CAPITOLO17

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È passato un mese dallo spavento che ci siamo presi Trent ed io.
Ma fortunatamente nè mamma nè papà si erano resi conto che non mi trovavo a casa, risparmiando così tante scuse e spiegazioni inutili.

Ora un mese dopo sono sempre più sicura che io e Trent siamo fatti l'uno per l'altra.
Ma stamattina sono agitatissima,è arrivato il giorno del mio ricovero in ospedale.
Sono le 07.00 a.m. e i miei genitori ed io stiamo andando a prendere Trent per poi recarci in ospedale.
"Cara stai tranquilla" mi dice mamma.
"Si,si sono tranquillissima. Ma mi sentirò meglio quando starò fra braccia di Trent"
Mamma mi guarda con uno strano bagliore negli occhi,come se solo ora avesse avuto delle conferme.
"E pensare che neppure a me hai mai detto cosa così"scherza papà.
"Non è vero!".

Siamo appena arrivato a casa di Trent e lui già si trova fuori,bello e raggiante come sempre.
Oramai non ha neppure più bisogno della stampelle.
I dottori dicono che è un miracolo che in poche settimane abbia ripreso a camminare perfettamente.
Ma lui risponde:non è vero. Il miracolo è aver incontrato il mio angelo. È io ogni volta arrossisco come una stupida.

Papà parcheggia e io mi precipito all'istante nelle braccia di Trent.
"Buongiorno amore" mi bacia sui capelli
"Giorno"
"Come ti senti?" Mi chiede
"Un pò agitata"
"È normale tesoro"
La porta alle nostre si apre e rivelano Mark e il piccolo Nico.
"Cosa ci fate qui?"Domando sussurrando per non far svegliare il resto del quartiere.
Nico lascia la manina a Mark e corre con il suo bel pigiamino di Superman in braccio a me.
"Ono venuto a salutati" dice Nico
"Cucciolo mio"
"E poi se proprio non mi vuoi con te in ospedale volevo almeno salutarti"
Interviene Mark
"Lo sai che non è vero che non ti voglio. Ma è inutile stare tutta la giornata in ospedale senza fare nulla.
Almeno vai a scuola e mi prendi gli appunti" alza lo sguardo al cielo esasperato e io rido.
''si,si come no. Comunque veniamo stasera con i nostri genitori e non discutere."
Ho le lacrime agli occhi.
Sono davvero la persona più fortuna al mondo.
Non pensavo che due mesi dal trasferimento potessi trovare così tante belle persone.
"Ok,allora cosa dire:grazie"
"Non dirlo neanche per scherzo. Ora vai su"
"Ok" saluto di nuovo Nico e Mark e rientriamo in auto.

"Buongiorno" dice mamma alla caporeparto.
"Salve, mi dica"
"Siamo qui per il ricovero di Olivia Aurora Pirelli" da uno sguardo alla cartella e continua.
"Ah ,si. Oggi è la prima ad operarsi"
Annuiamo e ci scorta fino alla stanza.
"Ma gli uomini non possono restare"
Mi stringo forte a Trent, non voglio lasciarlo.
Senza di lui ho paura!
"Ma non da fastidio è buono"
Tutto iniziano a ridere.
Ma cosa ho detto?
"Amore non sono un cane"
Arrossisco.
"Scusa"
"Non preoccuparti. Ora però vado,qualunque cosa sto qui fuori."
Mi stampa il suo solito bacio sulla fronte rassicurante e gli rispondo
"Ok"
Saluto Trent e papà.
E io mi inizio a preparare.
In seguito entrano alcune infermiere e mi passano alcune pillole che in poco tempo iniziano a farmi sentirmi molto più leggera e rilassata.
"Olivia adesso stenditi sul lettino" mi dice un'infermiera,o almeno penso.
Mi sento frastornata.
"Perchè?" Riesco a domandare.
"Ti dobbiamo portare in sala operatoria"
"Perfetto. Allora vengo con le mie gambe"
"No,non puoi"
"Perchè?sono in grado di camminare da sola"
Vedo la labbra dell'infermiera muoversi per dire qualcosa,ma una voce maschile la blocca
"Lasciala fare quello che vuole''mi giro e vedo il dottor Smith divertito.
"Grazie" dico sarcastica.
"Di nulla cara. Almeno però mantieniti a me" con molta riluttanza accetto e usciamo dal reparto.
Appena fuori vedo Trent in piena agitazione
"Trent"lo chiamo abbassa voce.
Le pillole stanno facendo effetto mi sento troppo rilassata.
"Hey,amore" si alza di scatto dalla sedia
"Come ti senti?"
"Un pò frastornata"mi bacia la tempia
"E perchè camminavi con il dottore? "
Dalla voce trasuda la sua gelosia.
"Perchè la ragazza è cocciuta e non si è voluta stendere sul lettino"interviene il dottore.
tutti scoppiano in una risata divertita a causa del mio comportamento.
"Dottore,allora l'accompagno io giù"
Dice Trent
"Come vuoi tu,ragazzo"
Mi prende in braccio e mi porta fino alle salette d'attesa.
"Da qui in poi me ne occuperò io della ragazza."
Insieme al dottore entro nella sala operatoria.
È freddissima,incute un certo terrore.
"Ciao cara,io sono l'anestesista" si presente un simpatico dottore alto di o no 1.60 con i capelli e baffi color argento.
"Salve,io sono Olivia"
"Che bel nome. Ma adesso sdraiati che iniziamo."
Faccio come mi chiede "Olivia adesso ti girerà un pochino la testa e poi nulla più."
Neanche il tempo di dirlo che la testa mi gira peggio di una trottola e poi nulla. Solo il buio pesto"
TRENT:
Siamo qui da più di un'ora e mezza il dottore ci aveva detto che più di un'ora l'operazione non sarebbe durata.
Ho una paura cronica che le possa succedere qualcosa.
Siamo tutti in ansia la mamma di Olivia si tiene stretto a Carlo il quale cerca di non far notare la sua paura,
Ma non ci riesce.
Io sto ancora peggio.
Ma anche mio fratello non scherza.
Oggi alla fine ha deciso di non andare a scuola e ogni due minuti chiama per sapere qualche notizia;ma la mia risposta è sempre quella:ancora nulla.
Più minuti passano e più la mia agitazione cresce.
"Trent siediti qui" mi esorta dolcemente Alena.
"La ringrazio ma se sto seduto è peggio"
"Devi calmarti. Tutta quest'ansia non ti fa bene"
Continua lei.
"Mi calmerò soltanto quando uscirà".
Poi ad un tratto sentiamo la porta aprirsi a vediamo soltanto il dottor Smith stremato e sporco di sangue e mercurio.
Dio ti prego,fà che non sia quel che penso!

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