La ragazza con l'elmo di legno

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Nb: in alcune versioni della leggenda, la protagonista, invece di un'elmo, ha una ciotola di legno.

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Tanto tempo fa, in un piccolo villaggio situato in Giappone, viveva una famiglia, formata dalla moglie e il marito, che passarono molto dei loro anni una vita ricca e felice; ma la loro vita ricca e felice finì, lasciandoli solo la figlia, una fanciulla bella come un'aurora.
I vicini della famiglia erano gentili e premurosi di carattere e avrebbero fatto di tutto per aiutare i loro amici, che, da parte loro, non accettarono la gentile richiesta proposta dai vicini; l'anziana coppia decise di trasferirsi, partendo così per un viaggio con la speranza di arrivare in una meta sconosciuta, ma isolato all'interno del paese e nascondersi lí.

La madre e la fanciulla si occupavano dei lavori che solitamente spettava alle ragazze, il padre, invece, restava seduto sul pavimento a fissare davanti a lui ripensando ai giorni ricchi e felici che la sua famiglia aveva passato. Diventava, giorno dopo giorno, sempre più infelice fino a quando si sdraiò e non si alzò più.
La madre e la figlia piansero amaramente alla morte del marito e passarono molti mesi prima di poter provare piacere per qualcosa. Poi un giorno la madre guardò la figlia, accorgendosi che stava diventando sempre più bella; un tempo ne sarebbe felice di codesta cosa, ma ora che erano sole al mondo potrebbe causare qualche problema. E così che la madre cominciò a insegnare alla figlia tutto quello che poteva insegnargli per tenerla sempre occupata e così di non avere tempo per pensare a se stessa. La bimba era molto ubbidiente, per questo seguì tutti gli insegnamenti che la madre gli dava.

Gli anni passavano velocemente e arrivò la primavera, il periodo in cui la madre si prese un normalissimo raffreddore. All'inizio la madre non ci dava troppo peso ma la malattia peggiorava sempre fino a quando la donna capì che stava per lasciare il mondo anche lei; chiamò la figlia per comunicarvi della cosa e che dovrebbe prendersi cura di se stessa visto che da allora in poi non ci sarebbe stato più nessuno ad accudirla. Visto che per una bella donna è più difficile passare inosservata, la madre ordinò alla figlia di prendere un'elmo di legno, che si trovava nella stanza affianco, e di metterlo in testa e di spingerlo giù per la fronte, così da lasciare il volto nell'ombra. La ragazza fece quello che le era stato ordinato, e la madre, visto ciò, si tranquillizzò e potè respirare in pace.

La ragazza pianse per giorni interi fino a quando decise di andare a lavorare per mantenersi da sola; si incammino verso la collina fino ad arrivare alla casa dove risiedeva il padrone delle campagne di quella regione e prese servizio. Lavorava dalla mattina alla sera, e quando andava a letto si sentiva tranquilla: non aveva mai rotto la promessa fatta alla madre, tanto che la genta la chiamava Hatschime.

Nonostante la ragazza faceva molto attenzione a non trasparire il suo aspetta, la fama della sua bellezza si diffondeva per la regione; vennero molti giovani che tentavano di toglierle l'elmo, ma fu tutto vano. La ragazza si limitava a esortarli e infine andando via. La paga e il cibo era scarso, vero, ma almeno le bastava per vivere.
Un giorno il suo padrone stava passeggiando per i campi, quando vide l'operosità che la ragazza dimostrava, ne rimase colpito; dopo qualche domanda fattogli dal padrone, esso decise che la ragazza doveva occuparsi della moglie malata. La ragazza si sollevò pensando che i guai si sarebbero placati, ma non fu così.

Non passò molto tempo da quando Hatschihime divenne la cameriera personale della moglie che il figlio maggiore del padrone tornò da Kyoto. Mentre faceva la sua passeggiata mattutina, vide la ragazza con un'elmo in testa e subito andò a chiedere informazioni alla madre di quella ragazza; la madre disse che la ragazza indossava quell'elmo solo per capriccio e che nessuno glielo avrebbe tolto. Il giovane sorrise.
Mentre il ragazzo si stava dirigendo verso casa, vide la cameriera della mdre mentre si rinfrescava il viso presso un corso d'acqua con l'elmo da parte. Il ragazzo si nascose fino a che non vide l'immensa bellezza della ragazza che decise che avrebbe sposato solo quella ragazza e nessun'altra; ma quando comunicò la sua decisione alla sua famiglia, essi si infuriarono e inventando storie sempre più assurde su di lei, ma il giovane non si arrese.

La ragazza era felice ma, non convinta, rifiutò la proposta del ragazzo. Cambiò idea quando in un suo sogno incontrò la madre che la incoraggiava a dire di si. Quando il ragazzo si propose di nuovo la ragazza accettò con un sorriso; quindi ai genitori non rimaneva altro che far buon viso a cattivo gioco e si misero a fare i preparativi. Quando tutti erano pronti per la festa e la sposa era abbigliata, le damigelle sollevarono l'elmo per acconciarle in capelli, ma l'elmo non si toglieva e più tiravano più l'elmo si faceva stretto finchè la ragazza urlò di dolore e lo sposo accorse nella stanze della sposa: decise che avrebbe sposato la ragazza con l'elmo.
Cominció così la cerimonia e ai sposi fu servita una bottiglia di vino che dovrebbe essere bevuta fino all'ultimo goccio. Quando finirono la bottiglia l'elmo esplose lasciano per terra pietre preziose; ma a sorprendere il pubblico non fu l'esplodere dei diamanti, ma bensì la bellezza della ragazza.
La notte fu trascorsa da danze a canti e i sposi tornarono a casa passando la loro vita felice e facendo nascere tanti bambini che divennero famosi in tutto il Giappone.

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