Capitolo 4

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Corro. Corro come il vento. So di dover scappare, anche se non so da cosa. So solo che devo farlo e che sono in pericolo. Sono in una foresta, tutt'intorno a me ci sono alberi che oscurano il sole. Un rumore dietro di me mi spinge a correre ancora più forte. Sono sudata, non ce la faccio più. La paura mi attanaglia le viscere. Non so perché ma ho paura di morire. I capelli scuri mi si sono appiccicati addosso, e proprio quando sto per mollare mi ritrovo davanti ad un lago. Non so come sono finita qui, ma mi butto e quando il mio corpo è a contatto con l'acqua gelida, mi sveglio.

Oggi è il terzo giorno qui all'accademia. Ieri non è stato tanto diverso dalla giornata precedente, a parte per il fatto che ho cominciato le lezioni. Ho sempre tenuto lo sguardo pressoché basso, perché l'imbarazzo è ancora molto. Ho parlato un po' con Meredith e devo dire che forse, quando sarò più abituata a stare tra la gente, potremmo diventare amiche.

Mi ha presentato il suo ragazzo, Zack, e sono rimasta incantata dalla sua abilità: non so se ha parte di DNA simile a rana o a canguro, ma fa salti altissimi. È salito sopra un albero con un balzo, e Meredith si è messa a ridere, forse vedendo la mia faccia. Davvero, non pensavo potessero esserci simili mutazioni, e devo dire che stare qui comincia a piacermi. Più scopro che tipo di mutazione possiedono le persone intorno a me, meno mi sento sola. Credo che io e Meredith diventeremo amiche prima di quanto ho previsto. Sto migliorando.

Ho scoperto che le materie che vengono insegnate in questa scuola sono le normalissime materie delle normalissime scuole (che poi io che ne so). Sì, insomma, matematica, fisica, inglese, storia... sono anche venuta a sapere che durante il pomeriggio, insieme all'insegnante che viene assegnato ad ogni ragazzo, si allena la propria "dote". Io ieri sono solo rimasta a guardare i vari gruppi, ma oggi in teoria dovrò partecipare. Sono curiosa a dire il vero. Magari farò conoscenza con qualcuno, anche se non ci spero molto. Non si sa mai come potrei comportarmi.

Mi alzo dal letto, decisa che oggi a colazione accetterò l'invito di Meredith e mi siederò vicino a lei. Ha detto che terrà il posto libero ogni giorno, per lasciarmi la scelta e la possibilità di aprirmi un po'. È davvero una ragazza d'oro.
Così prendo le pilloline blu,  mi preparo per andare a fare colazione e scendo con la mia tazza dei Barbapapà.

Quando apro la porta della mensa nessuno fa più caso a me, e mi avvicino al buffet. Riempo la MIA tazza di latte e prendo qualche biscotto al cioccolato. Amo troppo la mia tazza per rinunciare a usarla, così me la sono portata dietro. Quando avevo chiesto a Cole di mettermela in valigia, mi aveva guardata come se fossi pazza. Poi ha riso, quindi mi sono arrangiata. Insomma, adoro quella tazza ed è speciale. Ha un valore affettivo.

Faccio un bel respiro profondo e vado da Meredith. Non appena mi vede avvicinarsi le si illumina tutto il viso di un dolce sorriso e di conseguenza sorrido anche io. Mi siedo alla sua sinistra, mentre alla sua destra c'è Zack, che mi saluta anche lui con un sorriso. Sono bellissimi insieme. Davanti a noi c'è un ragazzo che non conosco. Si vede che è molto alto anche se è seduto. Ha dei capelli castano chiaro e occhi neri. È abbastanza carino, anche se non è molto il mio genere. Mi piacciono i ragazzi con gli occhi chiari. Quando li vedo mi sciolgo, letteralmente. Ma non è che discrimino il resto dei ragazzi, eh.

Mi fissa ed io arrossisco. Non sono molto... abituata agli sguardi di chi non è della mia famiglia, specialmente se la persona in questione è un estraneo. Quindi è palese il disagio che avevo provato quando ero sotto lo sguardo di tutti, due giorni fa, visto che anche solo lo sguardo di una sola persona mi manda leggermente in crisi. Bello schifo.

«Non fissarla, Lucas, non vedi che la stai turbando?». Meredith ti adoro sempre di più!

«Scusami, non volevo metterti in imbarazzo» dice rivolgendosi a me.

«Sono Lucas, tu sei Catherine, giusto?».

«Giusto. Piacere di conoscerti». Lucas mi sorride gentile. Non ho mai visto così tanti sorrisi tutti in una volta.

Parliamo un po' anche se non sono brava a inserirmi nelle conversazioni. Non avevo ancora notato, fino ad ora, quanto il distacco con il mondo esterno abbia cambiato il mio modo di pormi con le persone. Faccio fatica a trovare argomenti di discussione, non so più come si fa a fare amicizia. Solo ora me ne rendo conto. Ed è male. Anzi, fa male, perché non so se potrò mai condividere in tutto e per tutto le mie sensazioni ed i miei stati d'animo con una persona che non abbia il mio stesso sangue.

Anche Lucas mi chiede della mia mutazione, e stavolta ne parlo piuttosto facilmente. È un miglioramento. Mi batto da sola il cinque mentalmente. Posso farcela.
Scopro che lui ha la coda e insiste per volermela mostrare. Quindi si alza e me la fa vedere con gli occhi luccicanti. Va fiero della sua mutazione. Non posso fare a meno di pensare a Goku, nel cartone animato "Dragon Ball" e gli chiedo se anche lui quando guarda la luna piena si trasforma in scimmione. A quel punto mi guarda e poi scoppia a ridere fortissimo. Rido anche io come una scema con le mani sulla pancia e le lacrime agli occhi. Sono felice. Sono riuscita a fare una battuta divertente dopo secoli. Di solito le battute le facevano i miei fratelli, io non ne sono mai stata capace. Ma ora, vedendo Lucas ridere come un matto, non riesco a smettere di guardarlo.

«Dio, ti voglio bene di già, Cat».

Mutations' Academy (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora