Capitolo 10

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10.


Mi risvegliai con il profumo del mare nelle narici... e il torace di un uomo sotto la guancia.

Sbattei le palpebre, confusa, chiedendomi dove diavolo fossi.

Impiegai qualche minuto per fare mente locale, e soprattutto mi domandai cosa avrei dovuto fare, a quel punto.

Durante la notte, Ronan doveva aver avuto caldo perché il suo accappatoio era sparito, e ora le coperte gli coprivano sì e no l'inguine.

Dormiva della grossa, con il respiro profondo e tranquillo, e il suo viso appariva sereno come non l'avevo mai visto.

Il problema non era il suo sonno pacioso, comunque, ma qualcos'altro.

Se mi fossi mossa, sarebbe successo un incidente piuttosto imbarazzante e, viste le confessioni della sera prima, preferivo non causare altri guai.

Era stato bello sentir parlare Ronan a cuore aperto, ammettere le sue paure e le sue speranze, il suo desiderio di vivere, di camminare su una nuova via.

E di poter ricordare Mairie con il cuore finalmente libero da ombre.

Fino a quel momento, avevo sentito la sua storia solo a spizzichi e bocconi perché, per gran parte del tempo, ero stata io a raccontare di me.

Ma mi era stato bene.

Avevo avuto bisogno che qualcuno super partes mi ascoltasse, e lui aveva trovato giovamento nell'affrontare un'analoga situazione, ma vissuta in modo diverso.

Ci eravamo salvati a vicenda.

Sentirlo parlare di come avesse conosciuto la moglie, durante una crociera ai Caraibi, e di come si fosse stupito di scoprirla a sua volta irlandese, mi aveva sorpresa.

Nel chiedere notizie della crociera dove si erano incontrati, gli avevo domandato se vi fosse andato da solo, e lui aveva annuito.

Ci era andato per rivedere il luogo in cui lo squalo lo aveva quasi ucciso.

Parlandone con Mairie, una volta scesi su una delle tante isole toccate dalla crociera, lei si era offerta di accompagnarlo, perché non affrontasse da solo quel brutto ricordo.

Tornati a Miami, da dove era partita la crociera, si erano già innamorati.

Aveva riso impacciato, ricordando le attenzioni di cui l'aveva ricoperta, e io gli avevo replicato che mai, nella vita, un uomo avrebbe dovuto fare altrettanto con me.

Ronan ne aveva riso, dandomi dell'insensibile e del pezzo di legno.

Non me l'ero presa. I suoi occhi avevano brillato, nel dirlo, come se la sua non fosse stata una presa in giro, ma un complimento.

Raccontandomi del loro matrimonio affrettato, del desiderio di venire a stare a Portmagee, di come avessero sistemato questa casa, i suoi occhi avevano brillato malinconici.

Ma tranquilli.

Parlare della gravidanza, delle sue paure, e di come la morte di Mairie lo avesse mandato in confusione, era stato diverso.

Già prima del parto, lei lo aveva pregato di rifarsi una vita, se il Fato vi avesse messo lo zampino, ma lui non aveva neppure voluto ascoltarla.

Semplicemente, aveva dato per scontato che non si sarebbero mai divisi.

Il non averle dato ascolto, il non aver preparato se stesso a quell'eventualità remota, lo aveva fatto cadere nell'oscurità.

Gli aveva impedito di capire come proseguire da solo quella nuova vita senza di lei.

The Dream of a Dolphin - Irish Series Vol. 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora