2.
Per essere un'irlandese, avevo girato davvero poco la mia terra.
Avevo passato più tempo all'estero, col culo spaparanzato sulle poltroncine sempre diverse di mille aerei, che in giro per le strade dell'isola del trifoglio.
Attraversarla per intero fu quasi catartico, per me.
A un certo punto, per non farmi mancare nulla, decisi di uscire dall'autostrada per concedermi una breve deviazione nelle campagne lussureggianti.
Quel giorno, così raro e prezioso per ogni irlandese che si rispettasse, le campagne erano inondate da un sole caldo e gradevole.
Ben presto il brutto tempo sarebbe tornato, assieme ai venti freddi, alle tempeste di neve e a tutto il corollario, ma per ora l'estate stava per bussare alla porta.
Mi fermai per un pranzo veloce presso il bar di uno sperduto paesino del Kerry – non controllai neppure il suo nome – e, in quel momento di tranquillità, ne approfittai per chiamare Fynn.
Lo avvisai del mio ritardo, dicendogli che sarei giunta intorno alle tre del pomeriggio, dopodiché gli raccontai delle mie deviazioni sul percorso.
Fu la paura a rallentare il mio passo? Forse.
Non mi entusiasmava l'idea di rimettere piede a Portmagee, con quella Spada di Damocle sulla testa.
Ma tant'era. Mio padre stava morendo, evidentemente mi aveva cercata, e mia madre si era data da fare per trovarmi.
Se c'era una cosa che lei sapeva fare, era esaudire i desideri di mio padre.
Quasi tutti, per lo meno.
Con me, aveva toppato alla grande.
Mi rimisi al volante della mia Mini Minor dal tettuccio colorato – esponevo orgogliosa la bandiera tibetana – solo dopo aver terminato il mio panino.
Distratta, infilai l'ennesimo CD nel lettore. Non avevo voglia di ascoltare la radio e i commenti dei DJ.
Volevo solo stordirmi di musica e non pensare che mio padre stava morendo, quando io non avevo la più pallida idea di come affrontare un evento simile.
Optai per l'ultimo album degli Evanescence, e lasciai che la voce perfetta e potente di Amy Lee mi portasse nel suo mondo dark e dolente.
Non che non avessi già buoni motivi di mio per sentirmi dark e dolente, ma la voce di Amy era troppo bella perché non lasciarsi prendere dal suo sound trascinante.
Fu con l'ultima canzone dell'album, che giunsi finalmente dinanzi alla casa dei miei genitori, nel centro di Portmagee.
The Mooring's, il ristorantino di proprietà del cugino di mamma, era aperto.
Quando parcheggiai dirimpetto all'entrata, scorsi alcune persone all'interno, intente a pulire pavimenti e tavolini.
L'esterno, ancora di un intenso e caldo color carminio, risollevava l'umore al solo sguardo.
Mi era sempre piaciuto quel posto, così come avevo sempre adorato le tinte allegre di quella via, con le casette le une attaccate alle altre, le vecchie porte aperte sul molo.
Quante volte avevo corso su e giù, rincorrendo i bambini più grandi che gironzolavano con le biciclette?
Un numero pari alle mie ginocchia sbucciate, retaggio di tutte le cadute dovute a quelle corse sfrenate nel tentativo di raggiungerli.
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The Dream of a Dolphin - Irish Series Vol. 1
FantasySheridan O'Connell è una figlia ribelle e selvaggia della campagna irlandese, fuggita a soli diciotto anni per raggiungere Dublino con il suo ragazzo. Dopo una vita travagliata e sofferta, è infine diventata fotoreporter per il National Geografic; s...