Bus stop.

Lost.

Quando il sorriso di Niall ha smesso di splendere a causa del coma, Marie Belle è crollata. È stato inevitabile, tutti se lo sarebbero aspettato. Lui era il sole coperto dalle nuvole, lei un fiore che senza luce sarebbe morto. Una morte lenta e straziante, una morte che speri di poter ritardare, speri, speri in qualsiasi miracolo.

Era arrivata a mettere il suo cuore su un freddo, ghiacciato pavimento e si era seduta accanto ad esso, impassibile, aspettando che ritornasse da lei.

Aveva detto di non preoccuparsi Niall; le dispiaceva di non riuscire a dargli retta, ma come poteva fare il contrario? Era controproducente il suo comportamento, forse immaturo per per certe persone, stupido per se stessa, ma su quella sedia scomoda stava aspettando di poter tornare a respirare come prima di tutta quella situazione. Figuriamoci, se avesse compiuto anche solo un passo lontano da lui sarebbe crollata più di quanto volesse dare a vedere in realtà e a quel punto sarebbe stata irrecuperabile per chiunque.

Perché le persone non si preoccupano dei danni che procurano fino a quando non ne vedono le conseguenze.

È come un vaso che cade e magari ha la fortuna di non rompersi quando cade, procurandosi una piccola crepa di cui nessuno si preoccupa.  Ma il vaso ha una ferita che lo rende più fragile, se cadrà nuovamente sarà fatale. Per questo se lo allontani dal mobile te ne potresti pentire, perché lì è al sicuro da ogni caduta.
Qualcuno aveva veramente intenzione di allontanare Marie dal suo punto stabile, da Niall?

Si era rinchiusa in una torre fatta di speranze, di ultimi appigli. Forse qualcuno avrebbe potuto amarla più di quanto Niall faceva, forse si, ma lei era semplicemente una ragazza persa senza lui, non pronta per essere ritrovata se non da una persona, una soltanto.
Ma anche lui era terribilmente perso senza di lei, per quel motivo si svegliò.