3 - Superficiality.

685 70 56
                                    


Tutti erano seduti a tavola, pronti per cenare.

Karen e Juliet da un lato, Cheryl e Luke dall'altro, Michael a capotavola.

«Scommetto che la cucina della mamma ti è mancata», disse sorridente Karen, parlando di sé stessa in terza persona. Michael annuì con decisione e mandò giù un boccone di pasticcio.

«La mamma mi ha insegnato ha fare quella torta che mangiavamo sempre, sai? Quella al cioccolato», intervenì la bambina sorridente.

«Me la devi far assaggiare allora», rispose Michael, accarezzando affettuosamente la guancia di Juliet.

A Luke si illuminarono gli occhi a quel dolce gesto d'affetto.

«Non so quanto ti convenga, fa davvero schifo», interruppe quel momento tranquillo la voce di Cheryl che, ovviamente, non guardava le persone davanti a sé, ma il cellulare.

«Cheryl, quante volte ti ho detto che non si usa il telefono a tavola? Toglilo subito», la rimproverò Karen, con una smorfia di disapprovazione dipinta sul viso.

La mora fece come gli era stato detto e mise via il telefono con uno sbuffo, mentre giocava con il cibo nel suo piatto.

«La mia torta non faceva schifo! Luke l'ha mangiata e ha detto che era molto buona!», esclamò Juliet infuriata.

Tutti gli sguardi si puntarono sul biondo, che quella sera era stranamente silenzioso.

Luke fece saettare gli occhi prima sulla sua fidanzata, che lo guardava aspettando che dicesse la verità, ovvero che quella torta era davvero immangiabile. Poi passò a Karen, che sapeva anche lei la verità, ma aspettava che fosse Luke a decidere. In seguito si posò sulla bambina, che aveva gli occhi leggermente lucidi, mentre aspettava che il biondo le desse ragione. Infine arrivò a Michael. Quegli occhi verdi erano così belli che lui non poté far altro che rimanere incantato, ancora.

Poi si ricordò del resto della famiglia Clifford - compresa la sua fidanzata - e si risvegliò da quella trance.

«Era molto buona, davvero», disse facendo sorridere Juliet, ma assumere una smorfia di disapprovazione a Cheryl.

«Non è giusto mentirle, dille la verità: faceva veramente schifo», ribatté la mora.

«Adesso basta», fu Michael a prendere parola, con i pugni serrati. «Non ascoltarla, Juls, è solo invidiosa perché tu sei bella, simpatica e sai fare un sacco di cose mentre lei è solo un'oca».

A Luke scappò una risatina, ma che fortunatamente nessuno notò, visto che coprì il tutto con un colpo di tosse.

«Sei arrivato da un giorno e già ti metti ad insultarmi», disse Cheryl arrabbiata.

«Ed è quello che ti meriti, anzi, sai benissimo che userei parole più pesanti, ma non mi sembra il caso», continuò il tinto, accennando alla bambina accanto a lui. Si alzò da tavola e guardò tutti. «Ed ora, se permettete, vado a dormire visto che sono molto stanco per il viaggio ed il jet-leg».

«Mikey posso dormire con te?», chiese Juliet.

Lui annuì e la bimba si fece prendere in braccio. Si diressero verso le scale e salirono al piano di sopra.

Karen sospirò e si girò verso Cheryl, che si guardava le unghie indisturbata.

«Hai sbagliato a trattare così Juliet, è una bambina, mentre per quanto riguarda la sceneggiata con Michael sono molto delusa da te, è appena tornato dopo quattro anni che non lo vedevamo e tu lo tratti così», la rimproverò nuovamente la donna.

«Era meglio quando era via. Si stava benissimo», rispose la ragazza.

«Si stava benissimo grazie a tuo fratello, che mi mandava soldi tutte le settimane! Se ti fossi occupata meno di te stessa ti saresti accorta che lui lavorava e studiava, solo per noi! Ha il suo carattere, è scontroso ed a volte sembra insensibile, ma ha un cuore e tu sai che farebbe di tutto per noi, al contrario di te che non fai altro che occuparti di te stessa».

Cheryl guardava con rabbia Karen, ma decise di non dare inizio ad uno scontro vero e proprio così corse su per le scale e si rifugiò in camera sua, sbattendo la porta per finire il teatrino al meglio.

La donna si alzò dal tavolo ed iniziò a sparecchiare, mentre Luke era ancora senza parole.

Non avrebbe mai potuto immaginare tutto quello. Passava parecchio tempo in casa della sua fidanzata e non si era mai accorto delle foto di un ragazzino paffutello sulle pareti, che solo quel giorno aveva notato. Si sarebbe dovuto accorgere di quanto era superficiale Cheryl, da non degnarsi neanche di aiutare la madre nel momento del bisogno.

Si sarebbe dovuto accorgere di tante cose, ma purtroppo non era stato così attento da farlo.

Certo, qualche volta aveva notato come Karen diceva di non aver fame ed evitava di mangiare per non far mancare il piatto a loro. In quel momento riusciva a spiegarsi tante cose che prima aveva sottovalutato.

«K-Karen io...», tentò.

«Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere a tutto questo, non avrei dovuto reagire in questo modo con lei, ma a volte è più forte di me. È una bella ragazza, è anche intelligente quando vuole, il problema è che dà troppo importanza alle cose superficiali. Mi rimprovero sempre per non essere riuscita ad insegnarle i veri valori, come la famiglia e la salute, e non quale sia il rossetto che si abbina di più con un insulso paio di scarpe», si colpevolizzò la donna.

Si appoggiò al bancone e sospirò, stanca di lottare.

«Karen, no», disse Luke alzandosi. Si mise affianco alla donna e la costrinse a guardarlo in quegli occhi cerulei pieni di vita. «Non è assolutamente colpa tua. Hai cresciuto Juliet, che è una bambina fantastica, tutti le vogliono bene; hai cresciuto Michael e, anche se non lo conosco molto, da come ne hai parlato posso intendere che è un ragazzo d'oro. Cheryl è fatta a modo suo, lo sappiamo entrambi, non devi buttarti giù solo per colpa sua», la consolò.

Karen sorrise riconoscente al biondo e si lasciò abbracciare, per trovare un po' di conforto.

E quelle parole rimasero lì, tra quella donna e quel ragazzo, ma quello che non sapevano era che un'altra persona aveva sentito tutto.



Ecco a voi il secondo capitolo, spero che vi sia piaciuto. Lasciate un commento ed un voto se vi va :).

- Vic xx

storm ❅ mukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora