Capitolo 9

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Io, Meredith, Zack e Lucas siamo in autobus, stanchi ma super felici dopo la nostra gita a New York. Abbiamo camminato molto, passando tra una miriade di persone diverse, tra odori suoni e culture provenienti da molte parti del mondo. È curioso vedere come in una singola città ci possano essere persone diversissime. Si passa dagli amministratori delegati ai ragazzi che vendono Hot Dog, dai lavoratori che vanno di fretta correndo tra la gente ai suonatori ambulanti, così gioiosi e pieni di vita nonostante vivino nella miseria.

Guardo fuori dal finestrino le gocce di pioggia che cadono silenziosamente nel terreno umido. Ha iniziato a piovere poco tempo fa, mentre raggiungevamo la fermata dell'autobus.

Comincio a vagare con lo sguardo, con tanti pensieri che mi vorticano in testa.

Ieri notte ci sono rimasta così male! Il corridoio è rimasto completamente silenzioso, niente tonfi, nessun rumore e nessuna me curiosa che girovagava per la scuola. Più che altro è che io non aspettavo altro... dopo tutto quello che era successo quella mattina avevo bisogno di uno straccio di risposta, di un indizio, qualcosa... e che avevo deciso di non pensarci più! Sono davvero intelligente... mi contraddico sa sola.

Sospiro e ripenso a casa mia, ai giorni passati con la mia famiglia, ai pomeriggi in veranda ed alle coccole di Silver... il mio gattino... mi manca tantissimo. Quando c'era un temporale dormivamo insieme. Non ero io che avevo paura, era lui che si spaventava ad ogni rombo. Quindi si rifugiava sotto le coperte del mio letto e tra le mie braccia, si accoccolava e si addormentata tranquillo mentre io lo accarezzavo.

Decido che appena arriverò in camera mi metterò a studiare letteratura inglese, giusto per distrarmi dai ricordi che bussano sempre nel mio cervello. Non ce la faccio a non farmeli passare per la mente, a volte, e così ogni volta mi trovo qualcosa da fare per non sentire la mancanza di tutto quello che ho lasciato a casa mia, nella periferia di Washington.

«Allora che ne pensi?» mi dice Zack, interrompendo i miei pensieri.

«Di che?» chiedo accigliandomi. Noo, non si capisce neanche che non stavo ascoltando, guarda.

Meredith alza gli occhi al cielo e io le faccio una linguaccia di scuse con tanto di occhiolino. Ah, è così bello avere un'amica e riuscire a comunicarcisi senza parlare! È una cosa così... confidenziale. La adoro.

«Beh, di New York, ovviamente».

«E mi chiedi anche cosa ne ho pensato, Zack? È una città fantastica! Come potrebbe non piacermi?»

«Benissimo, allora! Quando il preside ci darà un altro permesso ci torneremo» dice Lucas sorridendo.

«Piuttosto, vorrei proprio sapere dove hai buttato la coda». È possibile che sia scomparsa in qualche modo? Ci avevo pensato anche prima, ma eravamo nel bel mezzo di New York, non avrei mai potuto chiederglielo senza che qualcuno ci sentisse.

«Grazie agli allenamenti quotidiani ho imparato a "ritirarla" dentro il mio corpo. È una cazzata, e mi permette di camminare tra la gente. Utile no?» mi risponde. Ma che figo! È come se se la risucchiasse dentro. Non pensavo si potesse fare una cosa del genere.

Penso a Aryan e a come anche lui potrebbe riuscire a fare la stessa cosa. Ma forse anche no, insomma, le sue ali sono enormi, non è detto che ci possa riuscire.

Scuoto la testa. Non devo pensare a quel tipo. E neanche a farlo apposta, Meredith mi chiede se è venuto ad importunarmi. Mi dispiace mentirle, ma come faccio a dirle che sono entrata dentro la foresta del parco e che è stata lì la prima volta che ci ho parlato? Insomma, non credo capirebbe. Come ho già notato molte altre volte, qui tutti rispettano le regole. Cosa un po' strana visto che c'è sempre, in ogni luogo, qualcuno a cui delle regole non interessa una fico secco. E, beh, forse quella persona sono proprio io. Anche se la cosa mi puzza comunque. Che fine hanno fatto i bad boy che si trovano in ogni scuola che si rispetti? Ok che questa non è proprio una scuola normale, e ok che io è da molto che non ne frequento una, ma non è che non so niente sull' argomento. Sì, è decisamente un'altra delle cose che non mi quadrano, la quarta per ora.

L'autobus arriva alla nostra fermata senza che io me ne renda conto. Se non fosse stato per lo scossone alla spalla che mi ha rifilato Lucas, io sarei rimasta lì sopra a pensare e pensare e pensare.

Scendiamo e cominciamo a correre come dei matti sotto la pioggia, ridendo e bagnandoci dappertutto.

La pioggerellina di prima si è ormai trasformata in acquazzone, e vedere Meredith bagnata fradicia e incazzata nera perché le si è rovinata la messa in piega è impagabile. Scoppiamo tutti a ridere, anche lei alla fine.

Corriamo per cinque minuti buoni, cercando di evitare le pozzanghere. Il cielo romba, annunciando un temporale. Ah Zeus!

Dopo aver minacciato Zack per avermi fatta cadere nel fango e aver visto Lucas essere ricoperto dagli schizzi di una macchina che passava troppo velocemente, arriviamo alla nostra meta, stanchi per la corsa, ansimanti, ma con ancora la voglia di ridere.

Entriamo per il portone principale e subito un campanello d'allarme mi risuona in testa. Insegnati, alunni e personale della cucina e delle pulizie corrono a destra e a sinistra, agitati ed iperattivi.

Io e i tre ragazzi al mio fianco ci guardiamo intorno spaesati, non riusciamo a capire che succede. Cerchiamo anche di fermare qualcuno per essere informati, ma nessuno si rende conto della nostra presenza, troppo occupati a correre a destra e a a sinistra.

L'unico che sembra notarci, alla fine, è il preside, che con il fiatone e la cravatta dondolante, ci raggiunge velocemente. Non facciamo tempo a chiedergli una qualche spiegazione che comincia subito a parlare.

«Menomale che siete arrivati anche voi, ragazzi. Abbiamo bisogno di più aiuto possibile».

«Ma che è successo?» chiede Meredith con viso preoccupato. In effetti lo sono anche io. Insomma, con tutta questa confusione non dev'essere roba da poco.

«Mi dispiace ragazzi, non posso dirvi molto. Sappiate solo che uno di voi studenti è scomparso ed è da ore che non abbiamo sue notizie».

Scusate! Questo capitolo non è un granché :/

Mutations' Academy (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora