato ciò che aveva di più prezioso. "Va bene amico, calmati però...tuo padre mi ha detto che ha un affare urgente di cui informarti, ti vuole avere entro un quarto d'ora nel suo ufficio della Blake" "Porca puttana! No..digli che non posso" "Che cosa sta succedendo Evan? Cazzo no che non glielo dico a tuo padre..è importante. Sai benissimo che se non fosse una cosa di massima importanza non ti avrebbe convocato" "Cazzo, cazzo, cazzo.." urlo chiudendo la chiamata e tirando un cazzotto contro il muro. Vedo Carry correre fuori dal bagno in preda al panico. "Evan, calmati..che sta succedendo?" "Scusami Carry, scusami per davvero.." le dico mentre la stringo forte al mio petto. Mi accarezza piano i capelli mentre la osservo attentamente. Ha addosso la mia camicia che ha indossato prima di addormentarsi, i capelli castani sono ancora un ammasso aggrovigliato e le donano un'aria sensuale e selvaggia. "Per cosa ti stai scusando?" mi domanda. "Al telefono era Matthew.." e come pronuncio il nome del fratello si irrigidisce. "Sospetta qualcosa di..si, insomma..ciò che abbiamo fatto ieri?" " Se sospetta che abbiamo fatto sesso? No..era troppo tranquillo. Mi ha chiamato per dirmi che mio padre mi vuole vedere tra 10 minuti nel suo ufficio della Blake" "Della Blake? E perchè mai Jason, dovrebbe volerti vedere all'agenzia di sicurezza?" "Non lo so ancora ma lo scoprirò presto...". La vedo scomparire in bagno una seconda volta e quando torna, è avvolta in un accappatoio e nelle mani ha la mia camicia. Mi aiuta ad infilarla e allaccia i bottoni. E' una scena alquanto intima e mi sento come se fossi un marito che la moglie aiuta a preparasi per il lavoro. Nella realtà lei è l'amata e io il combattente che sta per partire per la guerra. Si, per la guerra..perchè so già cosa vorrà mio padre da me, e so anche che non mi piacerà ciò che ha da dirmi. Raccolgo la giacca e le chiavi e prima di richiudermi la porta alle spalle, do a Carry un leggero bacio sulle labbra e me ne vado lasciandola ferma in mezzo alla stanza.

Quando arrivo all'edificio che ospita la Blake, vengo accolto dalla segretaria di mio padre. E' una signora un po' in là con gli anni di origini irlandesi. Può risultare un po' buffa e sbarazzina ma, in quanto ad efficenza e riservatezza non esiste donna più leale. "Buongiorno caro, ti senti bene? Cos'è quel muso lungo?" "Tutto bene Annie..semplicemente mi sono svegliato con la luna storta". Se si è accorta che sto dicendo una balla non lo da a vedere, ma risponde semplicemente "A chi non capitano delle giornate no? Vieni ragazzo, ti accompagno da tuo padre. E' in sala conderenze e ti sta attendendo". Arriviamo a destinazione e dopo avermi annunciato, Annie se ne va dandomi un buffetto di incoraggiamento sul braccio. Quando entro nella stanza, noto che al tavolo, oltre a mio padre, ci sono altri due uomini. Uno, è un signore di mezz'età un po' corpulento vestito con un completo grigio di alta sartoria, l'altro invece, è più giovane e possiede una corporatura più possente, da buttafuori. "Signori, questo è mio figlio Evan. Evan, questi sono Harold Percival" dice indicando il primo "e l'uomo che si occupa della sua sicurezza" termina indicando il secondo. Stringo la mano ad entrambi gli uomini e saluto con un abbraccio mio padre. Terminati i convenevoli mi accomodo sulla sedia lasciata vuota accanto a mio padre. Non chiedo spiegazioni perchè so già che non tarderanno ad arrivare, infatti mio padre non si smentisce e non perde tempo. "Figliolo, ti starai chiedendo il motivo per il quale ti ho convocato con così poco preavviso a questa riunione.." "In effetti me lo sono domandato, si.." "Devi sapere che il qui presente Mr. Percival è proprietario di un grosso impero immobiliario che svolge le sue attività in tutto il mondo. In questo momento tuttavia, la maggior parte dei suoi profitti provengono dalla Russia dove attualmente risiede insieme alla moglie e al figlio adolescente". "Bene, ho capito..ma io cosa c'entro in questa storia?". A questo punto è Mr. Percival che prende la parola "Vedi.. mio figlio è appena un sedicenne. Nell'ultimo periodo i suoi voti sono calati, fuma, beve e si circonda di cattive amicizie" "A me sembra solo una fase passeggera da ragazzo ribelle.." "Hai ragione Evan. In effetti non ci sarebbe niente di esageratamente preoccupante se non fosse che tra queste sue <<amicizie>> vi siano molte faccie legate alla mafia russa. Mr. Percival ci ha ingaggiati per sorvgegliare il figlio e scoprire in che guai si sta cacciando. Ha richiesto uomini di massima fiducia per questo incarico che collaborino con il signor Romanov" dice indicando l'uomo copulento "Abbiamo convenuto di cominciare la missione coinvolgendo un solo uomo, e questo uomo saresti tu Evan" conclude mio padre. Sapevo già dove sarebbe andato a parare e non mi sbagliavo. Durante la mia adolescenza ho attraversato anch'io la fase da ragazzino ribelle. Mi sono ritrovato spesso in mezzo ai guai, dai quali poi i miei genitori mi tiravano fuori siccome possedevano i mezzi necessari. All'ennesimo guaio, mio padre decise di ricorrere alle maniere forti mandandomi alla scuola militare. Inizialmente mi ribellavo, ma dopo aver capito che eravamo tutti dei galletti con la cresta troppo alta, ho cominciato a rigare dritto. Negli anni successivi all'addestramento, mio padre durante l'estate mi trovava sempre dei <<lavoretti>>. "Immagino che io non abbia voce in capitolo, sbaglio?". Non ricevendo alcuna risposta da mio padre chiedo "Quando comincia la missione?".

No One Could KnowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora