Capitolo 7

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DRACO'S POV
Lei se n'era andata. Piangendo. Per colpa di Potter. Quel ragazzo era definitivamente morto.
Draco:-TU! TI RENDI CONTO DI QUELLO CHE LE HAI FATTO? MI FAI SCHIFO POTTER!-

Iniziammo a lottare e quando fu distratto, uscii da quella stanza. Dovevo cercarla, rassicurarla. La cercai in biblioteca, in sala Grande, nella torre di Astronomia ed infine fuori. La trovai seduta vicino al Lago Nero e piangeva, mi avvicinai e mi sedetti vicino a lei. Lei stavo per chiedere come mai stesse piangendo, ma lei prese parola prima di me.
Hermione:-Gli voglio un bene assurdo, ma odio il fatto che debba decidere al mio posto-
Draco:-Penso che lui lo faccia solo perché tiene a te. Comunque sono cambiato, lo giuro, non credere a quello che ha detto. Ti prego-
Dopo quella che sembrò un'ora di silenzio, lei prese parola per la seconda volta.
Hermione:-Penso di dover andare adesso-
Draco:-Aspetta-
Hermione:-Che c'è?-
Draco:-Buonanotte Hermione-
Hermione:-Notte-
Rimasi sulla riva del lago a pensare. E se Potter le avesse imposto di non vedermi più? Sperai con tutto il mio cuore che non lo facesse e forse le mie speranze furono ascoltate non so da quale buona stella, visto che i seguenti giorni li passammo senza litigare. Sentivo che a parte il perdono, potevo chiederle di più: volevo diventare suo amico. L'amicizia era un sentimento che mai avevo provato prima, ma dicevano che era bellissimo. Così una domenica, mentre era in biblioteca a studiare (come al solito) le chiesi se voleva passeggiare, per distrarsi un po', lei acconsentì e uscimmo dal castello insieme e scambiandoci sorrisi. La gente ci fissava, ma che importanza aveva se eravamo felici?
C'era Blaise Zabini che ci fissava a bocca aperta; Tiger e Goyle che avevano delle facce più stupide del solito; Pansy Parkinson che ci guardava infuriata; mille ragazze Serpeverde invidiose; Potter con una faccia delusa e Lenticchia era infuriato come Pansy.
Andammo al Lago Nero e quando fummo seduti, cominciammo a parlare del più e del meno, osservando il panorama.
Ad un certo punto le dissi:-Sai, non mentivo quando ti ho detto quelle cose nella stanza delle necessità, sei simpatica ed intelligente. Non importa che sangue hai, perché in fondo mica è colpa tua. Il tuo sangue vale quanto il mio, ti assicuro che sono cambiato. Per favore permettimi di essere tuo amico, non te ne pentirai, voglio farmi perdonare a tutti i costi.-
Lei acconsentì e mi abbracciò fortissimo, io di rimando la strinsi altrettanto forte. Continuammo a parlare del più e del meno.
Quando ci alzammo lei urlò:-CHI ARRIVA PER ULTIMO AL CASTELLO È UN IPPOGRIFO ZOPPO-
Cominciò a correre, ma io ero ovviamente più veloce e la superai subito, lei però con un incantesimo velocizzò la sua corsa. 
-Ma così non vale- protestai.
Hermione:-Vale eccome, so tutto sull'argomento. Tu sei un ragazzo, molto più alto di me ed ovviamente più veloce, io sono una povera ragazzina dai capelli crespi che ha bisogno di un po' di aiuto-

Scoppiammo a ridere, mi sentii libero come forse non ero mai stato in vita mia.

Draco:-Ti accompagno nella sala comune?-
Hermione:-Se devi andare...-
Draco:-Se vuoi possiamo rimanere insieme fino a pranzo-
Hermione:-Sì okay-
Mi sorrise, aveva un sorriso così bello.
Passammo una bellissima mattinata, fino all'ora di pranzo, quando ci dividemmo.

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