Levi's Pov
Le vacanze invernali sono finite da un pezzo e con esse è finito anche il primo quadrimestre; stranamente il moccioso è riuscito ad avere una pagella decente, senza avere debiti, le mie ripetizioni hanno avuto l'effetto sperato, sono certo che da solo non ci sarebbe mai riuscito.
Mi riprendo dai miei pensieri e finisco di prepararmi per andare a scuola; mi cambio velocemente e prendo la borsa con tutte le cose, poi esco di casa e chiudo la porta a chiave. Appena giro l'angolo sento una voce in lontananza che urla il mio nome e, senza nemmeno voltarmi, so già di chi si tratta.
Riconoscerei quella voce ovunque e poi c'è solo una persona al mondo che potrebbe avere una voce così squillante già di prima mattina.
Mi vene affianco e mi abbraccia "buon San Valentino Leviii!" la sua voce mi riscuote dai miei pensieri, facendomi notare che mi ero dimenticato in parte che giorno fosse oggi.
Mi da un veloce bacio, poi si stacca e riprendiamo a camminare; ci teniamo per mano, è da capodanno che abbiamo deciso di ignorare quello che pensano gli altri e comportarci seriamente come una coppia, anche se lui è ancora imbarazzato.
Arriviamo a scuola ma prima di entrare aspettiamo che manchino pochi minuti per l'inizio delle lezioni, così possiamo parlare ancora un po'.
Al suono della campanella mi ritrovo in classe, seduto al mio posto che sto ripassando, esattamente come facevo prima che tutto questo iniziasse.
Il professore entra in classe, fa l'appello e inizia la lezione.
Le prime due ore sono di matematica, mentre la terza ho inglese.
Prendo appunti in tutte le lezioni, seguendo attentamente quello che dicono i professori e in men che non si dica arriva l'intervallo.
Sto facendo il cambio dei libri quando compare sulla soglia della porta il professore Erwin e mi dice "Levi vieni in sala professori, per favore"
Io lo guardo e sbuffo ma mi alzo ugualmente e lo seguo.
La sala professori è un'aula come tutte le altre, è grande e al centro c'è un grosso tavolo con varie sedie attorno; lungo le pareti sono state messe delle librerie e vicino all'ingresso ci sono alcuni appendiabiti.
Negli anni passati ero già stato in questa stanza varie volte e sempre con lo stesso professore. Osservo Erwin, non ha ancora detto nulla, sembra perso nei suoi pensieri, così dico seccato "allora cosa mi deve dire?"
Erwin si volta verso uno scaffale, sembra stia cercando qualcosa "c'è una mia cara amica che ha bisogno di un segretario, che l'aiuti un po' in tutto, è il capo di una società molto importante e mi ha chiesto se ci sarebbe qualche studente particolarmente bravo e che sarebbe adatto a questo tipo di lavoro. Io ho pensato subito a te, sei bravo in tutte le materie e penso che in quel lavoro te la caveresti molto bene" ascolto attentamente, intanto Erwin sembra aver trovato quello che cercava; si volta verso di me e mi dà una busta "questa me l'ha data lei, mi ha detto che dentro ci sono scritti i dettagli; penso che faresti bene ad accettare, sarebbe un buon lavoro e impareresti tante cose, oltre al fatto che perfezioneresti il tuo inglese"
Non capisco, come potrei perfezionare il mio inglese in un lavoro simile?
Lo guardo negli occhi e dico "cosa intende?"
Lui sorride, il suo sorriso è enigmatico come il solito ma stavolta ha qualcosa di differente, è sicuro che accetterò come se con la sua prossima risposta riuscirà a far cadere ogni mio dubbio "lei lavora in America"
Deglutisco, all'improvviso tutto attorno a me tace; Erwin scompare e una miriade di pensieri si fanno strada in me.
L'America; sin da quando ero bambino ho sempre desiderato andare a lavorare lì e ora ho seriamente questa possibilità.
Però sarò all'altezza di questo lavoro, non sarò troppo inesperto per iniziare subito con un lavoro del genere?
La voce del professore mi riporta alla realtà "pensaci con calma, hai tempo fino agli inizi di aprile. Valuta i lati positivi e quelli negativi"
Io annuisco, il professore esce dall'aula e dopo poco esco pure io.
Quando arrivo nel corridoio della mia aula sento Eren che mi chiama, mi ero completamente dimenticato che dovevamo passare l'intervallo insieme; velocemente metto in tasca la busta e gli vado vicino.
"Brutto idiota dove eri finito?! Ti stavo aspettando da dieci minuti, se avevi altro da fare basta che lo dicevi!" Il suo tono è offeso e arrabbiato, mentre nei suoi occhi leggo un velo di preoccupazione.
"Scusa Erwin aveva bisogno di me"
Il moccioso sospira sonoramente e dice "per sta volta ti perdono ma non farlo più o mi arrabbio" istintivamente mi viene da sorridere, Eren mi ha appena minacciato e sembra pure convinto di quello che ha detto.
Camminiamo in silenzio per i corridoi della scuola, uno affianco all'altro, mantenendo una distanza minima ed evitando ogni tipo contatto fisico; anche se abbiamo deciso di ignorare gli altri Eren non si sente ancora pronto per mostrare la nostra relazione anche a scuola, la cosa un po' mi dispiace ma riesco a comprendere come si sente, quindi non ho insistito più di tanto. Arriviamo nel cortile e cerchiamo un angolino calmo; lentamente ci avviciniamo, sento le sue dita che sfiorano la mia mano e dopo poco me la stringe.
Intrecciamo le nostre dita mentre guardo il suo volto e subito incontro il suo sguardo smeraldino.
Mi perdo a fissare quegli occhi, sono calmi e rispetto al solito hanno una tonalità un po' più scura, sembrano più profondi.
Senza che me ne sia accorto ci siamo fermati; siamo uno di fronte all'altro a una distanza minima; mi avvicino ancora un po' quando una voce squillante ci interrompe "Eren!!!" Immediatamente il moccioso si allontana e guarda a terra, mentre io cerco di capire chi l'ha chiamato.
Vedo un ragazzino biondo, con i capelli a caschetto e gli occhi azzurri; non è molto alto ed è decisamente esile per essere un ragazzo.
Sta venendo nella nostra direzione e chiama nuovamente il nome di Eren; io guardo confuso il castano, il quale sta fissando l'altro ragazzo.
Rimangono in silenzio alcuni istanti prima che il biondo si decide ad aprire bocca "Eren dobbiamo andare, se arriviamo tardi il prof si arrabbia!"
L'altro annuisce, mi osserva alcuni istanti con quei meravigliosi occhi "scusa Levi, ci vediamo dopo!"
Non aspetta nemmeno una mia risposta che corre via visibilmente imbarazzato.
Sposto l'attenzione sul ragazzo biondo, sembra essersi accorto di me solo ora, mi fa un cenno di saluto e parte a correre dietro Eren urlando "ehi aspettami!"
Li osservo allontanarsi, mi chiedo chi sia quel ragazzo, Eren non me ne ha mai parlato. Dopo gli devo fare qualche domandina, nessuno ci può interrompere in un momento simile!
*angolino dell'autrice: ero impaziente di aggiornare, e visto che ieri ed oggi ero particolarmente ispirata ho deciso di aggiornare subito. Cosa ve ne pare? Se avete delle critiche da farmi o se notate degli errori vi prego di dirmelo, mi piacerebbe migliorare. Mi sono accorta solo ora che siamo già al capitolo 17, pensavo di essere più indietro ma comunque non preoccupatevi, ci saranno ancora tanti capitoli. Vi ringrazio per tutti i voti e le letture e ci sentiamo nel prossimo capitolo, ciao!
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Sei il mio piccolo stupido (Ereri)
FanfictionEren, un ragazzo di seconda superiore, e Levi, un ragazzo di quinta superiore, entrambi molto diversi dall'altro, si incontrano per puro caso nei corridoi delle scuola; un giorno un prof obbligherà Levi a dare ripetizioni ad Eren; cosa succederà fra...