1962
Erano passati due anni.
Ero rimasta a casa loro il tempo necessario per cercare un altro appartamento dove stare. Ne avevo trovato uno per una persona, abbastanza grazioso, e per il momento poteva andare.
Grazie a loro riuscivo a controllare i miei poteri, e ne ero felicissima.Certo, molte delle volte ne uscivamo bagnati dalla testa ai piedi, ma dettagli.
Oramai non ero più un pericolo pubblico - come mi definivo sempre - e non rischiavo di far saltare nessuna tubatura.
Io e Raven passavamo - letteralmente - ogni giorno assieme. Non che mi dispiacesse, anzi, ne ero felice. Mi veniva a trovare al bar dove lavoravo, quando anche lei non era di turno.
Le serate le passavamo sempre o a casa loro o da me.
Charles, invece, si comportava in modo maturo - com'è giusto che fosse - a volte troppo protettivo nei nostri confronti, soprattutto con sua sorella, ma mi divertivo comunque tantissimo.Dopo la laurea Charles e Raven erano tornati in America: da quel che avevo capito dovevano aiutare una loro amica, non erano stati abbastanza chiari. Anch'io ero andata in America, ma ero partita qualche mese prima rispetto a loro. Mi ero trovata un appartamento a Manhattan, New York, e lavoravo come cameriera in un bar. Esatto, facevo lo stesso identico lavoro di prima, ma non mi potevo lamentare: la paga era buona e a me i soldi servivano.
Appena varcai la porta di casa tirai un sorpiro di sollievo: potevo riposarmi. Appesi il giubbotto sull'attaccapanni e lasciai i tacchi per terra, rimanendo scalza, accesi la radio e cercai qualcosa da sgranocchiare.
Non ebbi nemmeno il tempo di sedermi che sentii bussare alla porta.E che palle!
Sbuffai e andai ad aprire alla porta, ritrovandomi davanti la prima persona che non mi sarei mai aspettata di vedere.
<< Charles! A cosa devo la visita? >> lo feci entrare e chiusi la porta, facendolo accomodare sul divano.
<< Mi dispiace averti disturbato, ma ho bisogno del tuo aiuto. >> doveva essere qualcosa di grave, lo capì dal suo tono di voce e dal suo sguardo.
<< Di che si tratta? >>
Lui non rispose, appoggiò due dita alla mia testa e vidi.
Los Angeles
Una ragazza - in intimo - si trovava in uno studio a cercare sulla scrivania dei documenti top-secret della Russia.
<< Oh mio Dio. >> mormorò non appena trovò quello che stava cercando.
Sussultò non appena sentì un rumore provenire dalla libreria alla sua sinistra. Si avvicinò cautamente e notò che c'era una stanza segreta dietro di essa.
Al suo interno vi erano quattro persone: una ragazza dai capelli biondi in intimo bianco, un ragazzo dai capelli neri lunghi fino alle spalle in smoking, un uomo in smoking - Sebastian Shaw, se non sbagliava - e il Colonnello Hendry.
Quest'ultimo era per terra, e la ragazza e Shaw si stavano avvicinando a lui.
Poi, come per magia, la ragazza diventò di diamante dalla testa ai piedi.
La ragazza dai capelli castani si nascose dietro alla libreria, come per metabolizzare l'accaduto, poi tornò a spiarli.<< Magnifica, non é vero Bob? >> domandò al Colonnello Shaw. << Mutazione genetica, l'evoluzione del genoma umano. Dov'è Azazel? >> chiese alla ragazza di diamante.
Quest'ultima fischiò, e comparve dal nulla un uomo tutto rosso, con la coda simile a quella del diavolo.
Sto impazzendo, pensò la mora.

STAI LEGGENDO
Un Mare Di Pensieri (X-MEN)
Fanfikce"STORIA SOSPESA" Dal Capitolo 2: Charles tolse la mano e mi guardò, sperando in qualche mia reazione. > > mormorai. Non ne ero convinta, l'uomo ha paura di ciò che non conosce. Semmai avessimo fermato Shaw questo non voleva dire che non avremmo più...