Eren iniziò a sbattere le palpebre, continuando a guardare la cameriera: era quella che lo aveva urtato quel giorno, la coincidenza era incredibile.
Lei lo salutò con un sorriso, che il ragazzo ricambiò, per poi guardarla allontanarsi.
Però si sentiva a disagio, come se avesse lo sguardo di qualcuno puntato addosso.
Istintivamente guardò verso Levi: il corvino lo stava guardando, come se ogni volta che la bionda si avvicinava ad Eren, scaturisse un'attrazione tale da richiamare la sua attenzione.Ancora una volta, Eren girò la testa altrove.
Quel tipo è parecchio strano.
La cena ebbe inizio, ed il castano e gli altri la inaugurarono con un bel brindisi.
La pizza era davvero buona, tanto che quasi tutti la divorarono in un attimo.Eren, ogni tanto, diede qualche occhiata alla cameriera bionda, che vagava qua e là a servire i tavoli.
Riusciva a tenere in equilibrio quattro piatti per volta, era fenomenale, a differenza del ragazzo, non molto portato per l'equilibrio.Puntualmente si voltava verso Levi, realizzando che lui lo guardava ancora, serio come sempre.
L'ultima volta che lo fece, però, urtò per errore il braccio della ragazza dagli occhi ambrati, seduta alla sua sinistra.
Lei, per la sorpresa, rovesciò il contenuto del proprio bicchiere sul braccio del castano, bagnandogli la manica della felpa.«Oh! Per favore, scusa, non intendevo...» si giustificò lei, sbrigandosi ad asciugare la macchia bagnata sulla felpa del ragazzo con un fazzoletto.
«Non importa» sorrise Eren «La porterò a lavare, non c'è nessun problema» la rassicurò, afferrando la mano della ragazza, e spostandola dalla proprua manica, facendole smettere di strofinare quel fazzoletto.
«Oh... be'...» continuò lei, sempre più dispiaciuta.
La macchia si poteva sempre pulire, Eren non capiva perché la ragazza si stava facendo tanti problemi.
In ogni caso, aveva pur sempre deciso di fare amicizia con qualcuno durante quella gita, e quel contesto sembrava perfetto per i suoi scopi – e anche per calmare la ragazza.«Comunque io sono Eren, Eren Jaeger» le sorrise, porgendole la mano.
Era pur vero che quelli del quinto anno avessero una certa fama, eppure ad Eren non erano mai interessati più di tanto, perciò non conosceva proprio tutti i loro nomi.
«Petra, Petra Ral» sorrise lei di rimando dopo qualche attimo di esitazione, stringendo la mano al castano.
Sembrò squadrarlo per bene: capelli castani, occhi verdi...«Quindi sei tu! Ti chiami Eren allora!» Petra scoppiò a ridere, confondendolo.
«Chi è che dovrei essere?» le chiese quindi lui, dubbioso.
Istintivamente, la ragazza guardò verso Levi, facendo comprendere la situazione ad Eren. Il corvino, questa volta, stava guardando entrambi.
«A quanto pare non sei stato molto fortunato durante il viaggio in aereo!» ridacchiò Petra, in un misto di imbarazzo e divertimento, dal momento che la persona di cui stavano parlando li stava osservando.
«Oh, ti riferisci a Levi? Io, ecco... Quindi tu sai cosa ho detto di lui?» Eren si grattò la nuca, imbarazzato.
«Lo sappiamo tutti ormai!» rise Petra «Ma stai tranquillo, Levi quest'impressione la dà a tutti... in realtà è solo un po', ehm, riservato» si affrettò a spiegargli.
«Lui... mi odia per quello che ho detto?»
«Odiarti? Come potrebbe?» sorrise dolcemente la ragazza, riempiendo nuovamente il suo bicchiere «Non ti odierebbe per una cosa così stupida! In fondo, spesso anche noi gli diciamo che dovrebbe cercare di essere più simpatico... anche se, in effetti, noi scherziamo» aggiunse divertita dopo qualche istante, facendo preoccupare Eren.
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My Other Half • EreRi
FanfictionEren e Levi, due semplici studenti di una scuola superiore, si conoscono da tempo. Eppure, in tutto questo tempo, si sono solo osservati, senza mai parlarsi. Il destino, però, decide di dare loro due settimane per innamorarsi. Ce la faranno ad innam...