Capitolo 4

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Tre mesi dopo

Le lezioni erano terminate e io non potevo più vedere Chris, tranne per gli esami. Anche se probabilmente non avremmo avuto gli stessi giorni, venivamo per sostenerci a vicenda. Ormai, noi cinque, eravamo diventati inseparabili. Adoravo il nostro rapporto. Eravamo come una famiglia. Ma con lui, Chris, c'era qualcosa di diverso. Per Guy, Jonny e Will ero più una sorella, ma per Chris no. Sentivo che anche lui provava qualcosa più grande dell'amicizia per me. Un giorno mi invitò ad uscire. Ero uscita tantissime volte con lui, ma questa volta era diverso: stavolta eravamo solo io e lui. Io accettai. All'inizio optai per un vestito poco elegante, dato che non l'aveva nemmeno definito appuntamento, ma poi scelsi qualcosa di più carino. A differenza del 'bad boy' che impersonava all'università, ora era dolce.
"Vera! Tutto bene?" Mi chiese quando gli aprii la porta.
"A parte che dovrò stare sui libri fino alla nausea, sì tutto bene." Dissi sorridendo.
"Oggi non ci pensare! Oggi passeremo un giorno speciale!" Mi rassicurò. Non dissi nulla. Sorrisi solamente e poi mi diressi verso la sua macchina. Prima che la mettesse in moto, passarono un paio di minuti. All'inizio ci guardavano negli occhi.
"I tuoi occhi sono meravigliosi, Chris..." Dissi con occhi sognanti. "Non che il tuo carattere sia da meno, però." Dissi avvicinandomi di più al suo volto.
"I tuoi occhi... Non avevo mai visto una tonalità così...così particolare di verde in tutta la mia vita." Anche lui si avvicinò. Però non volevo che tutto succedesse in una macchina; non volevo che al richiamare il ricordo del nostro primo bacio, avremmo ricordato una macchina. Così mi allontanai. Dalla sua espressione, capii che avesse compreso la situazione, così andammo. Il tragitto fu più o meno corto. Parcheggiò l'auto in uno spiazzale e poi ci incamminammo. La luce filtrava debole tra gli alberi ed io avevo tanto freddo. In confronto, il freddo italiano, non era nulla. Chris tolse la sua giacca e me la poggiò sulle spalle. Dopodiché cominciammo a camminare accoccolati a vicenda. Era un posto in cui le persone, almeno in quel periodo, non venivano spesso, forse per il freddo. Ad un certo punto si fermò. Cominciò a guardarmi negli occhi e fu proprio in quel momento che tutto accadde. Il nostro primo bacio. Nel frattempo lo abbracciavo e lo stringevo forte a me e lui faceva lo stesso. Contrariamente a ciò che le mie amiche in Italia mi dissero tempo fa sul 'primo bacio', questo fu intenso e durò a lungo. Poggiai la mia testa sul suo petto. Potevo sentire il suo battito.
"Ti amo tantissimo, Vera..." Disse mentre io avevo ancora la testa poggiata. A quella frase il suo battito cardiaco aumentò.
"Ti amo tanto anche io, Chris..." Allora mi abbracciò di nuovo e mi sentii, per la prima volta, veramente al sicuro. Dopo un paio d'ore, passate più veloci della luce, erano le 12:00 così proposi di mangiare qualcosa. Aprì lo zainetto alle sue spalle e notai un telo quadrettato rosso e bianco (la tipica tovaglia da pic-nic, insomma). Allora lo presi e lo poggiai sul terreno. Lui invece prese le cose da mangiare. Non dicemmo una parola. Alla fine lui cominciò a parlare.
"Vera, io con te voglio essere onesto: ho avuto tante ragazze in passato, ma tu...tu hai qualcosa di speciale. Puoi scegliere di crederci come puoi non crederci, ma sappi che te lo sto dicendo sinceramente." Mi disse, stranamente, serio.
"Chris io ho paura ad innamorarmi perché so che quando si ci lascia poi fa male..."
"E perché mai ti dovrei lasciare? Sei la ragione della mia vita ormai..." non risposi nulla. Lo baciai, forse d'istinto. Non volevo ricordare il mio primo ed ultimo ragazzo. Lo lasciai quando avevo solo nove anni, per trasferirmi in una città lontana. Prima di andarmene litigammo. Non lo sentii mai più. Forse ero tanto piccola, ma mi dispiacque come mi sarebbe dispiaciuto adesso. Ritornammo al mio piccolo appartamento. Decidemmo un film da vedere, ma in realtà non lo stavamo seguendo completamente. Ci abbracciammo e ci baciammo ancora, ma dopo un po' ritornò a casa sua. I giorni dopo passarono a studiare per gli esami, anche se quando eravamo tutti e cinque insieme, non si concludeva mai nulla. Ci mettevamo sempre a cantare e a suonare... Per fortuna decidevamo di studiare insieme solo poche volte, perché sennò non saremmo passati a nemmeno un esame, ma siamo riusciti a passarli tutti.

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