23 - Daryl.

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«Ecco a te», disse la donna, porgendo a Daryl il ghiaccio da mettere sopra il naso rosso, gonfio e leggermente storto, a causa del pugno datogli precedentemente da Michael.

«Grazie Karen», rispose l'uomo, cercando di sorridere leggermente, ma quello che uscì non fu un sorriso, fu una strana smorfia di dolore.

«Okay, basta voi due, mi avete rotto il cazzo. O parlate, o parlate, decidete», li interruppe Michael, stringendo la mascella e serrando i pugni.

Luke, durante tutto questo tempo, era rimasto seduto accanto al tinto, mentre i suoi occhi vagavano da Karen a Daryl, poi a Michael, successivamente tornavano da Karen e rincominciavano il giro.

A primo impatto, Daryl sembrava un brav'uomo. L'aspetto curato, le rughe orizzontali sulla fronte, un segno che hanno le persone che ridono tanto, vestiti di una buona marca, non troppo cara ma neanche economica.
Le uniche pecche che aveva erano la voce roca e una tosse grave, caratteristiche di un fumatore incallito, e gli occhi, erano stanchi e cerchiati da profonde occhiaie.

Lo sguardo, però, era lo stesso di Michael e Juliet. Il colore degli occhi era lo stesso, verde.

Ma in quel momento gli occhi del ragazzo tinto erano scuri, non era più il solito verde brillante, era un verde scuro e cupo, non solito di lui.

«Okay, parliamo.»

«Ottima scelta, Daryl», commentò Michael con un ghigno.

«Diciassette anni fa sono tornato qui, ma non ero solo. Vedi, nei sette anni in cui sono stato via ho conosciuto molte donne, tra cui Bonnie. Bonnie era una ragazza come tante, pensava solo al mio denaro ed al suo guadagno, ma io non potevo fare più niente, mi ero innamorato perdutamente di lei. Bonnie aveva origini americane ed europee, da questo i suoi capelli mori, gli occhi marroni e la pelle olivastra.
Un giorno tornò a casa e mi disse che era incinta, che il bambino era mio. Io ero totalmente nel panico e vuoi la verità? Me ne volevo andare, da codardo quale sono, perché sì, sono un fottuto codardo. Non so prendermi le mie responsabilità e lo ammetto. Comunque, alla fine sono rimasto, ma solo perché Bonnie voleva abortire ed io non volevo che uccidesse una povera creatura. Dopotutto lei non aveva fatto nulla, non meritava di morire solo per uno stupido errore dei genitori.
Poi Bonnie partorì, portammo la piccola a casa ed io mi ero messo in testa di provarci davvero. Volevo crescere la bambina, fare il padre per davvero, tornare anche qua e sistemare le cose con te e tua madre, ma una mattina mi svegliai e Bonnie non c'era più. Se n'era andata, lasciandomi la bambina. Così presi le mie cose e venni qui, dove sapevo che tua madre mi avrebbe appoggiato.» Michael fece per ribattere, ma si trattenne e fece continuare Daryl. «Sì, sono stato egoista, ma se conosco una persona di cui posso fidarmi è lei. Le spiegai la situazione e lei capì, ho sempre detto che è troppo buona, avrebbe dovuto chiudermi la porta in faccia che mandarmi a fanculo, ma non l'ha mai fatto. Ho amato tua madre davvero moltissimo e darei la vita per lei, anche adesso, perché so che lei farebbe lo stesso per me.
Me ne sono andato di nuovo e poi sono tornato, ancora, per poi riandarmene. In quel periodo ho rincontrato Bonnie. Si era sposata con un uomo molto ricco, ma sembrava che lo amasse. Quel giorno che la rincontrai mi confessò che il bambino non era suo, ma di un uomo con cui aveva fatto sesso in un bar. Lasciarvi è stato l'errore più brutto della mia vita, ma purtroppo continuo a sbagliare.
Adesso non dirò che lo faccio per voi, perché non è così. Voi meritereste di avere un padre. Michael, tu meritavi un padre che t'insegnasse a giocare a football, che andasse alle tue partite. Cheryl merita un padre che la sostenga e che faccia le ramanzine al fidanzato, dicendogli di trattare bene la sua bambina. Juliet merita un padre che la vada a prendere a scuola e che la faccia giocare. Tua madre merita un marito che torni a casa dopo il lavoro e che la baci sulle labbra, ringraziandola poi per l'ottima cena preparatagli.
Vorrei poter essere tutte queste cose, ma non le sono e purtroppo non le sarò mai.
Per questo non vi sto chiedendo di perdonarmi, perché so che se succedesse me ne andrei di nuovo, facendovi soffrire ulteriormente, ed è l'ultima cosa che voglio. Avete sofferto tutti abbastanza.
Voglio ringraziare tua madre per essere stata la donna che è stata e che è tutt'ora.
Voglio ringraziare anche Bonnie, perché vi ha dato Cheryl.
Ma più di tutti voglio ringraziare te, Michael, che sei l'uomo di questa casa. Che ti occupi di tua madre, di Cheryl e di Juliet.
Hai preso il mio posto e sei molto meglio di me. Sei un uomo migliore di me e lo sarai sempre.
Ti sei rimboccato le maniche, hai studiato ed ora lavori, portando i soldi a casa.
Sostieni tua sorella alle sue performance da cheerleader, vai a prendere Juliet a scuola, ringrazi tua madre per l'ottima cena.
Infondo sei tu quello che ci hai rimesso di più, e non mi odierò mai abbastanza per questo, perché tu meriti il meglio. Sei un ragazzo d'oro, sul serio.»

Detto questo, Daryl si alzò da tavola, salutò Karen con un bacio sulla testa, le porse nuovamente il ghiaccio, sorrise leggermente a Luke e infine si rivolse a suo figlio.

«Sono orgoglioso di te, Michael», disse e poi uscì, dalla cucina e successivamente dalla villetta.

Era uscito definitivamente dalle loro vite.

Si sentiva finalmente più leggero, Daryl si teneva tutto dentro da fin troppo tempo, era stata una liberazione poter dire tutto quello che pensava.

Era felice di aver confessato la verità.

«Aspetta!»

L'uomo si fermò, con gli occhi leggermente spalancati. Non si aspettava di essere seguito da qualcuno.

«Luke?»

Il biondo raggiunse Daryl, fermandosi ad un metro circa di distanza. «Io sono innamorato di suo figlio.»

Daryl sorrise, avvicinandosi a Luke. Gli appoggiò una mano sulla spalla e poté intuire quanto il giovane fosse teso.

«L'ho capito, sai?»

Luke spalancò la bocca, farfugliando parole incomprensibili. «Co-come?»

L'uomo rise leggermente, sempre sorridendogli. «Il modo in cui gli sei stato vicino. Michael si sentiva al sicuro con te accanto, perché sapeva di essere amato.»

Il biondo rimase senza parole. Così non riuscì a far altro se non rimanere imbambolato a veder salire Daryl sulla sua auto, mentre il sorriso di quest'ultimo non sembrava voler lasciare il suo viso.

«Ah, Luke?»

«Sì?»

«Anche Michael ti ama.»

Ooookay, mi scuso nuovamente per il ritardo, ma la scuola mi sta uccidendo, letteralmente (l'altro giorno stava per cadermi in testa un pannello, ma tralasciamo).

Domani ho due ore di quel pazzo del professore di arte, uccidetemi.

Comunque, riguardo al capitolo... che ne pensate? La storia di Daryl vi ha fatto cambiare idea su di lui? Fatemelo sapere, mi fa piacere.

Non lo rivedremo più, purtroppo - almeno credo, non so cosa può cagare la mia mente contorta -, in questo libro.

Avete capito bene, in questo libro, perciò probabilmente ci sarà un sequel, ma è ancora tutto un forse. So solo che ho in mente un sacco di idee e shebdjnsjs sono abbastanza gasata.

Va beh, spero che il capitolo che vi sia piaciuto.

Ah, quasi dimenticavo, vi piace la nuova copertina? A me parecchio, sinceramente.

- Vic xx

p.s. scusate l'orario :)

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