15 - «Disgust.»

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«No, io non voglio entrare. Andiamo via, siamo ancora in tempo per scappare, non ci hanno ancora visto, guarda, è la nostra ultima opportunità, fuggiamo adesso. Ma che razza di idee ti passano per quella testolina, accettare così, senza neanche consultarmi. Dai, andiamo via, per favore, te lo chiedo in ginocchio.»

Calum alzò gli occhi al cielo e spinse l'amico dentro il pub. «Sei ridicolo.»

«Non voglio entr- ciaaaaooo», Michael finse un sorriso davanti al biondo ed al riccio. Anche Calum sorrise (più ad Ashton che a Luke, precisamente), poi diede un colpo con l'anca a Michael e lo fece sedere sul divanetto.

«Come mai ci avete invitato, ragazzi?», domandò il corvino, passandosi una mano fra i capelli scompigliati che lo rendevano ancora più sexy.

Ashton per poco non si strozzò con la sua stessa saliva.

«Per passare un po' di tempo insieme, mi sembrava una buona idea», disse il ricciolo non appena si riprese, ridacchiando appena. «Vi abbiamo aspettato per ordinare, cosa prendete?»

«Uhm, per noi due birre bionde, sì», mormorò Michael impacciato, cercando di introdursi nella conversazione, anche se timidamente.

Luke, invece, non aveva ancora proferito parola. Se ne stava zitto, con lo sguardo basso, in un angolino, con l'aria di un cucciolo bastonato.

«Per me anche...», disse Ashton alla cameriera che si era avvicinata poco prima per prendere l'ordine. «Luke?», fece poi e quando ottenne solo una scrollata di spalle in risposta, sbuffò, dicendo che bastava quello e che se avessero voluto altro l'avrebbero richiamata.

«Sai che sei troppo piccolo per bere birra, mh?», disse Calum bevendo un sorso del suo alcolico portatogli da poco, poi si leccò le labbra carnose e sorrise leggermente a riccio.

«In realtà ho diciannove anni, proprio come Luke, quindi — si sporse leggermente in avanti con un sorrisetto — posso bere quello che voglio», bisbigliò poi, con voce seducente, mandando in tilt Calum.

«Se mi segui ti faccio bere io una cosa, riccio», e sussurrato questo si alzò e si diresse verso il bagno del pub.

Ashton ridacchiò eccitato e si alzò, correndo come una femminuccia verso il bagno dei ragazzi.

Fecero tutto indisturbati, come se Michael e Luke non fossero lì ed, in parte, era così, perché loro erano in un mondo tutto loro in quel momento.

Non si accorsero di nulla di quello che accadde intorno a loro, erano troppo presi dai propri sentimenti e dai propri dubbi.

Non potevano continuare così, dovevano parlarsi.

«Senti-», si fermarono entrambi. «Prima tu», dissero nuovamente all'unisono. Arrossirono immediatamente, poi Luke fece segno a Michael di parlare.

Dio, era tutto così imbarazzante.

«Ecco... io volevo parlare di quello che è successo al ristorante, sabato...», mormorò Michael e Luke annuì alzando lo sguardo.

«Volevo parlarti anch'io di quello e volevo dirti che non ha significato proprio nulla per me.»

Michael aprì la bocca per parlare ma non appena udì quelle parole la richiuse immediatamente, ferito. Poi si decise, doveva spiegargli le sue ragioni, non poteva lasciare tutto così velocemente. «No, Luke, io-»

storm ❅ mukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora