19 - «Sorry.»

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«Amico devi riprenderti, non puoi rintanarti qui per sempre», disse Ashton entrando nella camera del biondo. Andò ad aprire le tende, facendo lamentare Luke per la troppa luce improvvisa.

«Chiudile!», esclamò il ragazzo, coprendosi poi con la coperta.

«Luke devi dimenticarlo. Ormai è un mese che lo conosci, due settimane e qualcosa dal vostro primo bacio ed una settimana da quando lui ti ha presentato Alexander. Basta piangersi addosso.»

«Tu parli così perché con Calum va tutto a meraviglia! Siete la nuova coppietta felice, complimenti! Ho passato il test d'inglese con una B+, come avevamo detto. In squadra faccio il mio lavoro come devo, sfogo tutta la mia rabbia lì e mi pare che i risultati parlino da soli. Lasciami stare almeno a casa mia, porca puttana.»

Ashton sospirò e si sedette sul letto di Luke.

Odiava vedere l'amico così. Era vero, a scuola sembrava lo stesso di sempre - anche se con qualche sorriso in meno -, ma era a casa che crollava. Ashton non aveva nessuna prova che quello che le sue ipotesi fossero la verità, ma lui conosceva il suo migliore amico, sapeva che ci stava malissimo.

«Luke, senti, so che sai male, ti vedo. Hai gli occhi rossi e gonfi, il viso scavato e non hai un bel colorito. Mangi a malapena, non credere che non l'abbia notato, e magari gli altri no, ma io sì. Sei come un fratello e detesto vederti in questo stato. So che la storia con Mi-»

«Non c'è nessuna storia, ricordi?», domandò con un ghigno, ma non era un ghigno come gli altri, c'era tanta sofferenza in questo. «Ed ora, per favore, vai via, vorrei tornare a riposare...»

«Ma Luke-»

«Ho detto vai via!», gridò all'improvviso il biondo, facendo alzare Ashton di scatto. «Vattene! Voglio rimanere solo!»

Luke prese il cuscino e lo lanciò contro il suo migliore amico, che lo afferrò al volo. «Possiamo almeno parlar-»

«No! Voglio stare da solo! Fottutamente solo!»

«Fammi parl-», tentò un'ultima volta ma Luke lo prese in pieno viso con un altro cuscino. Ashton barcollò leggermente indietro, per poi guardare il biondo con un'espressione scioccata ma comprensiva.

Capiva che l'amico era addolorato per quello che era accaduto e non poteva fargliene una colpa se soffriva per una persona a cui teneva.

«Devi andartene! Non ti voglio qui! Non voglio nessuno se non lui, perché non lo capisci?! Lasciami solo! Vattene!», continuò a sbraitare Luke, mentre cominciava a piangere.

«Okay», si arrese il riccio. «Me ne vado, ma ricorda che ti voglio bene e che per qualunque cosa io ci sono.» Gli posò un bacio sui capelli ed uscì dalla stanza, uscendo dalla villetta poco dopo.

Luke raccolse da terra un cuscino e se lo strinse al petto, soffocandoci i singhiozzi.

Era solo in casa, i suoi genitori erano fuori, come sempre, ma nonostante questo aveva una paura immensa che qualcuno lo vedesse in quello stato, al di fuori di Ashton.

Non doveva mostrarsi debole.

Aveva tentato di rimanere impassibile con Michael, ma poi il vero Luke prese il sopravvento e lui si ritrovò a piangere come un bambino.

Michael però l'aveva continuato ad aggredire.

Aggredire ed aggredire. Parola per parola. Lacrima per lacrima.

A far cessare temporaneamente Luke di piangere fu un insistente bussare alla porta, seguito da svariati suoni del campanello.

Il biondo alzò gli occhi al cielo e, sempre con il cuscino stretto al petto, uscì dalla sua stanza e raggiunse il salotto.

«A-Ashton potevi p-prendere le chiavi, tanto sai dove si t-trovano», disse Luke con voce spezzata, mentre appoggiava la mano sulla maniglia fredda.

Schiacciò il viso contro il cuscino, coprendo la sua bocca perfetta ed il suo naso delicato, ma non appena vide chi aveva davanti il cuscino cadde e la sua mascella quasi toccò terra.

«C-che ci f-fai qui?», domandò indietreggiando spaventato, ma il maggiore non se lo fece scappare e lo afferrò per le braccia, spingendolo verso di lui e facendo scontrare le loro labbra.

Luke era ancora scioccato, non si sarebbe mai aspettato di ritrovarsi Michael davanti alla porta di casa dopo tutto quello che era successo.

La sua mente gli diceva di allontanarsi e chiedere spiegazioni per quel gesto, ma lui fece tutt'altro, ovvero ricambiare il bacio con ancora più passione.

Prese Michael per i capelli e lo avvicinò ancora di più, mentre le sue guance venivano rigate da altre lacrime.

Forse per la frustrazione ed il nervoso, forse per la contentezza di star assaporando nuovamente quelle labbra tanto bramate.

Gli erano mancate, moltissimo.

«Luke...», ansimò Michael riprendendo fiato.

Guardò il biondo negli occhi e non poté fare a meno di sentirsi male per come lo aveva ridotto.

«Sono stato un coglione... puoi perdonarmi? Non volevo dire quelle cose, scusami», tentò e Luke sorrise leggermente.

Fece per asciugarsi le lacrime, ma Michael gli scostò le mani e mise le sue, accarezzando dolcemente con il pollice la guancia pallida e scavata del ragazzo.

«E tu perdoni me? Non ho assolutamente provato disgusto, te lo giuro, ho provato tantissime emozioni bellissime e- mi piaci Michael, mi piaci davvero tanto», disse il minore sorridendo leggermente.

«Anche tu mi piaci tanto, Luke.»

E ripresero a baciarsi, ma, a differenza di prima, questi non erano baci passionali, ma baci dolci e casti.

Finirono per ordinare due pizze e guardarsi un film poco famoso in tv, che sinceramente non interessava a nessuno dei due, perché erano troppo presi a guardarsi di sottecchi ed a scambiarsi qualche bacio ricco di sentimenti.

«Sento come se il mio cuore stesse per scoppiare», mormorò Luke fissando incessantemente Michael negli occhi.

«Il mio cuore l'hai tu, invece.»

E quando si addormentarono, l'uno fra le braccia dell'altro, non importava più nulla se non loro due.

Luke e Michael. Michael e Luke.

Dormirono abbracciati, con i cuori che battevano quasi all'unisono, mentre le loro menti vagavano nel mondo dei sogni, con un sorriso spiccicato in faccia.

Finalmente potevano essere loro stessi.

Tutto il loro amore era lì, con loro due, all'interno di quelle quattro mura, e non avrebbero permesso che qualcuno glielo portasse via.

Purtroppo, però, accadde di peggio.

Devo fare matematica, matematica, matematica e... matematica? Sì, matematica.

Vi saluto, spero che il capitolo vi sia piaciuto.

- Vic xx

storm ❅ mukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora