Il ciliegio del sedicesimo giorno (Jiu-roku-zakura)

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Nel distretto di Wakegori, nella provincia di Iyo in Giappone, esiste un famoso e antico ciliegio chiamato Jiu-roku-zakura (Ciliegio del sedicesimo giorno), perchè secondo il vecchio calendario lunare giapponese il ciliegio dovrebbe fiorire ogni anno al sedicesimo giorno del primo mese; infatti la sua fioritura cade nel Periodo del Grande Gelo, sebbene i ciliegi dovrebbero fiorire in primavera.
Il perchè di questo è che nello Jiu-roku-zakura appartiene una vita, un'anima, che non è la sua, o almeno non lo era in origine. Lo spirito che occupa quel ciliegio è quella di un samurai di Iyo.

Infatti quel ciliegio fiorisce nel giardino di quel samurai e fioriva, insieme agli altri, verso la fine di marzo e nei primi di aprile.

Quel ciliegio era "un'amico d'infanzia" del samurai; i suoi parenti hanno appeso ai suoi rami in fiore, una stagione dopo l'altra, per più di trent'anni, strisce di carta colorata con su scritto delle poesie di lode.

Lui stesso stava invecchiando e sopravvivendo il resto della sua vita ai suoi figli e non gli resta altra creatura da amare se non il ciliegio. Ma, sfortunatamente, durante l'estate di un certo anno, l'albero si avvizzì e morì. Il vecchio se ne dolse ogni dire, così gli vicini si procurarono un'altro ciliegio, giovane e rigoroso, e lo piantarono al posto del precedente ciliegio, cercando di confortare almeno un po' il vecchio. Il vecchio ringraziò col cuore e mostrava un po' di felicità ritrovata, ma in realtà aveva la morte nel cuore, perchè si era affezionato molto al vecchio albero e che nullo avrebbe potuto consolarlo.

Dopo innumerevoli giorni passati tristemente, il vecchio si ricordò che esisteva un modo per riportare in vita un'albero morente. Era il sedicesimo giorno del primo mese, così il vecchio si recò in giardino e s'inchino vicino all'albero, ormai morente, e gli disse le seguenti parole: ≪Ti scongiuro di fiorire ancora una volta... perché sto per morire al posto tuo.≫

È infatti diffuso la convinzione che si possa "scambiare" la propria vita per riportare quella di un'altra persona o per qualsiasi cosa creato, purchè si possa ottenere l'aiuto degli dèi; questa trasmigrazione viene espressa in "Migawari ni tatsu" (Agire per sostituzione).

Il vecchio posò, allora, un telo candido sotto l'albero e si inginocchiò e fece hara-kiri, alla maniera dei samurai. Il suo spirito, quindi, entrò nell'albero che fiorì in quel preciso istante.

L'albero continua a fiorire il sedicesimo giorno del primo mese, cioè la stagione delle nevi.

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Come vi è sembrato il capitolo?

Porto delle leggende belle eh! Non porto solo quelle maledette :D
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