Levi's Pov
Sono passati alcuni mesi da quando mi sono trasferito a casa di Hanji, in America.
La città in cui mi trovo è bella, c'è sia una parte moderna che una parte più naturale, con alberi e prati.
Non è una delle città americane più importanti eppure riesce ad essere molto caotica e rumorosa, soprattutto nelle ore principali della giornata, e oltretutto è quasi sempre piena di traffico.
Il lavoro è tosto, gli orari variano da giorno a giorno, ci sono dei giorni che incomincio la mattina presto per poi finire a tarda notte e ci sono altri giorni in cui lavoro poche ore al giorno.
I colleghi sono molto disponibili, anche se spesso rompono le scatole, alcuni si prendono troppa confidenza; ad esempio c'è una ragazza di nome Petra che è gentile e spesso mi aiuta, però fa domande troppo personali e poi ho già capito da un pezzo che ci sta provando con me.
In tutto ciò però la cosa più difficile è stata accattare la distanza che si è creata fra me ed Eren; so che spesso sembro freddo e distaccato ma non è così, in verità tengo molto al mio ragazzo. Soprattutto le prime volte, parlare con lui è stato davvero difficile; vedere il suo volto e sentire la sua voce ma non poterlo baciare, abbracciare o semplicemente toccare è stato molto difficile da accettare; in particolare in questi ultimi giorni mi sta pesando più del solito, anche perché il moccioso sembra distratto, come se ci fosse qualcosa che lo turba o che lo preoccupa.
Oggi la giornata è stata piuttosto noiosa e monotona; sta mattina mi sono dovuto svegliare piuttosto presto a causa di Hanji, aveva bisogno del mio aiuto per alcuni lavori, così l'ho dovuta aiutare tutta la giornata.
Quando sono tornato a casa mi sono sentito sollevato, questa giornata lavorativa mi è sembrata infinita, inoltre mi sento stanchissimo, come se di colpo mi fosse crollata addosso tutta la stanchezza della giornata.
Vado nella mia stanza, è arredata in modo molto semplice; le pareti sono di un grigio molto chiaro, lungo alla parete di desta ci sono alcuni armadi marrone chiaro, mentre dall'altra parte c'è un letto, fra le due pareti, esattamente difronte alla porta c'è una finestra e sotto ad essa c'è la mia scrivania, con una sedia.
Mi siedo e accendo il computer, per poi entrare subito su Skype.
Vedo che il moccioso è già in linea, mi aveva scritto vari messaggi, che però non leggo, e lo chiamo immediatamente.
L'applicazione suona per alcuni istanti, poi sullo schermo compare il volto del mio ragazzo.
Lo osservo alcuni istanti, lui ha lo sguardo basso e sotto i suoi occhi ci sono delle evidenti occhiaie, inoltre è spettinato e anche i suoi vestiti sono abbinati malissimo, oltre ad essere stropicciati.
Vorrei chiedergli cosa succede, però non mi piace fare domande, così restiamo in silenzio per alcuni istanti; gli sto per domandare cos'ha, quando la sua voce interrompe il silenzio "è meglio se ci lasciamo"
Lo osservo, so che il mio sguardo è diventato più freddo del solito, infatti lui abbassa lo sguardo. Rimango alcuni secondi in silenzio per poi dire "come mai questa decisione? Ti da fastidio questa distanza? Se è così dimmelo che torno lì, non mi importa di questo stupido lavoro, se devo perderti allora preferisco abbandonare tutto e tornare da te"
Lui abbozza un sorriso per poi farlo scomparire subito dopo e, senza alzare lo sguardo, mi risponde "no, la distanza non c'entra. Io non voglio più stare con te..."
Si ferma alcuni istanti, sentire queste parole dette da lui è come ricevere un pugno nello stomaco; poi riprende sottovoce, quasi in un sussurro, come se stesse parlando a sé stesso "...e poi anche se lo volessi non posso"
Sento la tristezza lasciare posto alla rabbia e, così senza riflettere, inizio ad urlargli contro "dammi una motivazione! Non mi sta bene essere lasciato così da un moccioso, senza un motivo e senza un perché. Ti credevo diverso e non un fifone che si lascia spaventare da un po' di distanza. Mi hai deluso" man mano che parlo la mia voce è sempre più calma, mentre vedo il suo volto rabbuiarsi di più e alla fine mi dice inizialmente urlando, ma successivamente piangendo "pensi che per me sia facile lasciarti così? Pensi che io non stia male e non stia soffrendo? Non vorrei farlo se potessi ma non ho scelta, addio Levi" detta questa frase lui mette giù, lasciandomi solo, definitivamente.
Osservo lo schermo dove poco prima c'era lui, nella testa ho la sua immagine mentre piangeva eppure quella frase continua a riecheggiare nella mia mente.
Sento la rabbia dentro di me, sto per esplodere, così senza pensarci due volte esco di casa, senza prendere nulla e incomincio a correre.
Passano vari minuti, corro senza pensare a nulla, vado il più veloce possibile e scarico parte della mia rabbia; successivamente arrivo in un parco, lentamente mi fermo per poi iniziare a prendere a pugni un palo.
Presto inizia a scendere il sangue sulle mie nocche ma non mi importa e continuo.
Quando finalmente mi calmo prendo un fazzoletto e mi pulisco la mano per poi tornare a casa. La mora capisce subito che c'è qualcosa che non va, prova a farmi delle domande senza ottenere nessuna risposta se non un "lasciami in pace" detto in malo modo, anche volendo non avrei potuto dirglielo peggio; mi dispiace trattarla così, da quando sono arrivato qui è sempre stata molto gentile e premurosa con me, stavamo quasi iniziando a parlare un po', eppure ora voglio solo stare solo.
Vado nella mia stanza, prendo una maglia e un paio di boxer per poi andare in bagno e farmi una doccia ghiacciata.
Appena finisco di svestirmi entro nella doccia e mi infilo sotto il getto ghiacciato dell'acqua, lasciandola scivolare sul mio volto; ben presto al getto dell'acqua si aggiungono anche le mie lacrime, era da tanto tempo che non piangevo, è una cosa così strana.
Smetto immediatamente di piangere e finisco di lavarmi velocemente, per poi vestirmi ed infilarmi nel letto, sperando di addormentarmi, ma ovviamente senza ottenere nessun risultato.
*angolino dell'autrice: scusate il ritardo, so che è da molto che non aggiornavo e vi chiedo scusa, ma non avevo idee. Poi fra ieri e oggi ho fatto un piccolo viaggetto e mi sono sentita ispirata, così mi sono messa al pc e le parole sono venute da sole. Sto cercando di migliorare un po' il mio modo di scrivere, come vi sembra? Inoltre cosa ne pensate del capitolo? Vi ringrazio per tutte le letture, per i voti e per i commenti, mi fa sempre piacere riceverli. Ci sentiamo nel prossimo capitolo, ciao!
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Sei il mio piccolo stupido (Ereri)
FanfictionEren, un ragazzo di seconda superiore, e Levi, un ragazzo di quinta superiore, entrambi molto diversi dall'altro, si incontrano per puro caso nei corridoi delle scuola; un giorno un prof obbligherà Levi a dare ripetizioni ad Eren; cosa succederà fra...