Capitolo 4 - Fuoco Inarrestabile

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Fugge Frattanto,
Fugge Il Tempo Irrecuperabile.
Virgilio

Capitolo 4: Fuoco Inarrestabile

Quella settimana a Boston era davvero volata. Prima che me ne rendessi conto era arrivato l'ultimo giorno da passare in quella meravigliosa città, e dovevo ammettere che il mio cuore si riempiva di tristezza al solo pensiero di dover prendere l'aereo e tornare a Lecce. Rientrare a casa avrebbe riportato me e Massi nella quotidianità di sempre, ci avrebbe riportato a scuola, in quel maledetto liceo dove eravamo costretti a fingere e a mentire.
Era inutile che raccontassi balle a me stessa: quei giorni a Boston erano stati i più belli della mia vita ma anche i più sofferti. Sapevo che quel periodo non sarebbe durato in eterno e questo mi uccideva. E' difficile rinunciare a qualcosa di così meraviglioso, soprattutto se lo si è scoperto da poco tempo.
Avrei voluto rimanere a Boston per sempre, con il mio Massi. Lì non avevamo preoccupazioni o timori, ma dovevamo tornare a casa. La realtà doveva essere affrontata, come sempre accade quando ci si sveglia da un sogno meraviglioso. E la sveglia ormai stava per suonare, mancavano solo ventiquattro ore alla partenza.
Delia ed io eravamo in giro per Boston. Quella sera lei e Michael ci avevano invitato ad uscire, Mike affermava che avevano aperto un nuovo locale fantastico dove voleva portarci.
Mentre camminavo accanto a Delia per le strade di Boston mi tornò in mente il primo giorno che avevo trascorso in quella città. In quel pomeriggio che mi sembrava tanto lontano, Massi ed io avevamo fatto l'amore in un modo talmente meraviglioso che il solo ripensarci mi faceva tornare dei brividi incontrollati in tutto il corpo.
Era stato allora che Massi mi aveva raccontato tutta la storia di Delia e della sua famiglia.
-Romina, la madre di Delia, ha tradito Devon-, cominciò Massi quando gli chiesi come mai i genitori di Delia avessero divorziato. Mi teneva abbracciata a lui mentre parlava, stesi su quel letto che aveva accolto il nostro amore.
Alzai leggermente la testa per poterlo guardare mentre parlava. Sentivo il suo cuore battere sotto il mio orecchio poggiato sul suo petto. Non era agitato, si stava solo limitando a raccontare.
-Devon non gliene ha mai fatto una colpa. Da anni il loro matrimonio era in crisi: lui lavorava sempre, trascurava lei e i figli, era completamente assorbito dallo studio legale che stava fondando. Non si era accorto di nulla ma alla fine Romina ha confessato tutto.-
-Non hanno provato comunque a restare insieme?- chiesi con un filo di voce.
-Lo hanno fatto. Dopo il tradimento di Romina hanno provato ad andare avanti per un paio d'anni, ma ormai la fiducia era rotta e anche se si amavano non era più come prima. Alla fine hanno deciso di separarsi e poco dopo hanno divorziato. Romina ha deciso di tornare in Italia per cominciare una nuova vita.-
-Delia e Michael sanno il motivo della separazione dei loro genitori?-
Massi chiuse un attimo gli occhi e prese un respiro.
-Sì, lo sanno. Delia non ha mai rimproverato nulla a sua madre, sa quanto Devon li avesse trascurati e sa anche che Romina lo amava, ma probabilmente quell'amore non le era bastato. Mentre Michael... Be' Michael è un tipo molto meno comprensivo. Non ha mai perdonato alla madre quello che aveva fatto, non la vede da più di un anno e non ha mai avuto voglia di incontrarla di nuovo. Non dico che la odia, ma prova molto risentimento per lei, sia perché ha distrutto il suo matrimonio e sia perché ha portato Delia in Italia con sé. Conosco Mike, probabilmente non perdonerà mai sua madre.-
-Delia sarà uscita distrutta da questa storia-, mormorai con una nota di dolore nella voce.
-Sì-, rispose Massi riaprendo lentamente gli occhi. –E' per questo che quando è arrivata a Lecce per Christian è stato semplice riuscire a prenderla in giro. Lei si sentiva sola, e in più si sentiva in colpa per aver lasciato suo padre e suo fratello. Christian era dolce e riusciva a non farle pensare al brutto periodo che la sua famiglia stava attraversando.-
Christian... Quel viscido verme senza neanche un briciolo di spina dorsale! Se solo mi avessero lasciato sola con lui due minuti, lo avrei fatto pentire di essere venuto al mondo!
Massi mi strinse un po' più forte, forse aveva capito che il sentir nominare Christian mi aveva fatto innervosire. Il mio Massi continuava a sorprendermi, riuscendo sempre a capire tutto quello che provavo senza che io dovessi neanche aprire bocca.
Mi lasciò un delicato bacio sulla fronte ed io mi accoccolai meglio tra le sue braccia mentre percepivo la sua mano ancorata sul mio fianco stringermi con più decisione a lui.
Un piacevole calore mi attraversò la schiena mentre avvertivo il corpo di Massi diventare sempre più caldo e profumato.
-Hai di nuovo freddo?- chiesi in un sussurro.
Lui mi strinse ancora di più e alzando lo sguardo notai che un sorriso divertito si era dipinto sul suo volto.
-Penso che dovrò farmela passare, visto che tra poco dobbiamo scendere per la cena.-
Un piccolo sbuffo sfuggì alle mie labbra al pensiero che di lì a pochi minuti avremmo dovuto abbandonare quel letto, ma soprattutto nel pensare che non c'era il tempo per un altro viaggio.
-A quanto pare non sono l'unico che ha di nuovo freddo. Ti è venuta voglia di scaldarmi, Copertina?- mi chiese accarezzandomi i capelli e cominciando a giocherellare con uno dei miei boccoli informi.
Arrossì leggermente a quella frase, ma dovevo ammettere che era la verità. Alzai lentamente la testa e mi sporsi un po' verso di lui lasciandogli un bacio sul mento. Lo sentii trattenere il respiro a quel mio gesto, mentre con calma la mia mano cominciava ad esplorare il petto fino a fermarsi in corrispondenza del cuore. Mi sembrava quasi di poter sentire i suoi battiti accelerare. Le mie labbra scesero un po' e lasciarono un altro bacio più deciso su quel collo morbido e appetitoso.
-Voglio scaldarti-, mormorai con un filo di voce mentre il torace di Massi si alzava e si abbassava più velocemente. –Voglio che il mio calore ti avvolga e ti tolga la capacità di ragionare. Voglio che le mie carezze ti facciano sognare-, la mia mano si mosse da sola sul suo petto con delicatezza, quasi a sfiorarlo. –Voglio che le mie labbra brucino completamente la tua pelle-, mormorai, e con un altro bacio ancora più profondo sigillai quelle parole sul suo collo come se avessi intenzione di marchiarle a fuoco sulla sua pelle.
-Voglio che tu sia per sempre mio.-
Lo dissi con una tale urgenza e con un tale desiderio che Massi non ci vide più: con uno scatto me lo ritrovai sopra. I suoi occhi mi guardavano con un'intensità che mi fece battere il cuore. Sembrava che il verde delle sue iridi volesse completamente annullare il castano delle mie.
-Non puoi dirmi queste cose, non ora che non ho neanche il tempo di sfiorarti. Sei crudele!-
Uno strano sorriso divertito comparve sulle sue labbra prima che decidessero di posarsi con veemenza sulle mie che erano rimaste leggermente aperte per la sorpresa nel sentire quelle parole.
Il ricordo di quel bacio era talmente intenso che anche a distanza di tutti quei giorni non potei fare a meno di arrossire al solo pensiero di quello che avevamo fatto dopo, anche se avevamo così poco tempo prima della cena.
-Sai, ti si legge in faccia quando cominci a ricordare le porcherie che fai con Massi-, disse una voce divertita accanto a me.
Sussultai arrossendo ancora di più a mi voltai a guardare Delia.
-Ma di che diavolo stai parlando?- chiesi con una voce stridula che probabilmente non sembrava neanche la mia.
-Puoi anche negare ma tanto lo so che stavi pensando a qualche notte di fuoco passata con Massi. Avevi un'aria talmente beata che di certo non stavi pensando a delle lezioni di scuola.-
Alzai gli occhi al cielo divertita mentre Delia mi afferrava e mi costringeva ad entrare nell'ennesimo negozio di vestiti.
Adesso eravamo in quello di Gucci. Ovviamente con una come lei non si poteva sperare di entrare in un negozio più abbordabile per le mie tasche, quindi mi limitavo ad ammirare i vestiti senza neanche provare a toccarli. Delia invece provava di tutto e di più, e comprava anche di tutto e di più. Fortuna che si faceva portare tutto direttamente a casa, altrimenti non saremmo mai riuscite a trasportare da sole così tanta roba.
Uscimmo dal negozio e Delia mi fece la domanda più sbagliata che avrebbe mai potuto pormi.
-Cosa indosserai stasera?-
Feci un respiro profondo e mi preparai ad una sfuriata.
-Non ho portato un granché di indumenti per un'uscita. Credo un jeans, degli stivali e una maglietta carina.-
Guardai Delia terrorizzata, ero certa che mi avrebbe ucciso.
-Uhm-, mugugnò lei tranquilla. –Capisco. Be' non è male come idea.-
Alzai un sopracciglio incredula. Delia Barton, la ragazza più fissata al mondo con la moda, non aveva nulla in contrario se mi vestivo in modo così sobrio per andare in uno dei locali più in voga di Boston? Okay, c'era decisamente qualcosa che non andava.
Avrei voluto indagare di più su quella risposta, ma l'auto che ci aveva messo a disposizione Devon per quella giornata si fermò davanti a noi. L'autista scese e ci aprì lo sportello per farci entrare in macchina.
Una volta arrivate nell'appartamento la scena che mi ritrovai davanti era la stessa che si riproponeva ai miei occhi da quando ero arrivata a Boston.
-Stavolta ti faccio nero!- esclamò Massi spingendo con più forza i tasti del Joystick.
-Sogna, moccioso!- ribatté Mike con un sorriso pungente sul volto.
-Possibile che voi due sappiate solo stare davanti a quel televisore a giocare-, mormorò Delia esasperata.
Non potei non essere concorde con lei. Fin dalla prima sera a Boston Massi si era piazzato su quel cavolo divano, davanti a quell'enorme schermo ultrapiatto a giocare a PES contro Mike. Avesse vinto una volta. Michael era davvero troppo forte per lui.
I due non sembravano essersi neanche accorti di noi tanto erano rapiti dal gioco.
Non mi era mai piaciuto essere ignorata in generale, figurarsi se lo avrei sopportato da quello che dichiarava di essere il mio ragazzo. Avevo la tentazione di catapultarmi davanti a quei due stupidi e staccare tutti i cavi della console, ma decisi di non farlo per due motivi: Massi ci teneva davvero tanto a quella partita e non volevo rovinargliela; tutti quei marchingegni costavano un occhio della testa ed io non volevo rischiare di fare danni come il mio solito.
Ingoiai quel rospo e senza rivolgere neanche una parola a Massi dissi a Delia che andavo a fare una doccia così poi ci saremmo preparate per uscire.
Mi diressi con calma verso la camera da letto e una volta dentro cominciai a spogliarmi entrando subito in bagno.
Quello lì non lo capivo proprio! Avevamo ancora poche ore da passare insieme e preferiva stare dietro ad uno stupido gioco piuttosto che venire dietro... a me! Quando si comportava in modo così infantile lo avrei strozzato con le mie mani.
Entrai ancora una volta in quella doccia meravigliosa e dopo aver aperto l'acqua mi lasciai cullare dal suo dolce tepore. Chiusi gli occhi e decisi di non pensare più a nulla. Non valeva la pena di arrabbiarsi per una cosa simile anche se dovevo ammettere che mi bruciava ancora parecchio!
Maledetto Massimiliano Draco!
L'acqua tiepida mi accarezzava delicatamente mentre un sospiro sfuggì alle mie labbra. Ad un certo punto però mi sembro quasi che l'acqua diventasse qualcosa di più concreto, qualcosa di molto più simile ad un corpo che scaldava la mia schiena.
Una mano spostò i capelli dal mio collo e delle labbra morbide cominciarono a lasciarci dei baci mentre un'altra mano si posava sul mio ventre. Era calda, no... Era incandescente! Potevo sentire il suo calore oltrepassare la mia pelle e raggiungere la parte più intima della mia anima.
Lentamente girai la testa e i miei occhi incontrarono quelli di Massi, verdi come mai li avevo visti. Mi scrutavano con gentilezza e divertimento, brillavano pieni di quello che mai sarei riuscita a spiegarmi. Era quasi qualcosa di magico, o forse era semplicemente amore.
-Speravi che ti lasciassi fare la doccia da sola?- mi chiese con un sorriso di scherno.
Mi voltai totalmente verso di lui e vidi il suo corpo perfetto. Era lì davanti a me, non dovevo fare altro che allungare la mano per prenderlo. Sui suoi muscoli scorrevano lente delle gocce d'acqua. In quel momento le odiavo! Avrei voluto che fossero le mie mani a percorrere ogni millimetro del suo corpo, ma il mio orgoglio le teneva ancorate a me, non permetteva loro di muoversi.
Il mio sguardo era grave mentre si fissava nei suoi occhi. Inizialmente sembrava sorpreso dal mio comportamento ma poi un altro sorriso gli illuminò il viso, un sorriso sghembo. Un modo per prendersi gioco di me!
-Lo sai che non ti ho ignorata, mia delicata...-, con una mano cominciò ad accarezzarmi il viso.
-Profumata-, sfiorò il mio collo con il naso, e io trattenni il respiro a quel contatto.
-Dolce-, posò le labbra sulle mie e appena avvertii la sua lingua lasciare una piccola scia di piacere sul mio labbro inferiore mi sciolsi totalmente.
-Permalosetta.-
Si staccò da me e mi guardò incuriosito mentre io me ne stavo come un'ebete ferma davanti a lui con la bocca semiaperta in attesa di un bacio che mi aveva negato. Le mie guance si tinsero subito di rosso e il mio orgoglio ferito decise di parlare al mio posto.
-Eri impegnato con la partita, sembrava una cosa importante-, borbottai spazientita.
-Non dirmi che non sai la novità?- mi chiese Massi con finta aria sconvolta. Si avvicinò di nuovo e spingendomi con delicatezza sotto il lento getto d'acqua sfiorò di nuovo il mio collo con la punta del naso. –Sui Joystick delle Play hanno inserito il tasto pausa.-
Sussurrò quella parola proprio vicino al mio orecchio, e nonostante lo scrosciare dell'acqua potei avvertire il suo respiro delicato e fresco sfiorarmi la pelle.
Il mio orgoglio e la mia rabbia stavano scivolando via piano, come se fosse stata quell'acqua che lambiva i nostri corpi a lavarli via e a farmi dimenticare lo stupido ed insignificante motivo per cui prima me l'ero presa così tanto.
-E Michael? Ti ha lasciato andare?- riuscii a dire con un filo di voce mentre le labbra di Massi trovavano la mia spalla e ci lasciavano delicati baci lunghi e passionali.
-Gli ho...-, bacio. –Detto... -, altro bacio. –Che dovevo...-, le sue labbra si spostarono sul collo e si fecero più decise. –Andare in bagno...-, mi lasciò un ultimo bacio prima di sorridere. Avvertii le sue labbra distendersi sulla mia pelle e a quel gesto anch'io non potei fare a meno di sorridere.
-Alla fine mi sembra che tu gli abbia detto la verità-, dissi sorridendo.
Lui non rispose. Le sue labbra si richiusero su una piccola parte del mio collo e il suo bacio bloccò qualsiasi mio pensiero.
Le sue mani si posarono sulla mia schiena e mi attirarono completamente a lui. Il respiro mi si mozzò completamente e le mie mani si ritrovarono dietro il suo collo, tra i suoi meravigliosi capelli completamente bagnati.
-Non stare a preoccuparti di queste stupidaggini-, bisbigliò lui ad un mio orecchio mentre le sue mani risalivano lente la mia schiena andando contro l'acqua che mi scorreva addosso. Lui era sempre così. Andava sempre contro tutto quello che pensavo annullando qualsiasi mio pregiudizio o pensiero, facendomi sempre scoprire qualcosa di nuovo, un punto di vista che magari da sola non sarei mai stata in grado di vedere.
-Ci è rimasto davvero poco tempo-, mormorò e non mi fu difficile cogliere la nota di amarezza che gli era sfuggita mista a quelle parole.
Sì, il tempo rimasto era davvero poco. Il tempo per essere totalmente Vale e Massi alla luce del sole, senza nessun timore di essere scoperti, era quasi finito ormai. Non potevo e non volevo litigare con lui o prendermela per delle futilità.
Lentamente con la mano ripercorsi il suo petto, fino a raggiungere il collo per poi arrivare finalmente alla guancia. Feci una lieve pressione per portare i nostri volti l'uno di fronte all'altro.
Lo guardai intensamente negli occhi, mi persi nelle sue iridi e feci in modo che lui si perdesse nelle mie.
Riempii i miei occhi di tutti i sentimenti che Massi mi aveva fatto provare: gioia, dolore, divertimento, rabbia, passione, gelosia. Tutto quello che Massi mi aveva dato adesso era lì, nei miei occhi, nel mio castano scuro e caldo. Volevo che li vedesse, volevo che quei sentimenti si mostrassero a lui e gli facessero capire quanto era grande, immenso ed incalcolabile quello che provavo quando eravamo insieme.
Il tempo sembrò fermarsi.
Non sentivo più lo scrosciare dell'acqua, non avvertivo più l'ansia per l'imminente partenza, non avevo più paura del domani. Quel momento era nostro, ed io lo sentivo come sapevo che anche Massi lo aveva compreso.
E poi lo vidi. Nei suoi occhi vidi quello che mai avrei creduto di poter vedere. Ci aveva messo tutto quello che poco prima io avevo cercato di mostrargli.
Gioia. Il verde dei suoi occhi quando gli avevo confessato di amarlo.
Dolore. Il verde dei suoi occhi quando gli avevo detto che la nostra relazione doveva restare segreta.
Divertimento. Il verde dei suoi occhi ogni volta che rispondeva ad una delle mie sfuriate.
Rabbia. Il verde dei suoi occhi durante il nostro primo incontro davanti alle macchinette.
Passione. Il verde dei suoi occhi durante la nostra prima volta, un verde dolce che aveva paura di farmi del male e che soffriva al solo pensiero di potermene mai fare.
Gelosia. Il verde dei suoi occhi all'idea che qualcuno potesse portarmi via da lui.
Ma oltre questo c'era dell'altro. Qualcosa che Massi decise di mostrarmi proprio in quel momento.
Verde. Era il verde più caldo che avessi mai visto. Era un verde che racchiudeva tutte le sfumature che mi ero trovata di fronte in tutti quei mesi, un verde che assorbiva in sé tutti quei sentimenti che mi aveva mostrato piano, tutti quei sentimenti contrastanti che avevano trovato il modo di unirsi sotto un unico colore. Il colore con cui mi guardava adesso e con cui aveva cominciato a guardarmi già da qualche tempo. Quello era il verde dell'amore che provava per me. Il verde con cui me lo mostrava, il verde che amavo di più e che aveva il potere di uccidermi e di riportarmi in vita, tutto in un solo istante. Un istante che poteva durare in eterno... Un istante che poteva durare meno di un secondo. Era tutto lì, tutto in quegli occhi.
Il mio respiro si fece più veloce, ero talmente satura di emozioni che mi sembrava quasi di poter esplodere da un momento all'altro.
Sapevo che anche per Massi era lo stesso. Lo vedevo, le sue emozioni erano quasi tangibili: le sentivo sotto la sua pelle, la mia mano avvertiva ogni sua vibrazione.
La sua mano si mosse lentamente sulla mia schiena e subito ebbi un fremito incontrollato, il cuore cominciò a battere molto più veloce mentre avvertivo un rossore scandaloso ricoprirmi le guancie e l'anima. Avvertii la pelle cominciare a scaldarsi sotto il suo tocco delicato, e l'acqua non poté nulla contro il calore che Massi stava provocando in tutto il mio corpo.
Un sospiro pieno di desiderio sfuggì alle mie labbra, Massi continuava ad accarezzarmi la schiena guardandomi dolcemente negli occhi.
Fu una cosa così strana. Mi sentii come preda di una forza sconosciuta scatenata dallo sguardo di Massi.
Presi un respiro, attesi il più possibile per assaporare ogni particolare di quell'istante colmo di tensione ma poi non fui più in grado di attendere. Il mio corpo fremeva, il mio cuore accelerava, il mio amore chiamava.
Mi sollevai un po' sulle punte e unii le mie labbra a quelle di Massi.
Senza rendermene conto, avevo appena gettato un fiammifero su una montagna di legna cosparsa di benzina.
Massi si accese irradiandomi totalmente con il suo calore e il suo impeto.
Mi strinse a sé ancora di più, premendo le mani sulla mia schiena, e approfondendo il bacio con una foga che mi lasciò letteralmente senza fiato, azzerando ogni mio pensiero.
Mi ancorava al suo corpo con una forza sempre più intensa, e il bacio diventò incontrollato, profondo, famelico. Le sue labbra cercavano le mie, la sua lingua esplorava la mia bocca, i suoi denti mi lasciavano dei morsi terribilmente piacevoli sul labbro inferiore.
Era un'onda potente, un uragano che non riuscivo a controllare... Ma io non volevo controllarlo, volevo che mi prendesse con quella foga. Volevo donarmi a lui con tutta la passione che sentivo scaturire dal mio corpo.
Mi prese e, sollevandomi, le gambe si avvolsero intorno al suo bacino. Le sue mani si posarono sotto le mie cosce e la mia schiena incontro il muro freddo, ma non abbastanza per attenuare il fuoco che mi stava divampando sotto pelle.
Le labbra di Massi si spostarono sul mio mento, decise e voraci, fino a raggiungere il mio collo dove avvertivo il sangue correre veloce. Defluiva rapidamente dal mio cervello verso il cuore che batteva rapido.
Aprì piano la bocca e inizio a baciarmi il collo con una lentezza così veloce, era come se volesse essere delicato ma non potesse farlo, la sua fame era troppo forte per riuscire ad essere completamente attento.
Il suo bacio si fece sempre più deciso, e avvertii le sue labbra stringersi con più veemenza intorno a quel piccolo lembo di pelle prescelto per farmi provare una marea di sensazione incontrollate.
La mia mente era completamente e beatamente annebbiata.
Ormai non mi era chiaro più nulla, persino la luce della stanza cominciava a perdere significato e i contorni degli oggetti mi apparivano sfocati. L'unica cosa che continuava ad essermi davvero chiara era... Massi. Le sue mani, la sua pelle, il suo profumo, il suo sapore, il suo calore, il suo intero corpo. Tutto di lui mi era chiaro, niente riusciva a sfuggire ai miei sensi.
Massi. Massi. Massi...
-Massi...-, mormorai in un sussurro vicino al suo orecchio.
Ed eccolo. Avevo appena accesso il lanciafiamme direttamente su un enorme cumulo di paglia.
A quella mia unica parola appena sospirata, i gesti di Massi si fecero ancora più decisi, conscio di quanto tutta quella situazione mi stesse facendo uscire fuori di testa.
Neanche lui, da quel momento in poi, sarebbe più riuscito a controllarsi, a questo punto ne ero consapevole. E tutto ciò mi rendeva ancora più calda, mi eccitava ancora di più. Il lanciafiamme aveva preso fuoco proprio come il cumulo di paglia.
Tutto aveva preso fuoco, e niente sarebbe stato risparmiato a quell'evento di proporzioni bibliche.
Le fiamme avevano preso il controllo di tutti i nostri gesti, persino delle nostre menti. Ogni carezza, ogni bacio, ogni sussurro era colmo del fuoco che avvolgeva i nostri cuori, che lambiva la nostra pelle.
L'acqua ci sfiorava appena, non l'avvertivo perché le fiamme erano più potenti. Erano inarrestabili. Erano loro a comandare e noi eravamo soltanto il mezzo che avevano trovato per mostrare tutto il loro potere.
Le fiamme... C'erano solo loro tra noi e dentro di noi.

-Ma guarda tu che razza di disastro-, esclamai rivolta al mio riflesso nello specchio.
-Che succede?- chiese Massi avvinandosi a me. Aveva appena rimesso pantaloni e maglietta, pronto per tornare a giocare tranquillamente con Michael.
Io ero ancora completamente nuda, con i capelli fradici e il viso sconvolto dal rossore.
-Sei un cretino!- mormorai risentita. –Sai fare solo danni.-
Massi mi guardò un attimo confuso ed io decisi che dovesse vedere quanto era stato stupido poco prima sotto la doccia.
Scostai ancora di più i capelli e resi visibile ai suoi occhi il suo misfatto.
Lui alzò un sopracciglio e poi si allargò in un sorriso pieno di orgoglio.
-Direi che è un vero capolavoro-, disse soddisfatto.
-Ma sei completamente rimbambito?! Secondo te posso uscire con questo coso sul collo stasera?!-
Il succhiotto che Massi mi aveva lasciato quando avevamo fatto l'amore sotto la doccia, solo pochi minuti prima, era in bella mostra sul mio collo. Diventava sempre più viola e sempre più enorme.
-Secondo me è bellissimo-, la nota soddisfatta era ancora più chiara nelle sue parole.
-Bellissimo?! E' un disastro-, mormorai avvilita. –Oltre al fatto che stasera dovrei uscire con questa sotto specie di marchio sul collo, secondo te domani come lo spiego ai miei? Non credo che possa passare in poche ore. Sembra quasi che mi abbia aggredito un vampiro!-
Mi voltai di nuovo verso lo specchio e delicatamente passai un dito sulla parte più scura del succhiotto.
-Guarda che roba...-
-Non volevo lasciartelo-, mormorò Massi in segno di scusa. –E' solo che non sono riuscito a controllarmi. Stavolta mi hai fatto davvero impazzire, non ho capito più niente e mi sono lasciato prendere un po' la mano.-
Il rosso che mi colorava le guancie divenne ancora più intenso. Al solo ricordo di quello che avevamo fatto poco prima sotto la doccia delle piacevoli fitte mi attraversavano il ventre.
La testa stava cominciando a girarmi e sperai con tutto il cuore che fosse solo per il caldo soffocante che c'era in quel bagno, ma in realtà sapevo che il desiderio stava bussando di nuovo alla mia porta, avvolgendo il mio corpo.
Maledetti ormoni del cavolo!
-Vabbe'-, cominciai con voce incerta. –Credo che Delia potrà fare qualcosa con quell'arsenale di trucchi che ha in camera.-
Massi si avvicinò lentamente e con calma mi abbracciò da dietro posando il mento sulla mia spalla.
-Sì, credo che Delia potrà fare qualcosa.-
La sua voce era bassa, e le sue braccia erano calde mentre mi ancoravano al suo corpo. La mia schiena fu pervasa da un brivido quando i nostri corpi entrano completamente in contatto, e bruciava contro la stoffa della sua maglietta e dei suoi pantaloni.
-Dovresti tornare da Mike-, mormorai quasi in un bisbiglio. Non volevo che se ne andasse ma non potevamo neanche restare rinchiusi in quel bagno in eterno.
Massi si accoccolò meglio sul mio collo e con le labbra sfiorò delicatamente il segno che mi aveva lasciato.
-Sai, tu mi attrai molto di più di un pallone gonfiato e di uno stupido videogioco-, sussurrò quelle parole a pochi millimetri dal mio orecchio. Avvertii il cuore cominciare a battere ancora una volta più forte di quanto avessi mai potuto immaginare.
I miei respiri si fecero sempre più pesanti e la testa diventava man mano più leggera. Il solo pensiero che in quel momento la occupava era il calore del fuoco che Massi riusciva a scatenare in me.
Le fiamme si alzavano sempre più, senza controllo.
Le labbra di Massi si aprirono e si posarono di nuovo sul segno che mi aveva lasciato. Avvertii la sua lingua giocare con la mia pelle e le sue mani sfiorarmi delicatamente il ventre.
-Come fai ad essere sempre così dolce?- mi chiese poi in sussurro mentre continuava ad assaporare la mia pelle. –Mi sento quasi drogato da te, non posso fare a meno di toccarti e di...- prese delicatamente il mio viso e lo voltò verso il suo. –Baciarti.-
Chiuse gli occhi e le sue labbra travolsero letteralmente le mie che risposero da sole al bacio senza che ci fosse alcun bisogno di ragionarci su.
I miei occhi erano rimasti per attimo aperti dalla sorpresa di quel gesto e potei ammirare le lunghe ciglia bionde di Massi e le sue palpebre che tremavano per l'emozione che quel bacio gli stava trasmettendo.
Mi voltai totalmente verso di lui e lasciai che le sue mani si posassero sulla mia schiena attirandomi a sé.
Posò poi una mano sul mio collo, esattamente in corrispondenza del succhiotto che mi aveva lasciato, e inizio ad accarezzare quella parte di pelle con una lentezza quasi esasperante. Una lentezza che mi faceva impazzire.
Presa dalla foga gli buttai le braccia al collo e lo strinsi a me, come se non volessi lasciarlo andare mai più. E in effetti il mio intento era proprio quello: mai, per nessun motivo al mondo, avrei potuto rinunciare a Massi. Vivere quei momenti con lui era troppo elettrizzante per immaginare un futuro in cui non ci fossero.
Resi quel bacio ancora più profondo e Massi sembrò molto felice della mia decisione.
Notai a malapena che la terra mi mancò all'improvviso sotto i piedi. Massi mi aveva preso in braccio continuando a baciarmi. Si diresse con calma verso la camera e staccando le nostre labbra mi depose con cura sul letto.
-Mike dovrà aspettare ancora un po'-, era in piedi davanti a me e mi guardava come se fossi stata un tesoro prezioso che lui solo poteva ammirare. Si sentiva orgoglioso di quel tesoro che possedeva, lo potevo capire dalla luce che leggevo nei suoi occhi.
Sorrisi a quelle sue parole e lui rispose a quel mio sorriso. Si tolse la maglietta, ancora una volta il mio cuore fece un balzo alla vista di quel corpo quasi scultoreo che avevo davanti. Più volte lo guardavo e più forti diventavano le fitte al basso ventre che prendevano possesso della mia ragione.
Si stese su di me e subito il piacere di avvertire la sua pelle sulla mia prese il posto di quelle poche facoltà mentali che ancora mi erano rimaste.

-Non potevi dire a Massi di andarci un po' più leggero?-
Sospirai con aria sconfitta. Ero in camera di Delia, e mio malgrado ero stata costretta a mostrarle quello che Massi aveva lasciato sul mio collo quasi un'ora prima. Anche se dubitavo che un segno del genere sarebbe passato inosservato.
-Ti prego, dimmi che puoi fare qualcosa-, dissi con tono di supplica.
-Sì, qualcosa si può fare. Ma quel timbro non sparirà tanto presto, come pensi di spiegarlo ai tuoi genitori?-
La domanda di Delia era più che legittima e io per prima non avevo idea di come superare lo "scoglio genitori" una volta tornata a casa.
-Non lo so, Delia. So solo che non ci voglio pensare. Dopotutto a me e Massi non è rimasto tanto tempo e se devo stare anche a preoccuparmi dei miei sarà la fine.-
Delia mi guardò con un sorriso.
-Devo dire che tu e Massi state cercando di impiegare al meglio il tempo che vi è rimasto-, un risolino le sfuggì dalle labbra e questo mi fece arrossire ancora di più.
-Non commentare, per favore-, rispose imbarazzata. –Direi che se puoi far in modo di rendere meno evidente questo coso-, indicai con decisione il succhiotto, -devi darti una mossa visto che tra un'ora dobbiamo essere pronte per uscire.-
-Va bene-, rispose Delia con un sorrisetto che non mi piacque per niente. Aveva qualcosa in mente, me lo sentivo. – Però se vuoi che io faccia sparire il succhiotto dovrai fare una piccola cosa per me.-
Alzai un sopracciglio poco convinta.
E adesso che diavolo le stava passando per la testa a quella italoamericana spilungona?!
-Cosa dovrei fare?- chiesi con un misto di curiosità e cautela.
-Dovrai lasciare che sia io a decidere cosa indossarai questa sera-, il suo sorriso divenne ancora più luminoso.
Io impallidii prima che lei finisse quella frase.
Lasciare che Delia Barton decidesse il mio abbigliamento avrebbe significato la mia condanna a morte. Primo perché ero certa che mi avrebbe fatto indossare dei tacchi e con il mio equilibrio precario sarei morta appena avessi messo piede fuori di casa, se non prima. Secondo perché ero certa che l'abbigliamento che aveva in mente comprendeva il minimo indispensabile di stoffa, e non ero tanto sicura che questo sarebbe piaciuto a Massi.
Eppure prima che me ne rendessi conto la mia bocca aveva decretato la sentenza.
-Okay.-
Delia si aprì in un sorriso soddisfatto per poi cominciare a stendere una dose massiccia di correttore sul marchio che le labbra del mio Massi mi avevano lasciato impresso sul collo. 

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