13 - Dirty Toilet.

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«Allora, cosa prendete di buono?», chiese Karen una volta che tutti furono seduti a tavola. Alzò lo sguardo non appena si sentì strattonare dalla maglietta. «Dimmi, Juliet.»

«Mamma, posso prendere un hamburger con le patatine fritte, le crocchette di patate e la coca-cola grande?», domandò la piccola guardando con grandi occhioni la madre.

La donna avrebbe voluto dirle di sì, poterle dare tutto quello che voleva, ma purtroppo i soldi non erano sufficienti. Si accorse troppo tardi di aver sbagliato a voler uscire a cena, ma non poteva tirarsi indietro così.

«Tesoro, non ti sembra trop- », Karen fu interrotta da Michael che appoggio una mano sulla sua.

«Pago tutto io, non ti preoccupare», le sussurrò. «Prendi tutto quello che vuoi, Juls», disse poi, rivolto alla sua sorellina.

Un cameriere andò verso il loro tavolo e sorrise a tutti. «Che vi porto, ragazzi?»

«Per me della carne, blu, per favore, con contorno di spinaci e carote», disse Ashton, sorridendo al ragazzo e riconsegnandogli il menù.

[Blu è una cottura della carne, meno cotta di "al sangue", non è della carne blu, lol.]

Calum rimase leggermente affascinato da quel tono determinato e deciso, mentre quel dolce sorriso lo fece andare in un brodo di giuggiole.

«Per me come lui, per favore.»

«Ti piacciono le cose al sangue, come i selvaggi, eh?», ammiccò il riccio, facendo risvegliare Calum dalla sua trance temporanea.

«Certo, anzi, sai che ti dico? Più spesso assaporo la carne viva, ancora ansimante...»

«E-ehm», tossicchiò Michael, riservando un'occhiataccia all'amico. «Per me un hamburger, per favore. Cheryl prende un'insalata e Luke? Tu?»

Il biondo sollevò lo sguardo dal menù e lo puntò negli occhi verdi di Michael.

Per una frazione di secondo gli apparve davanti agli occhi l'immagine del tinto nudo, seduto su un piatto d'argento con una mela in bocca.

«Datemi un piatto di quello, adesso...», bisbigliò e quando tutti lo guardarono accigliati, lui si risvegliò ed iniziò a boccheggiare, cercando di salvarsi da quella situazione imbarazzante. «S-sì, ecco, un piatto di quello c-che ha preso M-Michael, s-sì», farfugliò.

Il cameriere appuntò tutto e se ne andò in cucina, mentre al tavolo riprendevano le solite chiacchiere.

«Io vado un attimo al bagno», disse Luke. Aveva le guance in fiamme, aveva bisogno di darsi una sciacquata al viso.

«Ti accompagno che mi devo lavare le mani, vieni con me Juls?», propose Michael e la piccola annuì. Saltò giù dalla sedia e seguì i due ragazzi più grandi fino al bagno.

Entrarono in quello dei maschi visto che Juliet aveva paura ad andare da sola nel bagno delle donne e, una volta dentro, Luke si chiuse dentro un gabinetto, in attesa che la bambina ed il tinto uscissero per andarsi a sciacquare la faccia, mentre Michael e Juliet si lavarono le mani.

«Io ho fatto, vado dalla mamma», disse la biondina e senza aspettare una risposta dal fratello corse via. Michael alzò gli occhi al cielo ed entrò in un gabinetto, rimproverandosi mentalmente per essersi lavato prima le mani, avrebbe dovuto lavarsele anche dopo.

Luke, intanto, sbirciò fuori dalla porta e quando vide che non c'era più nessuno, uscì tranquillamente.

Si posizionò davanti al lavandino e guardò il suo riflesso, le guance ancora arrossate. Aprì il rubinetto e mise le mani a coppa sotto il getto, colpendosi poi la faccia con l'acqua raccolta.

storm ❅ mukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora