➳ 10

795 76 70
                                    

(, ho cambiato copertina, ma tanto tra un po' la cambio di nuovo perché il titolo non si vede bene)

Al contrario di quanto pensavano tutti, la visita al British Museum di Londra non era stata poi così brutta. Addirittura Jean si era divertito. Be', forse la sua attenzione era rivolta più alla giovane ed attraente guida che li aveva accompagnati, ma questi erano dettagli meno importanti.

Il museo, però, era davvero grande: i professori avevano deciso di dedicare tutta la prima giornata a visitarlo, dal momento che, oltre ad essere "ricco di storia e di strabiliante cultura", a detta del professore pelato, era anche uno dei musei che chiudeva prima di tutti, ovvero verso le cinque del pomeriggio.

Di conseguenza, dopo aver passato lì gran parte della mattinata e del pomeriggio, si decise di sostare presso un parco, non molto lontano dal museo. Dopodiché, avrebbero preso nuovamente un autobus e sarebbero tornati all'albergo.

Durante tutto quel periodo di tempo, Armin, Eren e Mikasa osservarono attentamente Hanji, Levi e Petra: volevano cogliere il significato del loro comportamento bizzarro di quella mattina.

Le due ragazze, però, dopo una breve discussione con Levi, non osarono più avvicinarsi ai tre.

Chissà se è davvero di Levi, il merito pensò Eren.

In quel momento, era seduto su una delle panchine del parco assieme a Mikasa, mentre Armin stava parlando con Annie, vicino ad un ponticello, sorridendo timidamente tra una parola e l'altra.

Una brezza leggera stava scompigliando i capelli dei due fratelli, quando Mikasa si decise a parlare: «Eren, ma se quelli del quinto anno sono così strani, perché stai con loro?»

A questo punto Eren la guardò determinato: «Perchè io... farò amicizia con tutti loro... dal primo, all'ultimo».*

«Ma non ha senso. Cosa ci vedi in loro?»

«Mikasa, puoi stare tranquilla. Anche se sembrano degli svitati... be', non sono tutti così. Prendi Petra, per esempio. Lei è più... come dire, mansueta. Hanji è... be', lei è così come la vedi. Poi, ho conosciuto anche Levi, Levi Ackerman. Non appena siamo scesi dall'aereo, tu stessa mi hai detto che all'inizio lui era un po' scontroso con tutti, no? Sai, ho scoperto che a dire il vero, se ti rivolgi a lui come si deve...»

Eren si bloccò. Come poteva far capire a Mikasa com'era veramente Levi? Non che, dopo quelle poche volte che ci aveva parlato avesse capito com'era veramente; non poteva certo dire di conoscerlo bene, però sapeva con certezza che Levi Ackerman era uno che, in fondo, era... be', era questo il punto. Non sapeva come spiegarlo. Poteva dire che esternamente sembrava un arrogante, ma dentro era... dolce? No, non proprio. Gentile? No, neanche.

L'unica cosa che riuscì a dire a Mikasa senza sembrare ridicolo fu «...è uno a posto».

Dei nuvoloni grigi si stavano formando sopra le teste di tutti i presenti nel parco, quando Eren scorse una bancarella in lontananza.

«Aspetta qui, torno subito» disse a Mikasa.

«Eren, aspetta, dove stai andando? Vengo con te».

«Dai, Mikasa, aspetta solo un minuto. Ho visto qualcuno che vende lo zucchero filato, lì in fondo. Vuoi che ne prenda uno anche per te?»

«Non dovresti mangiarlo, così ti rovinerai l'appetito».

My Other Half • EreRiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora