CAPITOLO 18

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Ci precipitamo dal dottore
"Dottore,cos'è successo?" Dice Carlo tremante.
"Signori calmi. Sono uscito perchè dobbiamo fare una piccola incisione.
La cisti è in un posto troppo profondo.
È sono uscito solo per dirvelo"
Meno male, facciamo un respiro di sollievo tutti e tre contemporaneamente.
"Ma lei sta bene?cioè nessun intoppo?"
Domando preoccupato
"Lei sta benissimo. Sta dormendo profondamente" mi rassicura con il sorriso stampato sul volto
"Grazie a Dio!"
"Ora però dovrei ritornare dentro per l'incisione. Ci vediamo tra una mezz'oretta"
Annuiamo e rientra dentro.
Per pochi secondi ho pensato al peggio ,ma perfortuna non è nulla di grave.
Mi siedo stremato sulla sedia e respiro profondamente.
"Calmo,non preoccuparti. La rivedrai fra poco"
"Lo so,ma è troppo tempo che siamo lontani"
Alena fa una risata debole e la guardo.
"La prego,faccia ridere anche me"
"Scusa,ma stai parlando come se abitaste insieme da così tanto tempo che stare divisi per voi è una cosa strana e piena di dolore."
"È lo è. Dal primo momento che la vidi capì che non era una ragazza come le altre. Io cercavo di scrutarla e spaventarla,ma nulla rimaneva sempre qui suoi passi .
E quella sera che rimasi a mangiare da voi ne fu la prova.
Il pomeriggio io avevo riabilitazione e come sempre stavo male,le gambe non mi sostenevano e io urlavo disperato.
Probabilmente Livia mi sentì e corse nella mia sala attrezzi. Le urlai di andarsene a lei con la coda fra le gambe andò via.
Il mio allenatore mi rimproverò a lungo e alla fine decisi di andarle a chiedere perdono. Per i primi due minuti non voleva vedermi e parlarmi,ma alla fine accettò.
E addirittura alla fine l'aiutai a dipingere la stanzetta. A proposito l'ha finita?"
La madre scoppia a ridere
"No,caro ha preferito chiamare dei pittori esperti"
Sorrido
"È tutta particolare"
"Già"
"È mia figlia"interviene il padre.
Su questo non posso dargli torto.
"Hai ragione Carlo,è proprio tua figlia"
Alzo lo sguardo sull'orologio alla parete e noto che è passato già un bel pò di tempo starà per uscire a momenti.
Infatti,"è uscita" dice Alena.
Mi avvicino al lettino.
Sta dormendo beatamente.
Ignara della paura che abbiamo provato per tutti questo tempo.
Le accarezzo il viso leggermente.
Ma lei inizia a muoversi. Fino ad aprire gli occhi.
"Ciao" biascica
"Ciao amore,dormi un altro pò.Sarai stanchissima"
"Un pò" e si riaddormenta.
La portano su e nel frattempo io approfitto per chiamare Mark e i miei.
I quali hanno assicurato che si fossero presentati stasera.
Essendo l'orario delle visite posso entrare perfettamente senza essere sgridato dalle infermiere bigotte.
Sento la sua voce provenire dalla stanza.
Non può essere che è già sveglia.
Corro dentro
"Trent sei arrivato finalmente. Dove sei stato?"
Sono scioccato.
È li in quel letto allegra e pimapante che parla alla riscossa come se non fosse successo nulla.
"Scusa amore,sono andato a chiamare Mark e i miei. Hanno detto che verranno stasera."
Le dico baciandole àla fronte.
"Che gentili " dice con il sorriso stampato sul volto.

Sono le 06.00 p. m. e il dottore è passato parecchie volte per controllare se Olivia stessa bene: e fortunatamente è tutto perfetto.
Lei mi racconta di quello che ricorda prima dell'operazione e non smette di parlare.
Sembra una macchinetta.

"Livia" ecco che sono arrivati i miei.
"Mark,signora e signor Cooper" saluta.
Poi all'improvviso esce anche il piccolo
"E Nico" esulta.
Lui corre sul letto
"Nico" lo rimprovero urlando e lui si blocca.
"Trent non urlarlo. Aiutalo e salire sul letto"
Fai il bene e verrai ripagato con il male!
Sbuffo e lo faccio salire.
"Livia"l'abbraccia
"Mostro attento. Livia ha la bua"
Cerco di spiegare ad un bambino di quattro anni che non deve strapazzare la ragazza che sembra una principessa in quel letto. Ma è inutile.

Lui la guarda. "Cosa ti hanno fatto?" chiede preoccupato con lo sguardo accigliato

"niente tesoro, non mi hanno fatto nulla" gli accarezza il viso

"sicura?" "sicurissima"

"bene .Perfetto adesso vorrei un abbraccio anche io" ci mancava solo mio fratello Quando usciremo dall'ospedale dovrò parlare con Olivia.

Non mi piace tutta quest'affetto fra loro due.
"certo"
"mi hai fatto spaventare tantissimo" le dice quando si staccano.
"si, scusatemi. Trent mi ha raccontato tutto"
"non preoccuparti tesoro. L'importante e che l'operazione sia andata bene. Hai dolore?"
Domanda gentilmente mamma
"No,signora Cooper"
"Ah, basta questa signora Cooper. Chiamami Sasha"
"Grazie mille" arrossisce.
"I tuoi sono tornati a casa?"
"No,no . Eccoli"
Entrano i genitori di Olivia e i miei di presentano.
"Ciao Mark,come stai?" Il padre di Olivia adora Mark.
E anche se non lo mostro un pò ci rimango male.
Ma solo perchè voglio che loro capiscano che sono degno di stare con la figlia e che non c'è nessuno di meglio per lei se non io.
"Ora meglio" è guarda Olivia.
Ora basta ci sta provando spudoratamente.
E soprattutto di fronte a me.
Stringo le nocche delle mani fino a farle diventare bianche e poi rosse per il sangue.
"Trent cosa c'è? " mi domanda preoccupata Olivia.
Lei è così dolce che non pensa mai al male.
E se non lo sa distinguere lei,la dovrò difendere io. Con la unghie e con i denti.
"Niente amore" mi siedo sul letto accanto a lei e a Nico.
Mi assicuro che anche se Mark stia parlando con Carlo ci guardi.
La prendo il viso fra le mani e l'attiro al mio viso.
La bacio con passione e con foga.
Non m'interessa se ora ci stanno guardando tutti.
Inizialmente era per marcare il territorio.
Ma ora mi rendo conto che sto scaricando tutta la frustazione della giornata.
Ho avuto così tanta paura.
Lo trasmetto tutto nel bacio.
Sento più di una volta tossicchiare alle mie spalle e Olivia che cerca di staccarsi.
Ma non voglio.
Voglio sentirla mia!
"Trent basta" ringhia Carlo.
Ci stacchiamo e ansimiamo all'unisono.
Lei è imbarazzatissima. Ma io no ,è quello che volevo.
Le accarezzo il volto cercando di rassicurarla.
"Papà scusa" è caduta nella tentazione di scusarsi.
È troppo timida.
"Trent scusati anche tu" dice mio padre severo.
Quello sguardo non ammette repliche.
"Scusi signor Pirelli"
Annuisce non troppo convinto.
"Senta signor Pirelli perchè quando Olivia non si sente meglio venite a cena da noi?sa per conoscerci meglio. Mi sembra che i nostri figli siamo molto legati."
Conclude mio padre.
Carlo sembra pensarci ma alla fine accetta,anche se non penso volentieri.
Olivia ed io ci guardiamo felici e sempre più innamorati, se può essere possibile.
"Signori l'orario di visita è terminato"ci avvisa l'infermiera.
"Ma la ragazza è minorenne il dottor Smith mi ha detto che posso rimanere"
Interviene Alena.
"Allora va bene. Ora però voi dovete andare"
Gentile come sempre.
"Posso rimanere io se vuole" le provo tutte.
"No,caro questo è un reparto femminile. Non puoi"
Sorride. È una signora tanto gentile,Olivia le somiglia molto.
"Vabbè io ci ho provato" scherzo
"Dai Trent andiamo. Prima che viene di nuovo quella gentilissima infermiere"
"Si,gentilissima" ringhio fra i denti.
Mi abbasso su Olivia e le bacio la fronte
"Gattina,allora ci vediamo domani"
Lei sorride divertita dal mio soprannome.
Era il suo nomignolo all'inizio e ora è già passato un mese.
"Ok. Notte"
Ora si vede che è stanca.
Usciamo dalla stanza e ci avviamo a casa con la macchina
SPERIAMO CHE ARRIVI PRESTO DOMANI.

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