La mia ragione di vita

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Ashley : Sono passati 4 mesi dalla nascita di mia figlia. Sto sola, mi sono isolata da tutto e da tutti. Ho preso un appartamento per me e per Emily qui a Milano, non voglio più vedere nessuno, mi sono allontanata perfino da Alice. Sta ancora con  mio fratello e io sono felice per lei, ma sono anche gelosa. Vorrei una vita semplice da una normale sedicenne, come tutte. Sono depressa, odio tutti, tranne mia figlia. Lei è la ragione della mia vita, è bellissima e la amo con tutto il mio cuore. Sono sempre chiusa in casa, esco solo per correre, per fare la spesa e per far prendere aria alla mia piccola. Edward non si fa mai sentire ed è meglio cosi, provo a dimenticarlo, anche se è difficile visto che ho una mini Edward in casa. I miei genitori vengono ogni tanto a trovarmi, stanno un po con la piccola e io ne approfitto per andare a correre. Ho trovato un lavoro in biblioteca, sistemo i libri e aiuto i bambini a cercarli e a capirli se qualcuno mi chiede qualcosa. Porto Emily con me perché c'è un nido di fronte e me la tengono dal Lunedi al Venerdi 5 ore al giorno.
Faccio tutto da sola, sono io che lo voglio da una parte perché dall'altra me ne sono andata da casa perché la piccola non faceva dormire nessuno la notte e ho sentito i miei lamentarsi.
Con i soldi che avevo da parte ho comprato quest'appartamento. Non è molto grande ma per 2 persone basta.
Sono le 23:00 e finalmente riesco a prendere sonno dopo aver allattato Emily.
Pianto, un pianto. Controllo la sveglia e vedo che sono le 5 del mattino. Oh mamma.
Prendo Emily e le cambio il pannolino sul fasciatoio in bagno e la cullo per calmarla. È inutile, non c'è modo per farla smettere di piangere. Le tocco la fronte e scotta, misuro la febbre e ha 39°.
Tutte a me. Cerco su internet cosa posso fare per abbassare la temperatura, visto che alle 5 del mattino non c'è nessuno che mi possa aiutare. C'è scritto di mettere un tovagliolo bagnato sulla fronte e di spogliarla. Faccio come dice e la cullo in braccio fino a farla addirmentare. Mi guardo allo specchio e noto delle grosse occhiaia sotto gli occhi. Ho dormito solo 6 ore, sono stanchissima e adesso non riesco più a dormire. Per fortuna domani non lavoro, cosi almeno potrò stare con Emily a casa. Io non sono una buona madre, faccio schifo, Emily quando sarà grande mi odierá perché non c'è un padre nella sua vita e perché non le so dare quello che danno le mamme ai propri figli.
Il cellulare squilla e lo spengo subito per non svegliare Emily.
La chiamata è di un numero sconosciuto quindi non rispondo.
Sono le 10:30 e sono stanchissima. La piccola dorme e qui a casa c'è Alice.
" hai un aspetto orribile " dice vedendomi.
" non ho dormito " dico.
" si vede, senti non puoi continuare cosi, hai bisogno di una mano "
" non ce la faccio più" dico e l'abbraccio. Mi stringe forte a se e mi accarezza la schiena. " io ci sono " " lo so, ma sono io il problema, non sono una buona madre, Emily ha la febbre, l'ho fatta stare male capisci ?"
" no, ha la febbre è normale ai neonati " mi siedo accanto a lei
" ho bisogno di aiuto, io non ce la posso fare sola, voglio qualcuno accanto a me che faccia da padre alla mia bambina, mi odierá da grande perché non ha un padre" dico piangendo.
" non to odierá, tu sei una mamma fantastica e il fatto che Edward non ci sia è anche un po colpa tua perché non glielo hai detto " " non gliel'ho detto perché era felice con Diana, non volevo rompere la loro relazione" dico.
" loro non stanno più insieme e si è lasciato anche con quella la, prova a dirglielo ".
" non ce la faccio " dico piangendo. Alice sta con me fino all'ora di pranzo, poi se ne va. Io rimango sola in casa ma non piango più, dopo essermi cambiata, prendo la mia piccola che non ha più la febbre alta e la metto nella carrozzina ed esco a camminare. Vado in centro, compro delle tutine nuove e vado a casa dei miei genitori. Loro sono felici di rivedermi e io sono felice di essere uscita dalla tana.

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