10 - Compare.

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«Hey, Ash, richiamami per favore, dobbiamo parlare. Hai capito male, come potrebbero farmi schifo i gay se tu sei il mio migliore amico? E poi una malattia? Sei fottutamente serio? Richiamami.»

Luke bloccò il telefono e lo mise in tasca, poi suonò il campanello di casa Clifford, dondolandosi sui talloni mentre aspettava che qualcuno gli andasse ad aprire.

Si sentirono dei passi e poi la porta venne spalancata.

«Ciao Luke.»

«Callum...», mormorò Luke entrando.

«È Calum, in realtà. Callum vuol dire callo in greco, lo sapevi?», domandò il moro con un sorrisetto strafottente.

"Anche colto, di bene in meglio", pensò Luke alzando gli occhi al cielo. Era ovvio che sapesse il suo nome, ma era anche ovvio che lo sbagliasse apposta.

«Hey Luke, ho cucinato il pollo», lo avvisò sorridente Karen.

«Io ho portato del gelato», disse il ragazzo mostrando il sacchetto con la vaschetta di gelato all'interno.

«Gelato!», gridò Juliet. Corse subito verso il ragazzo biondo e gli rubò il sacchetto, scappando via poco dopo aver ottenuto il suo bottino.

«Ridammelo, piccola peste!», esclamò Luke correndo dietro la bambina. Girarono attorno al divano, poi andarono in cucina e successivamente tornarono in salotto.

«Mamma, hai visto la mia divisa da cheerleader?», domandò Cheryl scendendo le scale.

«L'ho messa a lavare, aveva una macchia. Per domani mattina sarà pronta, non preoccuparti», si affrettò a dire la donna prima che la ragazza le urlasse contro che ne aveva bisogno per la partita del giorno seguente.

«Mhm... oh, ciao amore», disse Cheryl una volta che si accorse del suo ragazzo scorrazzare per casa dietro alla piccola, che ancora rideva con il sacchetto in mano. La mora sbuffò. «Juliet, lascia stare Luke, lui non ha voglia di correre dietro ad una bambina come te.»

«Ma no, mi diverto, non preoccuparti Cher», la rassicurò Luke. «Però dobbiamo fermarci un attimo, non ho più il fiato di una volta», scherzò.

Tutti scoppiarono a ridere - Cheryl esclusa, visto che se ne tornò al piano di sopra poco dopo - mentre Luke si appoggiò al divano per far finta di riprendere fiato.

«Oh andiamo», intervenì la voce di Michael dalla veranda. Spense la sua sigaretta nel posacenere ed entrò in casa. «Sono più vecchio di te, ma scommetto di stracciarti in un batter d'occhio», lo schernì ridendo leggermente.

Luke lo guardò rapito, come poteva essere così bello e sexy senza neanche sforzarsi?

«Michael», lo richiamò la madre. «Luke è il quarterback della squadra di football», lo avvisò, facendogli intendere che non aveva speranze.

«Lo so, mamma», sbuffò il tinto. «Anche tu Cal eri il quarterback della tua squadra, vero?», continuò, distogliendo l'attenzione da sé stesso.

«Sì, adoravo giocare a football», rispose il moro.

"Era anche il quarterback della sua squadra di football", si disse Luke, sbuffando leggermente.

storm ❅ mukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora