CARRY
Sono iper-mega-ultra emozionata. Per cosa? Beh..domani è l'inaugurazione della libreria! Quando l'ho vista per la prima volta dopo la fine dei lavori, sono rimasta completamente sbalordita. Non potevo credere ai miei occhi, era pure meglio di come me l'ero immaginata. Per domani è tutto pronto: il catering è stato selezionato, gli inviti spediti, i volantini distribuiti e chi più ne ha più ne metta. Per quanto riguarda ciò che mi ha detto la dottoressa Leen, ho fatto le analisi, certamente, ma la paura e il poco tempo a disposizione, mi hanno reso impossibile andarle a ritirare. Mi inoltro nella caffetteria dove ci siamo date appuntamento con Lili, mi guardo intorno e la vedo seduta ad un tavolino intenta a messaggiare con qualcuno, con stampato in volto un sorriso talmente felice, che mi chiedo chi possa essere il destinatario. Mi siedo al tavolino e mi metto comoda. Non si è ancora accorta del mio arrivo e questo mi fa capire che attualmente è rintanata nel suo mondo. "Ehilá bambola" esclamo dando un manata sul tavolo. Salta su dalla sedia mentre io comincio a ridere a crepapelle. "Ma dico, sei scema? Si sono girati tutti!" "Scusami Lili.." dico tenendomi la pancia per le troppe risate "è che eri così fuori dal mondo che era l'unico modo per risvegliarti". "Ok...ti perdono. Ora smettila però di ridere". Alzo le mani in segno di resa e piano piano mi dò contegno. "Allora, tutto pronto per domani?" mi chiede. "Certamente..prima di venire qui sono andata a dare un'ultima occhiata. Domani ci sarà Maggie ad occuparsi degli addetti al catering". "Benone..così ti puoi rilassare oggi. Cosa metterai?" "Hmmm sinceramente non ci avevo pensato..penso che scoverò qualcosa nell'armadio. Anzi, sai che ti dico? Ti andrebbe di aiutarmi?" "Ma certo mia carissima" sorride facendomi la linguaccia "troveremo qualcosa di adatto..ne sono sicura". Certo, non che il mio armadio sia pieno di abiti, si intende, ma ogni tanto nelle nostre giornate shopping, Lili mi convinceva a prendere anche qualche capo elegante.
Finiti i nostri caffè, ci incamminiamo verso le nostre rispettive auto per dirigerci a casa mia. Siccome Lili è una sottospecie di pilota di formula1, quando parcheggio la trovo già lì ad aspettarmi. "Ehi lumachina, ce né hai messo di tempo, eh?" dice dandomi una fiancata scherzosa. "Fottiti Blake. Io ci tengo alla mia vita". La sento borbottare un "esagerata" mentre mi segue all'interno dell'appartamento. "Che la caccia abbia inizio!" esclama superandomi e correndo su per le scale. Scuoto la testa e sorrido pensando a quanto sia infantile a volte, penso che sia questo che più mi piace di lei però, il suo essere sempre allegra, spumeggiante..come il sole che compare dopo una tempesta. Nel mentre delle mie riflessioni, la raggiungo. La mia bocca si spalanca in una 0 perfetta alla vista della mia camera. Sarà arrivata da due minuti, che le sono tuttavia bastati per metterla a soqquadro. L'intero contenuto dell'armadio giace gettato a terra. "Ecco qualcosa che fa al caso nostro.." dice riemergendo da quella matassa. Tra le mani ha un tubino blu notte al ginocchio. Elegante proprio per la sua semplicità. "Salta fuori da quei stracci e provalo..". Inognoro il fatto che ha appena offeso i miei amati abiti quotidiani, che consistono in jeans e felpa, e comincio a spogliarmi. Mentre indosso l'abito, la vedo riavventurarsi nella ricerca. "Mi aiuti a chiudere la zip?" le chiedo. "Certo, girati..". Dopo qualche secondo dice "tira in dentro la pancia, altrimenti non si chiude". Faccio come mi dice e assottiglio la pancia quanto più posso. "Ok, chiuso..". Scherza?! Non respiro! "Lili, non respiro..è troppo stretto!". "Eh si...sei ingrassata un po' sui fianchi effettivamente". "Mi stai dicendo che sono grassa?". Sbuffa e alza gli occhi al cielo. "Cristo Carry, non ti sto dicendo che sei grassa ma che ora sei leggermente più generosa sui fianchi, non farne un dramma!". Sguscio fuori dal vestito e m'immusonisco. So che non lo dice per cattiveria, ma insomma...a quale ragazza piace sentirsi dire che è ingrassata? Perché per quanto lo voglia abbellire, di questo si tratta.
Dopo aver provato tutti gli abiti che siamo riuscite a trovare nel mio armadio, sono esausta. È stata una colossale perdita di tempo e di energie. Sarebbero stati tutti adatti alla situazione se non fosse che non mi entravano più. Scivolo per terra e mi copro la faccia con le mani. Non dovrei farne un dramma, lo so, lo ammetto. In questo momento mi sento molto frivola. Non sono mai stata una ragazza attaccata al peso, perciò il fatto di essere ingrassata non mi dovrebbe sconvolgere un questo modo. Nonostante tutto mi metto a singhiozzare come un idiota e non c'è modo di calmarmi. Dopo quelle che mi sembrano ore, sento Lili accucciarsi davanti a me. Lentamente mi scopre il viso scostandomi le mani. "Realmente tu, Carry Josie White, ti sei messa a piangere per un motivo talmente superficiale?". Divento rossa come un peperone per l'imbarazzo. So di essermi comportata in modo infantile e questo peggiora la situazione. "Vabbè lasciamo perdere...in ogni caso domani andiamo in cerca di un abito". "Oh certo, quale modo migliore per scatenarmi nuovamente una crisi isterica". La vedo che mi guarda scocciata perciò sbuffo e dico "Ok, va bene..hai vinto. Ed ora...propongo pizze e gelato" facendo un sorriso smagliante. Ci guardiamo per un istante e poi scoppiamo a ridere come matte.
EVAN
Il mio volo è atterrato da una mezz'ora ormai. Ritiro il mio bagaglio e mi appresto a raggiungere l'uscita, dove ad attendermi trovo Matthew. Non appena mi vede, sorride e mi viene incontro. Lascio cadere il borsone che tenevo nelle mani e ci salutiamo con un abbraccio e delle sonore pacche sulla schiena. "Mi sei mancato amico" mi dice lui. "Mah...tu non tanto invece" gli rispondo cercando di mantenere un'espressione seria. "Vaffanculo Evan". "Ok, forse mi sei mancato, ma solo un po' " dico infine. "Smettila di sfottere la mia intelligenza e muovi quel culo flaccido che ti ritrovi per arrivare alla macchina". Per la sua ultima affermazione si guadagna un cazzotto nel braccio che lo fa desistere dal continuare a fare battutacce."Cazzo, mi hai quasi spaccato il braccio prima!" "Non fare la femminuccia..e comunque te lo sei meritato per aver messo in dubbio la magnificenza del mio corpo". Scherziamo in questo modo da quando eravamo dei ragazzetti, perciò quando uno di noi se ne esce con un'affermazione del genere non ci scandalizziamo. "Oggi non faccio un cazzo..Non appena arrivo a casa mi butto a letto e non mi muovo fino alla settimana prossima!" "Domani ti toccherà invece...c'è l'inaugurazione della libreria di Carry, non vorrai perdertela?" "Cosa?". Non ho la più pallida idea di cosa stia parlando. Mio padre in tutto questo tempo non mi ha riferito niente. "Si ecco..poco dopo che te ne sei andato si è decisa a inseguire il suo sogno. I nostri genitori inizialmente non erano contenti del fatto che avrebbe abbandonato l'università di giurisprudenza per aprire una libreria, ma infine lo hanno accettato. Hanno capito che con l'arrivo di un bambino, una fonte di guadagno stabile le sarebbe servita". "Quindi lei...ehm..è incinta? Si è decisa per l'inseminazione artificiale?". "Ancora no, è stata molto presa con tutta la storia del negozio, ma non ho dubbi che ora dedicherà più tempo alla cosa. Sempre che sia possibile.." "Che cosa vuoi dire?" gli chiedo. Mi spiega i timori della dottoressa Leen e io non posso far altro che annuire silenziosamente.
Arrivati a casa, mia madre mi si butta in lacrime tra le braccia. "Non permetterò mai più che tuo padre ti coinvolga in qualcosa del genere!" "Stai tranquilla mamma, nemmeno io.." sussurro stringendola forte. Mio padre mi saluta con un abbraccio caloroso e mi ripete nuovamente quanto sia orgoglioso di me. Ad un tratto sento la porta d'ingresso sbattere, seguita da un urlo. Il mio cervello non fa in tempo a registrare ciò che sta accadendo, che mi ritrovo avvinghiato addosso un corpo da folletto. Riconosco immediatamente la chioma bionda di mia sorella e la stritolo in un forte abbraccio. Dopo qualche minuto si scosta e vengo inchiodato dai suoi occhi verdi tanto simili ai miei. "Mi sei mancato tanto.." mi sussurra mentre mi stampa un bacio sulla guancia. Sinceramente non mi aspettavo un'accoglienza così calorosa, ma ne sono senz'altro contento. Dopo un po' mi congedo ritirandomi nella mia stanza per riposare. Giungo in camera e dopo essermi cambiato in abiti più comodi, mi fiondo sul letto ed il sonno non tarda ad arrivare.
Mi sveglio che il sole è già alto in cielo. La stanchezza dell'ultimo periodo si è fatta sentire. Sono contento di essere nuovamente a casa. Prima di alzarmi mi stiracchio e poi vado in bagno. Ho bisogno di una bella doccia calda. Mi svesto ed entro sotto il getto d'acqua. Rivivo mentalmente tutto il processo. Grazie a Dio si è svolto tutto molto rapidamente. La testimonianza di Henry si è rivelata molto utile per l'accusa. Quel ragazzo ne ha dovute passare tante, ma tutto si è risolto al meglio. Nonostante inizialmente fosse stato proposto un patteggiamento agli imputati, in modo tale da riuscire ad estorcergli una confessione ed arrivare al boss, la situazione si è complicata quando hanno cercato di attentare alla vita del mio piccolo amico. Una mossa tanto pericolosa quanto ingenua dato che è servita solo ad aggiungere alla lunga lista un'altro capo d'accusa. La difesa ovviamente, dopo l'accaduto, non ha potuto fare molto. Perciò dopo aver mantenuto la mia promessa iniziale e quella di Henry che mi ha promesso che mi sarebbe venuto a trovare, eccomi qua..a casa, dopo mesi di assenza.

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No One Could Know
ChickLitUna ragazza con un sogno: formare una grande famiglia. Ma se il destino la costringerà a fare una scelta immediata? E lei..cosa sceglierà? A 19 anni è una grande responsabilità, ma se un ragazzo alto, muscoloso, occhi verdi e capelli biondi la aiuta...